Varietà dal Giappone
Varietà dal Giappone
La Bardana maggiore (Arctium lappa L., 1753) è una pianta erbacea, eretta e biennale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Usi Medicinale La bardana contiene tutta una serie di principi attivi che ne fanno una pianta attiva verso molte condizioni mediche. Tra i vari principi attivi si possono
La Bardana maggiore (Arctium lappa L., 1753) è una pianta erbacea, eretta e biennale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Usi
Medicinale
La bardana contiene tutta una serie di principi attivi che ne fanno una pianta attiva verso molte condizioni mediche. Tra i vari principi attivi si possono citare i seguenti:
lignani (arctigenina, lappaoli e maitaresinolo);
nutrienti quali vitamine del complesso B, amminoacidi, potassio e magnesio;
acidi fenolici come acido caffeico, clorogenico ed isoclorogenico;
composti polinsaturi (idrocarburi acetilenici dotati di proprietà antibiotiche in generale);
principi amari come il deidro-costusicolattone e l'arctiopicrina;
inulina, tanninini e resine.
La pianta è molto usata in medicina per le sue varie proprietà tra le quali citiamo: antiflogistica, purificante del sangue, depurativa in generale, ipoglicemica, diaforetica, fungicida, antibatterica, stomachica, lassativa e diuretica.
La medicina popolare fin dall'antichità la indica per i più svariati utilizzi dalla cura della sterilità per la "foeminam quae non posset infantare" (rassegna di vecchi erbari, vedi questa pagina) al contravveleno per i morsi dei serpenti, ma la proprietà più generalmente riconosciuta è quella depurativa e contro le malattie della pelle quali acne, sfoghi, infiammazioni cutanee; questo utilizzo è confermato anche dalla medicina cinese che ne fa largo consumo.
Le parti usate sono le foglie fresche, raccolte in primavera da una pianta di un anno e ridotte in succo, e le radici raccolte durante il riposo autunnale.
I semi invece sono usati nella medicina popolare americana: un decotto viene usato contro la gotta. Sembra che rinforzi il sistema immunitario grazie ai polisaccaridi che contiene, inoltre è un antibiotico naturale grazie ai poliacetileni e agli acidi fenolici.
I principi amari ed il lignano arctigenina sono risultati citotossici in vitro verso alcune linee tumorali.
Culinario
Per utilizzi alimentari si usano le foglie, le radici e i semi. L’Oriente (fino in Giappone dove è divenuto un ortaggio popolare col nome di gobo) ha un ricca tradizione di ricette alimentari con questa pianta. Possono essere mangiati anche i gambi crudi in insalata (ma prima vanno privati della corteccia esterna e comunque devono essere prelevati da una pianta giovane).
Curiosità
Lo studio della particolare caratteristica dei suoi capolini ricurvi, utilizzati per la dispersione dei suoi semi attraverso gli animali (dipersione zoocora), la cui caratteristica più nota è quella di attaccarsi ai vestiti, sembra che abbia ispirato l'invenzione del sistema apri e chiudi: il velcro.
Etimologia
Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l’origine è più antica. Arctium in greco vuol dire orso. Probabilmente si fa riferimento alla villosità e all’aspetto ispido della pianta.
Il nome della specie potrebbe derivare dal celtico: llap che in questa lingua vuol dire mano. Infatti il fiore, come una mano si attacca a qualunque cosa gli passi vicino.
Mentre un’altra etimologia lo fa derivare dal greco: labein (attaccarsi), riferendosi sempre al fatto che il frutto si attacca ai vestiti e ai peli degli animali.
La pianta risulta conosciuta fin dall’antichità. Si hanno notizie di antica data della sua coltivazione come ortaggio e pianta medicinale.
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato definito da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum" del 1753.
Riproduzione
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Scheda tecnica