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Pianta resistente al freddo e al gelo
Semi di Goji Berry (Lycium chinense) 1.55 - 1

Semi di Goji Berry (Lycium...

Prezzo base 2,10 € -15% Prezzo 1,79 € (SKU: V 36 R)
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<div class="container"> <div class="row"> <div class="col-12"> <h2 class=""><strong>Semi di Goji Berry (<span>Lycium chinense</span>) -35°C</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per il pacchetto di 50 (0,036g) o 200 (0,15g) semi.</strong></span></h2> <p>La leggenda racconta che nel VII secolo d.C. sulle montagne dell’Himalaya, attorno ad un pozzo in un tempio buddista vi erano delle piante le cui bacche mature non consumate,  cadevano dentro. I Monaci che quotidianamente bevevano l’acqua del pozzo vivevano in ottima salute e molto a lungo… <span>Agli inizi degli anni 80, leggenda a parte, le nuove tecnologie permisero davvero di attribuire alle sostanze rilasciate dalle bacche del goji la ragione di questa longevità.</span></p> <p>Il Lycium Chinensis, nome botanico della pianta che produce le bacche di Goji, è un arbusto perenne, rustico, originario delle regioni himalayane dell’Asia, con una crescita piuttosto vigorosa.</p> <p>Raggiunge anche tre metri di altezza e un diametro leggermente inferiore, ha foglie caduche lanceolate verde brillante ovvero grigio verde, regge anche ai geli intensi e ai forti venti.</p> <p>Un’esposizione soleggiata permetterà ai frutti di ottenere una completa maturazione aumentando le proprietà organolettiche e i contenuti salutistici.</p> <p><strong>TERRENO</strong></p> <p>Predilige i terreni di medio impasto, non troppo soffici, ben drenati, tendenzialmente acidi come sono nelle zone di origine. In Asia, dove questa pianta è molto comune, è usata con ottimi risultati anche per fermare la trasformazione in deserto dei territori costieri, per cui anche in terreni con ph relativamente alto (6.5/7.5) riescono a vegetare con vigoria offrendoci un’ottima produzione di frutti.</p> <p><strong>FIORI E FRUTTI</strong></p> <p>Autofertile, in primavera si veste d’innumerevoli fiori viola chiaro semplice dalla vita molto breve (uno o due giorni) con diversi pistilli bianchi pronunciati.</p> <p>Dal fiore si origina un piccolo frutto color rosso/arancio vivo, pendulo, simile alla ciliegia, ma con forma ovale, che raggiunge la piena maturazione alla fine dell’estate.</p> <p>Una pianta di media grandezza, con apparato radicale consolidato, è in grado di produrre diversi chilogrammi di frutti.</p> <p><strong>UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI</strong></p> <p>Oltre che essere mangiati freschi, le bacche di goji si prestano a essere essiccate al sole e disidratandosi si trasformano in un prodotto molto simile all’uva passa, conservabile sicuramente fino alla successiva raccolta, senza perdere le proprietà in esse contenute.</p> <p>Frullato può essere mescolato ad altre bevande o impasti per conferirgli il caratteristico sapore.</p> <p>Personaggi celebri come Kate Moss, Misha Barton, Liz Hurley, solo per citarne alcuni, ne apprezzano pubblicamente i loro fantastici benefici, la pop star Madonna attribuisce al consumo costante delle bacche di Goji la sua vitalità.</p> <p>Viaggiando in rete è sufficiente digitare Goji per vedere apparire moltissimi siti, nella quasi totalità a fondo commerciale, che elogiano le virtù miracolose di questi frutti.</p> <p>Senz'altro il marketing ha un ruolo molto importante nel creare la sua immagine, ma va detto che le proprietà racchiuse nelle piccole bacche sono ormai confermate da moltissimi studi scientifici come pure i benefici che il fisico dell'uomo ne trae.</p> <p>Una ricerca realizzata nel 1999 a Boston presso la Tufts Univerity, ha stabilito un punteggio per gli alimenti prendendo in considerazione la “Oxygen Radical Absorbance Capacity” ((Capacità di Assorbimento dei Radicali dell'Ossigeno), conosciuta con l’acronimo ORAC: maggiore è il potere antiossidante dell’alimento, più alto è il punteggio ORAC assegnato. Alimenti come la carota hanno appurato un contenuto di 300 unità ORAC, agli spinaci 2.500, more 2.650, mirtilli 3.750, melograno 10.500, alla bacca del Goji ben 30.000 per unità di misura.</p> <p>Sappiamo che gli antiossidanti combattono i radicali liberi che sono responsabili dell’invecchiamento delle cellule e che è stato stimato in 5.000 unità ORAC il fabbisogno giornaliero per mantenere mente e fisico attivi e giovani.</p> <p>Non sono solo gli antiossidanti a essere presenti in forma così massiccia: anche l’acido ascorbico, la comune vitamina C, è superiore di 500 volte a quella contenuta nelle arance, contiene più beta-carotene delle carote, sempre per unità di misura. </p> <p>Sono presenti anche molte altre vitamine tra cui: B1, B2, B6, E, moltissimi amminoacidi, più di venti oligoelementi, è stato appurato che controlla il colesterolo, migliora il sistema immunitario e molto altro ancora.</p> <p>S’intuisce facilmente l’importanza dell’assunzione costante delle bacche di Goji.</p> <p>Per i suoi contenuti, dei quali abbiamo evidenziato solo i più rilevanti, si può considerare la bacca di goji come un importante farmalimento, (vedi cranberry) pochi grammi al giorno di bacche secche sono sicuramente utili per mantenersi il più possibile sani e giovanili.</p> <p>Da secoli in Asia le bacche di goji sono consumate quotidianamente da milioni di persone, cosicché dalle zone di origine le coltivazioni, tutt’altro che difficili, si sono estese sempre di più arrivando a produzioni inimmaginabili. In Cina, dove sembra vi siano la metà delle coltivazioni intensive asiatiche, si stima che il raccolto annuale abbia superato nel 2000 le trentamila tonnellate.</p> <p>In commercio, molto più facilmente in rete, sono reperibili le bacche di goji sia essiccate in confezioni snack, sia trasformate in succhi, quasi tutti di origine asiatica.</p> <p>Purtroppo i controlli fitosanitari in quelle regioni sono piuttosto scarsi, se non assenti, e recentemente negli USA una notevole quantità di prodotto è stata distrutta perché ai controlli sanitari sono stati rilevati livelli molto alti di pesticidi e anticrittogamici.</p> <p><strong>POTATURE E CURE COLTURALI</strong></p> <p>Fruttificando sui rami giovani, nel periodo invernale è opportuno procedere al taglio di quelli più vecchi a favore delle nuove cacciate diradando il cespuglio e, nel frattempo, di curare l’aspetto estetico.</p> <p>Tollerando anche terreni non proprio acidi, al termine dell’inverno, una concimazione organica con un prodotto maturo è utile per il futuro sviluppo.</p> <p>In primavera, con particolari condizioni atmosferiche potrebbero verificarsi degli attacchi di afidi o acari, ma raramente tali da causare seri danni alla pianta.</p> <p>Qualora l’infestazione fosse rilevante, è consigliabile comunque fare un trattamento antiparassitario al termine della fioritura. </p> <p>Come per tutte le piante, le innaffiature vanno curate con attenzione nei primi periodi dall’impianto, quando la pianta sarà affrancata, invece, s’interverrà, se necessario, all’ingrossamento dei frutti oppure solo in periodi di marcata siccità.</p> <p>Mal sopporta i ristagni d’acqua, è consigliabile quindi al momento dell’impianto scegliere un posto dove l’acqua piovana abbia modo di scorrere lontano.</p> <p>Si ricorda che i collaboratori dei vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.</p> </div> </div> </div> <div class="container"> <div class="row"> <div class="col-12"> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script> </div> </div> </div>
V 36 R (50 S)
Semi di Goji Berry (Lycium chinense) 1.55 - 1
  • -15%

Varietà dalla Spagna
Semi di pomodoro Kumato 1.95 - 1

Semi di pomodoro Kumato

Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: VT 7 O)
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<h2><strong>Semi di pomodoro Kumato</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per Confezione da 10, 20 semi.</span></strong></h2> <p><span>Non è un OGM ma un incrocio che ha come portainnesto di partenza un pomodoro selvatico delle Galapagos. </span><span>Ha un sapore dolce e contiene quantità elevate di antiossidanti.</span></p> <p>Kumato® è davvero eccezionale. Provalo e sperimenterai l'autentico sapore di pomodoro. Intenso e dolce. Benvenuti in un mondo di sensazioni tutto l'anno. Benvenuti in Kumato®.</p> <p>In che modo i pomodori Kumato® sono diversi dai pomodori tradizionali?</p> <p>Il colore dei pomodori Kumato® varia dal marrone scuro al verde dorato. Questo è il suo aspetto naturale. Anche se possono sembrare non maturi e saranno amari al gusto, questa famiglia di pomodori ha un sapore autentico e intenso.</p> <p>Sono più dolci dei pomodori normali, con una nota leggermente acida contrastante, che dà una sensazione di gusto unica e chiaramente definita. Inoltre, i pomodori Kumato® sono molto succosi e consistenti nella consistenza, il che significa che sono una scelta eccellente quando si preparano deliziose insalate e molte ricette a base di pomodoro</p> <p>Che taglia hanno i pomodori Kumato® e quanto pesano?</p> <p>Il Kumato® ha dimensioni abbastanza standard, con un diametro da 5 a 6 cm. Pesa generalmente tra 80 e 120 g.</p> <p>Qual è l'origine dei pomodori Kumato®?</p> <p>Negli anni '70, Luis Ortega andava spesso con suo padre nei campi coltivati ​​dalla sua famiglia nel villaggio di Agra, sulla costa almerina. La sua curiosità lo portò a scoprire che i pomodori alla fine delle linee, che ricevevano meno acqua, avevano un colore diverso, ma erano molto più intensi e di sapore dolce. Dopo aver osservato ciò, il giovane agricoltore si è posto una sfida personale: coltivare pomodori con un sapore autentico e intenso di colore diverso. Fu così che nacque il pomodoro Kumato®, sulle rive del Mediterraneo.</p> <p>Perché i pomodori Kumato® sono più dolci della maggior parte dei pomodori, nonostante il loro colore?</p> <p>La qualità dipende da molti fattori, soprattutto dalla varietà e dalle condizioni di crescita, ma mai dal colore.</p> <p>I pomodori Kumato® provengono da piante di pomodoro speciali che producono naturalmente frutti scuri, straordinariamente dolci. Ciò è dovuto al loro "livello Brix" (contenuto di fruttosio), che è naturalmente superiore a quello dei pomodori rossi tradizionali.</p> <p>Inoltre, poiché tutti i pomodori commercializzati con il marchio Kumato® crescono e maturano in condizioni climatiche ottimali e vengono accuratamente selezionati prima di essere commercializzati, i consumatori possono essere certi che tutti i frutti avranno la stessa intensità di gusto e concentrazione di sapore.</p> <p>I pomodori Kumato® sono prodotti geneticamente modificati?</p> <p>Affatto! Kumato® è il risultato eccezionale degli instancabili sforzi per applicare le tecniche tradizionali di coltivazione delle piante e i metodi di coltivazione naturali. La sua origine si trova nei pomodori selvatici che crescono spontaneamente e che si sono adattati per resistere alle condizioni secche e salate della regione mediterranea.</p> <p>Molte varietà eccellenti esistono naturalmente da milioni di anni e nuove varietà possono essere ottenute mediante tecniche di incrocio classiche. Molte di queste varietà non sono state finora coltivate su larga scala per diverse ragioni, principalmente legate a costi e difficoltà tecniche (sono troppo delicate, non hanno un alto rendimento, non si adattano facilmente ai diversi climi, ecc. ). I pomodori Kumato® riflettono la creazione suprema della natura, che abbiamo portato con successo sulla tua tavola ad un costo ragionevole e - attingendo alla nostra esperienza delle tecniche e dei processi agronomici odierni - mediante metodi di coltivazione naturali!</p> <p>Qual è il contenuto nutrizionale dei pomodori Kumato®?</p> <p>Kumato® è un alimento molto salutare. Si consiglia un consumo frequente nell'ambito di una dieta sana. È particolarmente ricco di potassio, magnesio e vitamine A e C. Inoltre, ha poche calorie (31 kcal per 150 g) e, naturalmente, non ha colesterolo o grassi saturi.</p>
VT 7 O (10 S)
Semi di pomodoro Kumato 1.95 - 1
  • -15%
Semi di Lithops 1.5 - 4

Semi di Lithops

Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: F 7)
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<div id="idTab1" class="rte"> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Lithops (Aiozaceae)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <div><span style="font-size: 10pt; line-height: 1.5em;">Per le annaffiature della lithops occorre seguire le indicazioni riportate nel paragrafo precedente ma in ogni caso devono essere sempre molto parsimoniose. Occorre aspettare che il terreno si asciughi tra un'annaffiatura ed un'altra.Non è facile dare delle indicazioni precise però se impariamo ad osservare la nostra pianta, sarà lei a dirci quando ha bisogno d'acqua: se notiamo che tende a ritirarsi nel terreno, vuol dire che ha bisogno d'acqua. &nbsp;In genere il rinvaso delle Lithops si effettua ogni 2-3 anni ed il periodo ottimale è quando le vecchie foglie si sono oramai raggrinzite del tutto e le nuove foglie sono emerse. I vasi devono essere di piccole dimensioni ma tenendo conto che hanno un apparato radicale profondo (in proporzione alla pianta) usando una parte di terreno per cactaceae, una parte di sabbia fine, una di perlite o pomice. Per almeno un paio di settimane dopo il trapianto, tenetele lontano dalla luce diretta del sole in modo da dare il tempo alla pianta di adattarsi alla nuova sistemazione. E' &nbsp;importante sistemare sul fondo del vaso dei pezzi di coccio per agevolare il deflusso dell'acqua di annaffiatura in eccesso in quanto i ristagni idrici non sono in alcun modo tollerati ed il terreno in questo modo si asciuga più rapidamente.</span></div> <div><span style="font-size: 10pt;">Sistemate le lithops in modo che circa i 3/4 della parte aerea rimanga al di sopra del terreno e cospargete poi la superficie con della sabbia grossa o del ghiaino.&nbsp;</span></div> </div><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
F 7 mix
Semi di Lithops 1.5 - 4
  • -15%

Pianta resistente al freddo e al gelo
Semi di Robinia o Acacia (Robinia pseudoacacia)  - 9

Semi di Robinia o Acacia...

Prezzo base 2,00 € -15% Prezzo 1,70 € (SKU: T 45)
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<div id="idTab1" class="rte"> <h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Semi di Robinia o Acacia (Robinia pseudoacacia)</strong></span></h2> <h2><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 20 semi.</strong></span></h2> <p>La Robinia pseudoacacia L., in italiano robinia o (impropriamente) acacia, è una pianta della famiglia delle Fabaceae, note anche come Leguminose, originaria dell'America del Nord e naturalizzata in Europa e in altri continenti.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Pianta con portamento arboreo (alta fino a 25 metri) o arbustivo; spesso ceduata, con forte attività riproduttiva agamica, i polloni spuntano sia dal colletto sia dalle radici.</p> <p>Corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa.</p> <p>Foglie imparipennate, lunghe fino a 30-35 cm con 11-21 foglioline ovate non dentate lunghe fino a 6 cm con apice esile. Aperte di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi.</p> <p>Fiori bianchi o crema, lunghi circa 2 cm simili a quelli dei piselli, riuniti in grappoli pendenti di profumo molto gradevole . Frutti a forma di baccello prima verdi poi marroni lunghi circa 10 cm, deiscenti a maturità.</p> <p>Presenza di numerose spine lunghe e solide sui rami più giovani.</p> <p><strong>Distribuzione originaria e introduzione in Europa</strong></p> <p>La specie è originaria dell'America del Nord, precisamente della zona degli Appalachi, dove forma boschi puri. Fu importata in Europa nel 1601 da Jean Robin, farmacista e botanico del re di Francia (all'epoca Enrico IV). All'Orto Botanico di Parigi (il Jardin des Plantes) sono ancora presenti i ricacci arborei di questo primitivo esemplare nato da seme e trapiantato nel 1636. L'esemplare di Parigi detiene quindi il primato di longevità in Europa[3], cosa ancor più notevole essendo l'acacia una specie poco longeva. Carlo Linneo, il grande naturalista a cui si devono i nomi scientifici di migliaia di piante, vide questo esemplare e denominò la specie Robinia pseudoacacia, istituendo il genere Robinia per ricordare Robin che l'aveva introdotta in Europa.</p> <p>Dopo l'arrivo nel vecchio continente si diffuse spontaneamente negli ambienti più disparati, ed è ora naturalizzata in gran parte dell'Europa centrale, dal sud dell'Inghilterra e della Svezia, fino alla Grecia, Spagna e perfino Cipro. È particolarmente diffusa in Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Ungheria, Italia, Slovenia. È naturalizzata anche in Turchia e Israele, nonché in Australia e Nuova Zelanda. Viene diffusamente coltivata in piantagioni da legno in vari paesi europei (Ungheria: 270.000 ettari; Francia: 100.000 ettari) ed extraeuropei (Cina: 1 milione di ettari; Corea del Sud: 270.000 ettari). È diffusa anche in Africa. In Italia la robinia è stata introdotta nel 1662 nell'Orto botanico di Padova[5] ed è ora presente praticamente ovunque, in particolare in Piemonte (dove i boschi puri e misti di robinia coprono una superficie di circa 85.000 ettari), in Lombardia, in Veneto e in Toscana (ove si trovano cedui molto produttivi).</p> <p><strong>Ecologia</strong></p> <p>La robinia o acacia è una pianta eliofila, che non si rinnova facilmente sotto parziale copertura, trova l’ottimo nei suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di nutrienti ed a reazione subacida, mal si adatta ai terreni molto argillosi. In Italia è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota nel centro nord e fino a 1600 m nel meridione.</p> <p>Come tutte le leguminose, è in simbiosi radicale con microrganismi azotofissatori e quindi può arricchire il suolo di azoto. Nel complesso, la robinia è una specie pioniera, che però (almeno al di fuori del suo areale di vegetazione naturale) presenta una limitata longevità (60-70 anni) e quindi nelle zone più fertili è specie transitoria che può essere gradualmente sostituita da altre specie più longeve.</p> <p>In alcuni ambienti, specie quelli degradati dall'uomo, questa pianta si comporta però come specie invasiva[5]; ha un'alta velocità di crescita, soprattutto se ceduata: i ricacci (polloni), che fuoriescono sia dalla ceppaia che dal suo esteso apparato radicale, crescono con rapidità; per questo motivo spesso compete vittoriosamente con specie autoctone di crescita più lenta. Inoltre, la sua estrema adattabilità la fa trovare a suo agio dai litorali ai 1000 metri di quota delle ombrose valli submontane. La conseguenza è la formazione di boschi con una ridotta varietà di specie arboree, un minor numero di esemplari di specie arboree autoctone e una scarsità di flora nemorale e di funghi; in Italia il problema è presente soprattutto in pianura Padana e nelle valli prealpine e appenniniche. Naturalmente, le robinie usate come ornamentali nei centri urbani non destano alcun problema.</p> <p><strong>Altri usi</strong></p> <p>Molti sono i vantaggi di questa specie.</p> <p>Protezione dei terreni franosi: questa pianta è stata molto utilizzata lungo i terrapieni delle ferrovie e nelle scarpate instabili, a motivo della sua crescita veloce e del suo apparato radicale molto sviluppato, caratteristiche che le permettono di stabilizzare rapidamente i pendii evitando che franino.</p> <p>    Legname: il legno è di colore giallo, ad anelli ben distinti, duro e pesante (Peso specifico 0,75). Per queste caratteristiche può efficacemente sostituire nell'uso i legni tropicali, con vantaggi per la bilancia commerciale; l'uso del legno di robinia al posto delle essenze esotiche consente inoltre di rallentare la deforestazione delle aree tropicali[12]. Per questi motivi alcune regioni italiane hanno finanziato progetti di valorizzazione delle colture legnose di robinia, ottenendo contributi dall'Unione europea[3]. Il legno viene usato per lavori di falegnameria pesante, per puntoni da miniera, per paleria (i tronchi lasciati in acqua per alcuni mesi in autunno e inverno acquisiscono una particolare tenacia), per mobili da esterno e per parquet. In Lombardia risulta essere la specie più tagliata nei boschi.</p> <p>    Ottimo combustibile: è utilizzabile anche il legno non stagionato e la ramaglia (quest'ultima nei forni da pane).</p> <p>    Miglioratrice del terreno: come tutte le leguminose, la robinia è una pianta che si avvale dei benefici dell'azotofissazione simbiontica.</p> <p>    I fiori sono commestibili. Nelle campagne del Veneto (dove è anche nota con diversi nomi dialettali: cassia, gazìa, gadhìa, robina) e di altre regioni, vengono infatti consumati fritti in pastella dolce e conferiscono alla frittella un profumo soave e un sapore particolarmente squisito. Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene una sostanza tossica per l'uomo. La sua tossicità d'altra parte non è universale e alcuni animali se ne cibano. Le capre ne sono ghiotte e ne consumano in quantità senza alcuna conseguenza negativa.</p> <p><strong>Il nome</strong></p> <p>Come già si è detto, è stato Linneo a dare nome all'albero; egli scelse come nome del genere "Robinia", volendo ricordare il botanico Robin che ne portò il seme in Europa e lo fece germinare all'Orto Botanico di Parigi, introducendo la specie in Europa. Come nome specifico Linneo compose il termine "pseudoacacia", dal suffisso pseudo (che significa "simile a") ed "acacia", che è il termine scientifico con cui si indica il genere delle piante comunemente chiamate mimose; "pseudoacacia" significa quindi "simile alla mimosa". La somiglianza sottolineata da Linneo è quella delle foglie. Non è quindi corretto chiamare questo albero "falsa acacia", anche perché ciò farebbe pensare all'esistenza di un'altra pianta che sarebbe la "vera acacia", mentre in italiano il termine "acacia" indica solo la specie a cui è dedicata la presente voce[Il termine "mimosa" riguarda solo una minoranza delle specie di Acacia, le altre sono note come "acace" in italiano]; ciononostante il termine è a volte usato.</p> </div>
T 45 (20 S)
Semi di Robinia o Acacia (Robinia pseudoacacia)  - 9
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Semi Di Melone Coreano, Sun Jewel, Chamoe

Semi Di Melone Coreano, Sun...

Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: V 228)
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<h2><strong>Semi Di Melone Coreano, Sun Jewel, Chamoe </strong></h2> <h2><span style="color:#f90303;"><strong>Prezzo per il pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Il melone della Corea è allungato con finiture delicatamente sbarrate, in media di 18 cm di lunghezza. Ha una pelle gialla con cuciture bianche piatte. La carne interna è bianca traslucida con una consistenza croccante ma succosa. I frutti sono di solito pesanti tra 250 e 400 grammi.</p> <p>Quando è matura, la carne di melone ha un sapore sottilmente dolce di bubblegum e di pera che offre un gusto che è una croce tra cetriolo e miele.</p> <p><strong>Anche se solitamente sbucciato, questo melone è noto per essere completamente commestibile dal seme alla pelle. </strong></p> <p><strong>Tradotto automaticamente con GOOGLE</strong></p>
V 228 (5 S)
Semi Di Melone Coreano, Sun Jewel, Chamoe
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Pianta resistente al freddo e al gelo
Semi di Uva nera (vitis vinifera) 1.55 - 1

Semi di Uva nera (vitis...

Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: V 131)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><span style="text-decoration: underline;"><strong><em>SEMI DI UVA NERA (VITIS VINIFERA)</em></strong></span></h2> <h3><span style="color: #ff0000;"><strong>10 Semi in confezione.</strong></span></h3> <p>Descrizione: Più propriamente l'uva è una infruttescenza, cioè un raggruppamento di frutti, detto grappolo. Il grappolo è composto da un graspo (o "raspo"), e da numerosi acini (detti anche chicchi, o più propriamente bacche), di piccola taglia e di colore chiaro (verde-giallastro, giallo, giallo dorato) nel caso dell'uva bianca, o di colore scuro (rosa, viola o violetto bluastro) nel caso dell'uva nera.</p> <p> </p> <p>Il raspo, o rachide, è l'asse centrale del grappolo, ramificato in racimoli e quindi in pedicelli, che portano i fiori ed in seguito i frutti, gli acini.</p> <p> </p> <p><strong>Utilizzo</strong></p> <p>L'uva viene utilizzata soprattutto per la produzione del vino, e si parla in questo caso di uva da vino, ma anche per il consumo alimentare come frutta, sia fresca (uva da tavola), sia secca (uva passa, utilizzata in cucina e nella preparazione dei dolci); infine dall'uva si estrae il succo d'uva (bevanda non alcolica), e dai semi si estrae l'olio di vinaccioli.</p> <p> </p> <p>Le due specie di vite più importanti per la produzione di uva sono:</p> <p> </p> <p>    la Vitis vinifera, originaria dell'Europa e dell'Asia occidentale, dalla quale derivano tutti i vitigni destinati alla produzione di uva da vino e di uva da tavola</p> <p>    la Vitis labrusca, di importanza molto ridotta, originaria dell'America del nord, destinata marginalmente alla produzione di uva da tavola.</p> <p> </p> <p>Le specie di vite americane ed i loro ibridi, essendo immuni dalla fillossera per quanto riguarda la parte radicale (infatti essa colpisce la parte aerea della vite "americana" e la parte radicale dalla Vitis vinifera), sono utilizzate sia come porta-innesto per la vite europea, sia come incrocio con alcune varietà della Vitis vinifera a produrre ibridi.</p> <p> </p> <p>L'Italia è il primo produttore al mondo di uva da tavola. Tra le principali varietà di uva da tavola: Italia, Vittoria, Regina, per le uve bianche; Moscato d'Amburgo, Red Globe e Rosada per le uve rosse.</p> <p> </p> <p><strong>Proprietà di uva e derivati</strong></p> <p>Le ricerche scientifiche hanno evidenziato che l'assunzione di vino rosso in moderata quantità comporta una migliore stabilità del plasma, una diminuita aggregazione piastrinica, una calo dell'LDL (lipoproteine a bassa densità) e un corrispondente aumento dell'HDL (lipoproteine ad alta densità), grazie alla presenza di sostanze appartenenti ai polifenoli comprendenti i flavonoidi, che attuano una efficace protezione contro il fenomeno dell'ossidazione.</p> <p> </p> <p>La capacità dei polifenoli di inibire l'ossidazione delle LDL è in funzione del loro contenuto di catechina, acido gallico, miricetina, quercitina, acido caffeico. Queste proprietà, dimostrate per la verità principalmente in vitro, vengono spesso utilizzate per dare supporto scientifico al cosiddetto paradosso francese, ovvero il fenomeno per il quale in Francia, nonostante il consumo relativamente alto di alimenti ricchi di acidi grassi saturi, la mortalità per malattie cardiovascolari è relativamente bassa.</p>
V 131 (10 S)
Semi di Uva nera (vitis vinifera) 1.55 - 1
  • -15%

Varietà dal Giappone
Semi di melone Yubari King Il frutto più costoso del mondo 7.45 - 1

Semi di melone Yubari King...

Prezzo base 4,95 € -15% Prezzo 4,21 € (SKU: V 2)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2>Semi di melone Yubari King Il frutto più costoso del mondo</h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5, 10, 50 semi.</strong></span></h2> <div>TOKYO A remarkably sweet canteloupe auctioned in Japan fetched a record $12,000, making it one of the most expensive canteloupes ever sold in the country.</div> <div>In a society where melons are a luxury item commonly given as gifts the jaw-dropping auction last month shocked everyone! At that auction, a pair of "Yubari" cantaloupe melons sold for a record $23,500. Wikipedia Yubari</div> <div>A pair of cantaloupes from the bankrupt city of Yubari, Hokkaido, fetched a whopping 2 million yen at the first auction of the season at the Sapporo central wholesale market, the Japan Agricultural Cooperative's Yubari unit said. The price paid by Marui Imai Inc., a Sapporo-based department store, for the upmarket produce surpassed the previous record of 800,000 yen for two cantaloupes, JA Yubari said. "Perhaps the city's designation as a financially rehabilitating entity ironically helped generate an advertising effect," said a spokesperson for the former coal town, which went bankrupt last year. "This will encourage the city a lot." </div> <div>The two melons were put on display at Marui Imai's flagship outlet priced at 1 million yen apiece. Yoshikazu Hoshino, 59, a purchasing officer at the department store, said the cantaloupes were more for publicity than profit. "We were bullish in the bidding because we're celebrating our 135th anniversary this year. We wanted as many customers as possible to see them," he said. One of the million-yen fruits has already been sold, the store said. Other shoppers were stunned by the price. </div> <div>"It's not a price I can afford," said Ryoko Hino, a 79-year-old shopper.</div> <div>So the Yubari King costs generally from 100 to 1000 € / piece.</div> <div>How to Cultivate Yubari King Melon</div> <div>Side Selection</div> <div>Try to plant in a location that enjoys full sun and remember to water often. Keep in mind when planting that Yubari King is thought of as hardy, so this plant will survive close to or on freezing temperatures. </div> <div>Soil</div> <div>The soil the melons are grown in is volcanic ash. It's not what's in the volcanic soil, but how the soil behaves. It lets growers there easily control the temperature of the soil, and the ash lets water quickly drain through, allowing for the top to remain dry, which promotes the size of the melons. Yubari King needs a potting mix soil with a ph of 6.1 to 7.5 (weakly acidic soil to weakly alkaline soil). You just buy a bag of compost and add it to your soil to feed your plants. It is not only better for them, it is also cheaper. </div> <div>Seeding:</div> <div>Try to aim for a seed spacing of at least 1.89 feet (58.0 cm) and sow at a depth of around 0.5 inches (1.27 cm). Soil temperature should be kept higher than 21°C / 70°F to ensure good germination. By our calculations, you should look at sowing Yubari King about 14 days before your last frost date.</div> <div>Ensure that temperatures are mild and all chance of frost has passed before planting out, as Yubari King is a hardy plant.</div> <div>Planting</div> <div>Melon are planted in February. The first ones are ready for harvest 105 days after planting. The growing season ends in early September. Cut away any diseased or pest damaged leaves first. This will enable the plant to put all of its energy into making a great Melon instead of making more leaves. Melons are an annual, not a perennial. They can grow more than 1 harvest but the first is always the best but if you have an heirloom and need the extra seed then let more fruit set after your first harvest. DO NOT let fruit set until AFTER your first harvest so all of the plants energy (sugars) go into the Melon(s) on the vine.</div> <div>At long last, to see flowers appearing on the vines, which mean melons are on their way! It seems like it takes forever but really it only has been a little over a month or so.</div> <div>Watering and Fertilizer You have covered this in the past but things change when the melons start to grow. You should water them every other day if your soil is well drained. Keep an eye on the top of the soil and water when the top is dry to a depth of about ½ inch. There should never be a fear of overwatering if your soil drains well and containers have holes for excess water to leave from. Remember, very dry soil sheds water like a Ducks back. It will take time for the water to soak into the soil and you will have a lot of run-off until it rehydrates. Never water with cold water since it will shock the plant a little and may slow growth or development of fruit. You may need to water every other day with 1 gal of water for every 4 cubic feet of growing medium but you might decide that you want to water less. Your local weather will also play a role. </div> <div>If you started with a soil mix of compost, you should not need to fertilize your plants. You can do however, like to add ½ tsp of Super Thrive to every 2 gallons of water. This will help them resist pests and develop much stronger. After the fruit gets to the size of a grapefruit You can use only water until harvest.</div> <div>Pollinate</div> <div>Melons will not appear out of nowhere. There needs to be a male and female flower for the Melon to form. The fruit will grow from the female flower. Male flowers are the first to appear on the plant. If you have other Melons growing in your yard then you might consider covering the Ichiba Kouji with a mosquito net to keep bees from pollinating your other melons, especially if they are heirloom. When the female flowers appear, take a male flower and place it inside the female flower or use a small dust brush and swab the inside of the male flower and then swab the female flower to pollinate. You can also let bees do this for you if you wish. Only 2 Melons (at most) should be grown on the vine at a time. Each plant should yield 4 or more Melons if you let them but they will be smaller and lower quality. “I must sacrifice the others to make the best one possible.” - Japanese Melon Grower The Japanese master growers hand pollinate three flowers and let them get to about the size of a baseball, then select the best one and let only that one grow. The others can be chopped up and added to the compost pile.</div> <div>When Melons burst! </div> <div>The inside of the melon is growing so fast that the outside can’t keep up so a crack forms. At this point, the plants sugars flow out to cover the crack and heal the melon. This is supposed to happen, in fact, if it doesn’t your doing something wrong. This is what forms the reticulation or netting. The finer the reticulation is, the juicier the inside is. </div> <div>“If the reticulation is great, the inside is great too.” – Japanese Melon Judge</div> <div>If you don’t make good netting, then you don’t make a good melon. This is where art makes an entrance. It is something that you’re going to have to experiment with to get the melon just the way you like them. If you just set it on the ground, then the melon will not form a perfect circle and the netting may be affected, not to mention bugs getting into them. If you put them on a trellis then the juices may not be evenly distributed or may become misshapen or even caught inside the trellis if you’re not careful. This is why you can use them to hang the melon so that it would not be disturbed.</div> <div>Harvesting</div> <div>After the cracking is over with and the melon is healed it is time for the next technique. Several times until you’re ready to harvest, you need to put on some cotton work gloves and rub firmly all around the melon. You should do this twice a week. For example: Monday and Thursday. The reason for doing this is to make the Melon sweeter. </div> <div>“This is called Tama Fuki. It stimulates the melon and adds sweetness.” – Japanese Melon Grower</div> <div>Melons are hard to tell when they are ripe. They stay green and on the vine. So how do you know when they are ready? </div> <div>     1. The stem is “green and strong” (dry)</div> <div>     2. The bottom of the Melon is “flexible” (slightly soft)</div> <div>     3. Should feel heavier than it looks.</div> <div>     4. You should smell the Melon aroma when in close proximity.</div> <div>Pest and Diseases:</div> <div>Quality</div> <div>To most Americans, your melon will taste just like a regular melon. A really good melon but unless they know what they have in their hands then they will most likely overlook the quality. Only when they bite into a regular store bought melon will they realize what they once held. The quality of your melon can be seen without cutting it open. If you look at a store bought melon, you will see that the “netting” or reticulation is very fine or small. A great melon will have more pronounced or thicker lines in the reticulation. This quality level depends mostly on the watering schedule that is set. Personally we found that watering every other day to work best in my area but that may change depending on your climate. Remember that melons come from a desert environment. We wish you luck in your melon growing adventures!</div>
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Semi di Castagno europeo (Castanea sativa) 2.5 - 2

Semi di Castagno europeo...

Prezzo base 2,50 € -15% Prezzo 2,13 € (SKU: V 13)
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Castagno europeo (Castanea sativa)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5, 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il castagno europeo (Castanea sativa Miller), in Italia più comunemente chiamato castagno, è un albero a foglie caduche appartenente allafamiglia delle Fagaceae. La specie è l'unica autoctona del genere Castanea presente in Europa, ma negli ultimi decenni è stato sovente introdotto, per motivi fitopatologici, il castagno giapponese (Castanea crenata). Le popolazioni presenti in Europa sono perciò principalmente riconducibili a semenzali di castagno europeo o a castagni europei innestati sul giapponese o a ibridi delle due specie.</p> <p><strong>Importanza economica e diffusione</strong></p> <p>Il castagno è una delle più importanti essenze forestali dell'Europa meridionale, in quanto ha riscosso, fin dall'antichità, l'interesse dell'uomo per i molteplici utilizzi. Oltre all'interesse intrinseco sotto l'aspetto ecologico, questa specie è stata largamente coltivata, fino ad estenderne l'areale, per la produzione del legname e del frutto. Quest'ultimo, in passato, ha rappresentato un'importante risorsa alimentare per le popolazioni rurali degli ambienti forestali montani e collinari, in quanto le castagne erano utilizzate soprattutto per la produzione di farina.</p> <p>L'importanza economica del castagno ha attualmente subito un drastico ridimensionamento: la coltura da frutto è oggi limitata alle varietà di particolare pregio e anche la produzione del legname da opera si è marcatamente ridotta. Del tutto marginale, infine, è l'utilizzo delle castagne per la produzione della farina, che ha un impiego secondario nell'industria dolciaria.</p> <p>Si ritiene che buona parte delle superfici forestali a castagno siano derivate da una rinaturalizzazione di antiche coltivazioni abbandonate nel tempo[1], mentre la coltivazione si è ridotta alle stazioni più favorevoli, dove è possibile ottenere le migliori caratteristiche merceologiche del prodotto, in particolare il legname[1].</p> <p><strong>Descrizione botanica</strong></p> <p>Il castagno è una pianta a portamento arboreo, con chioma espansa e rotondeggiante e altezza variabile, secondo le condizioni, dai 10 ai 30 metri.</p> <p>In condizioni normali sviluppa un grosso fusto colonnare, con corteccia liscia, lucida, di colore grigio-brunastro. La corteccia dei rami è di colore bianco ed è cosparsa di lenticelle trasverse. Con il passare degli anni, la corteccia si screpola longitudinalmente.</p> <p>Le foglie sono alterne, provviste di un breve picciolo e, alla base di questo, di due stipole oblunghe. La lamina è grande, lunga anche fino a 20-22 cm e larga fino a 10 cm, di forma lanceolata, acuminata all'apice e seghettata nel margine, con denti acuti e regolarmente dislocati. Le foglie giovani sono tomentose, ma a sviluppo completo sono glabre, lucide e di consistenza coriacea.</p> <p>I fiori sono unisessuali, presenti sulla stessa pianta. I fiori maschili sono riuniti in piccoli glomeruli a loro volta formanti amenti eretti, lunghi 5–15 cm, emessi all'ascella delle foglie. Ogni fiore è di colore biancastro, provvisto di un perigonio suddiviso in 6 lobi e un androceo di 6-15 stami. I fiori femminili sono isolati o riuniti in gruppi di 2-3. Ogni gruppo è avvolto da un involucro di brattee detto cupola.</p> <p>Il frutto è un achenio, comunemente chiamato castagna, con pericarpo di consistenza cuoiosa e di colore marrone, glabro e lucido all'esterno, tomentoso all'interno. La forma è più o meno globosa, con un lato appiattito, detto pancia, e uno convesso, detto dorso. Il polo apicale termina in un piccolo prolungamento frangiato, detto torcia, mentre il polo prossimale, detto ilo, si presenta leggermente appiattito e di colore grigiastro. Questa zona di colore chiaro è comunemente detta cicatrice. Sul dorso sono presenti striature più o meno marcate, in particolare nelle varietà del gruppo dei marroni. Questi elementi morfologici sono importanti ai fini del riconoscimento varietale.</p> <p>Gli acheni sono racchiusi, in numero di 1-3, all'interno di un involucro spinoso, comunemente chiamato riccio, derivato dall'accrescimento della cupola. A maturità, il riccio si apre dividendosi in quattro valve. Il seme è ricco di amido.</p> <p><strong>Esigenze ed adattamento</strong></p> <p>Il castagno è una specie mesofila e moderatamente esigente in umidità[2][3]. Sopporta abbastanza bene i freddi invernali, subendo danni solo a temperature inferiori a -25 °C[2], ma diventa esigente durante la stagione vegetativa. Per questo motivo il castagno ha una ripresa vegetativa tardiva, con schiusura delle gemme in tarda primavera e fioritura all'inizio dell'estate. Al fine di completare il ciclo di fruttificazione, la buona stagione deve durare quasi 4 mesi. In generale tali condizioni si verificano nel piano montano (600-1300 m) delle regioni mediterranee o in bassa collina più a nord. In condizioni di umidità favorevoli può essere coltivato anche nelle stazioni fresche del Lauretum, spingendosi perciò a quote più basse. Condizioni di moderata siccità estiva determinano un rallentamento dell'attività vegetativa nel mezzo della stagione e una fruttificazione irregolare[2]. Le nebbie persistenti e la piovosità eccessiva nei mesi di giugno e luglio ostacolano l'impollinazione incidendo negativamente sulla fruttificazione.</p> <p>Nelle prime fasi tollera un moderato ombreggiamento, fatto, questo, che favorisce una buona rinnovazione nei boschi maturi, ma in fase di produzione manifesta una maggiore eliofilia.</p> <p>A fronte delle moderate esigenze climatiche, il castagno presenta notevoli esigenze pedologiche, perciò la sua distribuzione è strettamente correlata alla geologia del territorio. Sotto l'aspetto chimico e nutritivo, la specie predilige i terreni ben dotati di potassio e fosforo e di humus. Le condizioni ottimali si verificano nei terreni neutri o moderatamente acidi; si adatta anche ad un'acidità più spinta, mentre rifugge in genere dai suoli basici, in quanto il calcare è moderatamente tollerato solo nei climi umidi[2]. Sotto l'aspetto granulometrico predilige i suoli sciolti o tendenzialmente sciolti, mentre non sono tollerati i suoli argillosi o, comunque, facilmente soggetti ai ristagni. In generale sono preferiti i suoli derivati da rocce vulcaniche (tufi, trachiti, andesiti, ecc.), ma vegeta bene anche nei suoli prettamente silicei derivati da graniti, arenarie quarzose, ecc., purché sufficientemente dotati di humus. I suoli calcarei sono tollerati solo nelle stazioni più settentrionali, abbastanza piovose, mentre sono mal tollerate le marne.</p> <p><strong>Attuale distribuzione</strong></p> <p>Il castagno vegeta in un areale circumediterraneo, ad estensione frammentata, che si estende dalla penisola iberica alle regioni del Caucaso prossime al Mar Nero[4]. In Europa, la maggiore estensione si ha nelle regioni occidentali: è diffuso nel centro e nord del Portogallo e nelle regioni settentrionali della Spagna, in gran parte del territorio della Francia, fino ad estendersi nel sud dell'Inghilterra, nel versante tirrenico della penisola italiana e nell'Arco alpino fino ad arrivare alla Slovenia e alla Croazia. Qui l'areale si interrompe per riprendere dalle regioni meridionali della Bosnia e del Montenegro ed estendersi in gran parte dei territori dell'Albania, della Macedonia e della Grecia. Infine riprende dalle regioni occidentali della Turchia per estendersi a quelle settentrionali, lungo il Mar Nero, fino al Caucaso.</p> <p>Diffusioni sporadiche[4] si hanno in Germania, in Bulgaria e Romania e nel Nordafrica, nelle regioni dell'Atlante. Nel Mediterraneo, infine, è presente in gran parte del territorio della Corsica, nelle regioni centrali della Sardegna, in Sicilia sui monti Peloritani, Nebrodi, Madonie ed Iblei (Sicilia sud-orientale), infine, in quelle centrali dell'Isola d'Elba.</p> <p>In Italia[4][5] vegeta nella zona fitoclimatica del Castanetum, a cui dà il nome, estendendosi anche nelle zone più fresche del Lauretum, per introduzione da parte dell'uomo. In genere si ritrova su quote variabili dai 200 metri s.l.m. fino agli 800 m nelle zone alpine, mentre nell'Appennino meridionale può spingersi fino ai 1000-1300 metri. La distribuzione è frammentata perché legata a particolari condizioni climatiche e geologiche. La maggiore diffusione si ha perciò in tutto il versante tirrenico della penisola, dalla Calabria alla Toscana e alla Liguria, e nel settore occidentale dell'arco alpino piemontese. Nel versante adriatico e nel Triveneto la sua presenza è sporadica e nella Pianura Padana è praticamente assente. Nelle isole è presente in areali frammentati nelle isole maggiori, circoscritti alle stazioni più fresche. La concentrazione di maggior rilievo si ha in Campania, che contribuisce per circa un terzo all'intera produzione nazionale di castagne.</p> <p>È dunque una tipica essenza degli ambienti boschivi collinari e di quelli montani di bassa quota. L'ecosistema forestale tipico del castagno è la foresta decidua temperata mesofila, dove forma associazioni in purezza o miste, affiancandosi alle Quercus (per lo più farnia e roverella), al frassino, al carpino nero, al noce, al nocciolo, ecc. Per le sue caratteristiche è una specie strettamente associata alla roverella, tipica mesofita della foresta mediterranea decidua.</p> <p><strong>Frutto</strong></p> <p>Il frutto (castagna) è utilizzato da tempi antichissimi, come si è detto, per la produzione di farine. Questo impiego ha oggi un'importanza marginale e circoscritta alla produzione di dolci tipici, come il castagnaccio e il Panmorone (dolce tipico di Campomorone). Ancora diffusa è invece la destinazione dei frutti di buon pregio al consumo diretto, concentrato nei mesi autunnali, e alla produzione industriale di confetture e marron glacé. Interesse del tutto marginale ha il possibile impiego dei frutti come alimento per gli animali domestici.</p> <p><strong>Tannini</strong></p> <p>La corteccia e il legno del castagno sono ricchi di tannini e possono essere impiegate per la sua estrazione, destinata alle concerie. Questa destinazione d'uso, in Italia, ha riscosso un particolare interesse nei primi decenni del XX secolo, epoca in cui l'industria del tannino nazionale faceva largo impiego del castagno, ma dopo il 1940 ha perso importanza sia per la contrazione di questo settore sia per il ricorso, come materia prima, al legno di scarto[4].</p> <p><strong>Legno</strong></p> <p>Il legno di castagno[3] è caratterizzato dalla formazione precoce del durame, perciò presenta un alburno sottile. Il durame è bruno, mentre l'alburno è grigio chiaro. Strutturalmente è un legno eteroxilo con porosità anulare e tende a sfaldarsi in corrispondenza degli anelli[6].</p> <p>Fra i suoi pregi si citano la durevolezza e la resistenza all'umidità, perciò si presta per l'impiego come legno strutturale; la facilità di lavorazione lo rendono adatto ad essere impiegato per la realizzazione di vari manufatti. È inoltre un legno semiduro, adatto secondariamente anche per lavori di ebanisteria.</p> <p>La precocità di formazione del durame rende inoltre possibile l'attuazione di turni di ceduazione relativamente brevi, naturalmente in funzione del tipo di assortimento mercantile richiesto. La densità è dell'ordine di 1 t/m³ nel legno fresco e di 0,58 t/m³ per quello stagionato.</p> <p>Il legno lavorato presenta tonalità variabili dal giallo al rossastro, venature sottili e una spiccata nodosità.</p> <p>Per le sue caratteristiche tecnologiche, il castagno è stato tradizionalmente usato per molteplici impieghi e la realizzazione di travi, pali, infissi, doghe per botti, cesti e mobili, oltre alla già citata estrazione del tannino. Attualmente la sua destinazione principale è l'industria del mobile.</p> <p><strong>Apicoltura</strong></p> <p>L'apicoltura è un'attività accessoria che può appoggiarsi alla castanicoltura. Pur avendo impollinazione prevalentemente anemogama, i fiori maschili del castagno sono bottinati dalle api, perciò questa pianta è considerata mellifera. Il miele di castagno[7] ha una colorazione variabile dall'ambra al bruno scuro, retrogusto amaro, resiste alla cristallizzazione per lungo tempo, è particolarmente ricco di fruttosio e polline. La sua produzione si localizza naturalmente nelle zone a maggiore vocazione per la castanicoltura e, principalmente, nella fascia submontana fra i 500 e i 1000 metri di altitudine, lungo l'arco alpino, il versante tirrenico della fascia appenninica e nelle zone montane della Sicilia settentrionale.</p> <p><strong>Erboristeria</strong></p> <p>L'uso del castagno a scopo medicamentoso è un aspetto marginale, tuttavia questa specie è considerata pianta officinale nella farmacopea popolare[8]: per il contenuto in tannini, la corteccia ha proprietà astringenti, impiegabile in fitocosmesi per il trattamento della pelle. Alle foglie, oltre alle proprietà astringenti, sono attribuite proprietà blandamente antisettiche e sedative della tosse.</p> <p>Sempre nella farmacopea popolare di alcune regioni, la polpa delle castagne, cotta e setacciata, trova impiego in fitocosmesi per la preparazione di maschere facciali detergenti ed emollienti[8].</p> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>                                      all year round                                    </span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>1 cm</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>about 20-23 ° C.</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Until it Germinates</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span>Seeds Gallery 05.11.2012.</span></p> </td> </tr> </tbody> </table> </div> </body> </html>
V 13 5-S
Semi di Castagno europeo (Castanea sativa) 2.5 - 2
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Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: B 6)
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In occidente è conosciuto anche come Japanese Timber Bamboo, ovvero Bambù Giapponese da Legname.</p> <p>In tutta l’Asia la canna grezza è utilizzata da secoli per la costruzione di strutture portanti, in Giappone era essenziale per le coperture dei grandi templi e palazzi, e ancora oggi è l’unico materiale con cui si realizzano i flauti tradizionali Buddhisti (Shakuhachi), e le spade per combattere nell’arte marziale del Kendo (Shinai).</p> <p>Dalla seconda metà del 900 si è diffuso nel resto del mondo per utilizzi industriali, principalmente negli Stati Uniti e in Australia.</p> <p><strong>Descrizione</strong></p> <p>Il bambù gigante  Madake  è una specie che prospera principalmente in climi temperati, ma può sopportare – senza alcuna modificazione genetica – temperature da+40° a – 26° C.</p> <p>Resiste alle gelate, e per la sua resistenza meccanica può sopportare carichi di neve sulle sue cime senza spezzarsi o piegarsi, come succede con altre specie endemiche di zone più calde.</p> <p>Il Madake può sopportare neve o sole cocente per mesi, e questo lo ha portato a diffondersi in un’ ampia zona del pianeta.</p> <p>Queste caratteristiche  fanno del bambù gigante Madake uno dei principali candidati per la coltivazione in tutta Italia.</p> <p>Riduce l’effetto serra, combattendo il riscaldamento globale: i bambuseti sono fabbriche di fotosintesi, riducono i gas responsabili dell’effetto serra, infatti le piante di bambù gigante assorbono circa 5 volte la quantità di biossido di carbonio e producono circa il 35% in più di ossigeno, a parità di proporzioni, di una foresta di latifoglie o conifere.</p> <p>Un ettaro di Bambù gigante Madake cattura in un anno 17 tonnellate di carbonio, grazie all’enorme e perenne superficie fogliare.</p> <p>La presenza massiccia di silicio e carbonio assorbito dall’atmosfera, fa sì che i suoi germogli debbano essere bolliti per il consumo alimentare, onde eliminare il retrogusto amaro che hanno da crudi. Questo tipo di trattamento è comunque comune a tutte le specie di Bambù, unica eccezione è il Phyllostachys Dulcis, detto anche Sweetshoot (Germoglio Dolce), proprio perchè è l’unica specie che può essere consumata cruda.</p> <p>L’aspetto più sorprendente del bambù gigante Madake è rappresentato dalle straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2,  quasi due volte quella dell’acciaio, supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione. Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche un laboratorio di ricerca di Singapore, costituito da un team svizzero-asiatico, il Future cities laboratory, in collaborazione con l’Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, sta testando il bambù nel cemento armato, proprio al posto dell’acciaio.</p> <p>Altri valori:</p> <p>Resistenza meccanica alla compressione: 780 kg/cmq</p> <p>Resistenza meccanica alla trazione: 2480 kg/cmq</p> <p>Peso specifico: 700 kg/m3</p> <p>L’altezza dei culmi di una piantagione avviata, va dai 15 ai 20 metri.</p> <p>Il diametro varia da 8 ai 15 cm.</p> <p>É la specie di bambù gigante con il tempo di fioritura più lungo: 130 anni circa. La fioritura, per un Bambuseto equivale a una “morte momentanea“: i culmi si seccano per lasciare luce e spazio alla nuova generazione, ma i semi cadono sul terreno riformando il bambuseto nel giro di pochi anni, senza l’intervento dell’uomo.</p> <p>L’ultima fioritura del bambù gigante Madake è avvenuta nel 1970, per cui, se la natura lascia il suo ciclo invariato, la prossima fioritura avverrà nel 2100.</p> <p>I germogli completano la loro crescita diventando fusti in soli 60/90 giorni.</p> <p>La qualità del suo legno è superiore – per durezza, resistenza meccanica e durabilità – a quella del Rovere.</p> <p>I culmi si sviluppano con diametro uguale dalla base alla punta, senza deformazioni tipiche di altre specie di Bambù Gigante.</p> <p>Il Madake è la specie di Bambù Gigante con il maggiore spessore della parete legnosa. Per fare un esempio, un culmo di Dendrocalamus Giganteus (la specie più grande in assoluto) di 25/30cm di diametro, generalmente ha una parete legnosa dello stesso spessore di un culmo di Madake di 12/15cm.</p> <p>I germogli possono pesare fino a 1 kg, e rappresentano un prelibato alimento, ricco di minerali e vitamine, apprezzato dalla cucina orientale ed occidentale. E’ d’obbligo precisare che i germogli di grande pezzatura si riscontrano in foreste adulte dopo opportuni diradamenti atti ad ottenere culmi di grande dimensione e altezza, adatti per il legname.</p> <p>Relativamente più lento nella crescita rispetto ai Bambù giganti impiantati in zone tropicali, resta comunque una delle piante a più rapida crescita nel mondo, fra le prime specie dei climi temperati.</p> <p>E’ anche ignifugo: quando il bambù è verde difficilmente brucia, anche se fosse ha la forza necessaria, grazie alla rete di rizomi e al fogliame molto alto, per continuare a generare nuove canne ogni anno.</p> <p>Il bambù gigante Madake contiene sostanze naturali antibatteriche e antimicotiche che bloccano lo sviluppo di dannosi parassiti e non richiede l’utilizzo di pesticidi.</p> <p><strong><em>Ambiente e coltivazione</em></strong></p> <p><strong>1. Tipologia del terreno</strong></p> <p>Il bambù gigante Madake si adatta a quasi tutte le tipologie di terreno, fra le varie specie di Phyllostachys esportate nel mondo è quella con le capacità di adattamento più elevate. Cresce bene anche in montagna: le foreste di Madake si estendono dai tropici alle regioni più temperate: Cina, Giappone, Himalaya, Europa e Nord America, con una distribuzione che va dal livello del mare fino a 4000 mt di altitudine.</p> <p>Essendo un Phyllostachys di tipo Runner, i rizomi “strisciano” ad una profondità di 20-30 cm. e pertanto non necessita di terreni profondi, può essere coltivato anche in presenza di bancate rocciose e falde acquifere.</p> <p>Sono da evitare terreni non drenanti con ristagni d’acqua in superficie e terreni confinanti con stagni salmastri.</p> <p>Viene usato anche per risanare terreni o acque reflue inquinate, per via dei suoi effetti “fitodepurativi”.</p> <p>Il Madake prospera anche in terreni leggermente alcalini e sopporta il calcare, sempre che non sia dominante.</p> <p>Il terreno ideale per coltivare la maggior parte dei Phyllostachys di tipo Runner è un terreno fresco, leggero e ben drenato con pH variabile da leggermente acido a neutro, fino ad arrivare ad uno leggermente alcalino. Il bambù gigante Madake è comunque la specie di bambù  che meglio si adatta alle varie composizioni di terreno.</p> <p>Come per tutti i Bambù che superano i 2 metri di altezza, è altamente consigliata l’esposizione a pieno sole</p> <p><strong>2. Preparazione del terreno</strong></p> <p>Praticare un’aratura come quella effettuata solitamente per il grano: aratura (profondità 40/50cm.) da effettuare una sola volta 1-2 mesi prima dell’impianto.</p> <p>La concimazione di fondo, soprattutto organica, anche se non indispensabile a bambuseto maturo, è indicata per accelerare lo sviluppo ed ottenere buoni risultati di produzione.</p> <p>Noi consigliamo comunque una concimazione NPK in autunno e primavera: studi effettuati negli USA (vedi world bamboo organisation ) hanno documentato la necessità di dette concimazioni per ottimizzare l’accrescimento. E’ necessario però farsi assistere da esperti perchè una dose errata di fertilizzante può portare a scompensi e rallentamenti della crescita.</p> <p>Per contenere il bambuseto è sufficiente realizzare dei fossi perimetrali di circa 60-70 cm. di profondità.</p> <p>Oltre al fosso perimetrale, è bene realizzare dei sentieri di  3-4 metri di larghezza per consentire il trasporto dei culmi durante la raccolta.</p> <p><strong>3. Messa a dimora delle piantine</strong></p> <p>Eccetto i periodi di gelo intenso, il bambù gigante Madake può essere trapiantato in tutte le stagioni.</p> <p>Il periodo migliore è alla fine dell’estate e nel corso dell’autunno. Il terreno in quel periodo è sufficientemente riscaldato per permettere uno sviluppo rapido del sistema ipogeo. L’autunno, inoltre, è il periodo di crescita dei rizomi e in poco tempo il bambù attecchisce.</p> <p>Praticare buche della grandezza pari alla dimensione dei vasi;</p> <p>Dopo aver svasato e messo a dimora la pianta nel terreno, effettuare una concimazione organica localizzata a ridosso delle piante;</p> <p>Effettuare una pacciamatura attorno alle piante;</p> <p>Si consiglia la semina di azotofissatori come  erba medica, trifoglio o favino per contenere lo sviluppo delle erbe infestanti. Essendo una graminacea dominante,  le infestanti verranno completamente eliminate dal bambù durante il suo sviluppo;</p> <p>La necessità di irrigazione dovrà essere valutata in base alle condizioni climatiche della zona di coltivazione. Se vengono impiantate piante madri con rizoma già formato (consigliabile per assicurare l’attecchimento e ridurre notevolmente il sesto d’impianto e relativo costo), l’irrigazione può essere effettuata anche a pioggia, almeno sino a quando lo consentirà l’altezza della vegetazione.</p> <p>L’irrigazione è necessaria solo nei primi 2/3 anni di vita.</p> <p>Dal secondo anno in poi, il rinnovo delle foglie rappresenta una vera e propria pacciamatura e concimazione naturale: marcendo sul terreno, le foglie producono humus ed allo stesso tempo proteggono l’apparato radicale dal freddo e dalla siccità.</p> <p>Dal quarto anno in poi, l’irrigazione è consigliata solo in casi di grave siccità (4/5 mesi senza precipitazioni).</p> <p><strong>4.1 Sesti di impianto</strong></p> <p>I sesti realizzabili differiscono notevolmente in funzione della specie e, soprattutto, se vengono impiantate piantine radicate di pochi mesi, oppure piante madri fornite di apparato rizomatico già formato e pronto a produrre nuovi germogli. Il rizoma già formato garantisce un attecchimento immediato, con conseguente perdita di piante pari a zero.</p> <p>L’attecchimento immediato  garantisce un veloce sviluppo di nuovi rizomi che inevitabilmente ci daranno nuovi germogli fin dal primo anno di insediamento delle piante, senza dover aspettare 3 o 4 anni se si mettono a dimora piantine di 20 o 30 cm.</p> <p>Precisiamo che le piantine senza apparato rizomatico vengono ottenute per micropropagazione in ambiente asettico.</p> <p>Questa tecnica è sconsigliata dalla world bamboo organization perchè, una volta trasferite in campo, le piantine sono esposte a microorganismi patogeni prima che sviluppino le proprie difese naturali. Ciò può pregiudicare l’attecchimento e comunque ne rallenta la crescita.</p> <p>In Italia vengono proposti sesti che vanno dal 3 x 3 sino al 20 x 20. Se facciamo riferimento all’esperienza e alle continue sperimentazioni condotte negli USA (riteniamo attendibili soprattutto quelle praticate nell’Oregon con condizioni climatiche simili alle nostre), il sesto più adottato è 20 x 20: 400 mq a disposizione di ogni pianta madre con apparato rizomatico già sviluppato.</p> <p>Il rizoma della pianta madre, trova così lo spazio ed il terreno fertile di cui necessita, senza entrare in competizione con le altre piante.</p> <p>Per maggior chiarezza precisiamo che un sesto 5×5 produrrà molti germogli, ma nessun culmo commerciale per legname perchè lo spazio a disposizione di ogni pianta madre non ne consente lo sviluppo.</p> <p>I culmi di bambù gigante raggiungono altezze più grandi di anno in anno, aumentandone anche il diametro: vale a dire che i culmi del 4° anno saranno molto più grossi di quelli del secondo.</p> <p><strong>4.2 L’espansione della piantagione avviene nel modo seguente:</strong></p> <p>una pianta madre alta circa 2,5 metri, con 4 canne, produce tre nuovi germogli in primavera che raggiungeranno un’altezza di 3 metriRunner Propagation - ABS in 2 mesi.</p> <p>Il secondo anno queste sette canne produrranno da 5 a 10 nuovi germogli che raggiungeranno circa 5 metri di altezza con un aumento del diametro proporzionale all’altezza .</p> <p>Andando avanti al 4° anno, questa pianta avrà prodotto 60 culmi abbastanza robusti da raggiungere 15 metri di altezza. Questo perché i germogli si sviluppano in proporzione alla robustezza del rizoma e si comportano come se fossero una singola pianta madre.</p> <p>Dall’anno successivo il rizoma generato dalla prima pianta madre avrà raggiunto la robustezza necessaria per produrre germogli sempre più grossi con culmi che supereranno i 20 metri e che avranno un diametro ed uno spessore da legno pregiato.</p> <p>Facciamo bene i conti, considerando una produzione di soli 3 germogli: al quarto anno abbiamo 1200 culmi da almeno 15 metri di altezza (20×60);</p> <p>• Al quinto anno ciascuno di essi produrrà almeno 3 nuovi germogli (3×1200) = 3.600 culmi più robusti e più alti della pianta madre che li ha generati, + 1200 genitori = 4800;</p> <p>• Al sesto anno i 4.800 culmi, se lasciati sul campo, produrranno altri 14.400 germogli che diventeranno culmi da oltre 20 metri di altezza entro 60/90 giorni.</p> <p>• Dopo 6 anni avrai ottenuto 19.200 piante ! Una buona parte l’avrai già collocata sul mercato, anche per lasciare spazio ai nuovi germogli che diventeranno culmi in pochi mesi.</p> <p>Se si intende sfruttare il bambuseto privilegiando la produzione di germogli, si può giustificare un sesto molto fitto (5 x 5), ma si otterranno comunque dei germogli di pezzatura medio-piccola.  Una recente tendenza – diretta alla sola produzione di germogli alimentari – è quella di disporre le piante al centro del terreno da colonizzare: i rizomi si svilupperanno verso la periferia trovando sempre terreno fertile.</p> <p>Dal punto di vista della redditività, si consideri che da un kg. di germogli si ricavano circa 2 euro, mentre da un culmo se ne ricavano almeno 12.</p> <p>Il culmo di Madake ha una vita media di circa 20/25 anni, ciò significa più del doppio degli altri phyllostachys, infatti i culmi di altre specie hanno una vita che varia dai 5 ai 10 anni. La raccolta può essere effettuata a partire dal 3° anno dopo l’emergenza.</p> <p>La piena maturità del bambuseto di Madake si raggiunge tra i 6 e 8 anni in funzione del tipo di terreno, delle condizioni climatiche e colturali.</p> <p><strong>5.Coltivazione e gestione di un bambuseto</strong></p> <p>Il bambù gigante Madake, dopo la messa a dimora non necessita di cure particolari:</p> <p>è sufficiente assicurare il fabbisogno idrico.</p> <p>non necessita di potature</p> <p>nessuna aratura del terreno (anzi, è da evitare per non danneggiare i rizomi).</p> <p>una corretta concimazione annuale è consigliata sino a raggiungimento della maturità del bambuseto, per accelerarne lo sviluppo.</p> <p>Proprio perché non sottrae tempo prezioso, questo tipo di coltura è indicato per diversificare la produzione e trasformare la propria attività in azienda multireddito.</p> <p><strong>Raccolta e trasformazione del prodotto</strong></p> <p><strong>Germogli e Foglie</strong></p> <p>La raccolta dei germogli per uso alimentare rappresenta una sana potatura.</p> <p>I germogli completano la loro crescita diventando culmi in circa 60/90 giorni.</p> <p>Una volta sviluppata la parte “legnosa”, il germoglio non è più commestibile.</p> <p>Se tutti i germogli prodotti dal bambuseto venissero lasciati crescere, solo alcuni di essi diventerebbero culmi di grandi dimensioni: il bambuseto si autoregola in base alla proprie capacità di nutrire le nuove canne. Anche per questo motivo non concordiamo con chi propone sesti d’impianto troppo fitti.</p> <p>Il bambù gigante Madake produce i primi germogli già dal primo anno e se ne può iniziare la raccolta dopo soli 3 anni.</p> <p>In Sardegna la raccolta si effettua in primavera, a partire dal mese di aprile, sino a giugno.</p> <p>La trasformazione industriale dei germogli consente la produzione di creme alimentari e conservazione sottolio, come qualche coltivatore sta già facendo .</p> <p>Le foglie, in campo alimentare sono utilizzate per tisane, bevande, infusi.</p> <p>Le foglie, in campo cosmetico/farmaceutico sono utilizzate per  creme, shampoo, unguenti e simili.</p> <p>Esiste anche un mercato per le foglie essiccate, che vengono vendute come spezia aromatizzante</p> <p>In media, da un bambuseto viene raccolto circa il 30% dei culmi ogni anno.</p> <p>Il taglio, in Sardegna, può essere effettuato in autunno/inverno, indicativamente da ottobre a febbraio.</p> <p>Per il taglio è sufficiente una comune motosega leggera.</p> <p>L’attesa per il primo taglio dei culmi, varia a seconda della destinazione d’uso: il coltivatore può scegliere i tempi e le modalità di rientro del suo investimento:</p> <p>Per destinarlo a produzione di pellet, biomassa o multistrati leggeri, i culmi di Madake possono essere tagliati già dal terzo-quarto anno, mentre per altre specie è necessario attendere 6 – 8 anni.</p> <p>Il taglio annuale dei culmi rappresenta il 25% – 30% del totale.  Con un ettaro di bambù gigante Madake si producono circa 1000 q.li di biomassa; con il legno tradizionale per avere le stesse quantità bisognerebbe abbattere 20 ettari di bosco.</p> </body> </html>
B 6 (5 S)
Semi di Bambù Gigante Madake (Phyllostachys bambusoides)  - 3
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Varietà dalla Serbia
Semi di Colorato Cicerchia,...

Semi di Colorato Cicerchia,...

Prezzo base 2,15 € -15% Prezzo 1,83 € (SKU: VE 47 S (6.5g))
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Colorato Cicerchia, Pisello d'India (Lathyrus sativus)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Confezione di 6,5 g (30) semi.</strong></span></h2> <p>La cicerchia (Lathyrus sativus L., 1753), o pisello d'India, è un legume appartenente alla famiglia delle Fabaceae, diffusamente coltivato per il consumo umano in Asia, Africa orientale e limitatamente anche in Europa e in altre zone. È una coltura particolarmente importante in aree tendenti alla siccità e alla carestia, detta coltura di assicurazione poiché fornisce un buon raccolto quando le altre colture falliscono. È anche nota con i nomi di pisello d'erba, veccia indiana, pisello indiano, veccia bianca, almorta, guija, pito, tito o alverjón (Spagna), chícharos (Portogallo), guaya (Etiopia) e khesari (India). Il consumo in Italia è limitato ad alcune aree del centro-sud ed è in costante declino.</p> <p>Come altre Leguminacee, L. sativus produce semi ad alto contenuto di proteine. I semi tuttavia contengono anche, in quantità variabile, una neurotossina rappresentata da acido β-N-Oxalyl-L-α,β-diaminopropionico, od ODAP.[1] L'ODAP è considerato la causa della malattia detta neurolatirismo, una patologia neurodegenerativa che causa, oltre ad effetti immediati nervosi, la paralisi degli arti inferiori. La malattia è stata riscontrata in seguito a carestie in Europa (Francia, Spagna, Germania), nel Nordafrica, nell'Asia meridionale, ed è ancora persistente in Eritrea, Etiopia ed Afghanistan quando il seme delle specie Lathyrus diviene la fonte esclusiva o principale di nutrimento per lunghi periodi. Le ricerche rivelano che la concentrazione di ODAP nelle piante aumenta in condizioni estreme (ad esempio, siccità), aggravando il problema. Sono in corso programmi di tecniche di coltivazione che producano piante di L. sativus con minor concentrazione di ODAP.</p> <p>La gastronomia tradizionale delle regioni secche dell'interno della penisola iberica prevede l'uso della farina di cicerchia (localmente nota come harina de almorta) per la preparazione di piatti cremosi, generalmente noti come gachas.</p> <p>Il consumo di semi selezionati, coltivati e preparati in modo da eliminarne la tossicità fanno parte della cultura italiana.</p> <p>La sostanza tossica è presente in diversa concentrazione in numerose specie del genere Lathyrus; in molti casi le intossicazioni sono causate da specie non identificate.</p> </body> </html>
VE 47 S (6.5g)
Semi di Colorato Cicerchia, Pisello d'India (Lathyrus sativus)
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Semi di Tabacco Virginia Gold - Oro 1.75 - 1

Semi di Tabacco Virginia...

Prezzo base 1,75 € -15% Prezzo 1,49 € (SKU: D 4)
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<h2><span style="font-size: 14pt;" class=""><strong>Semi di Tabacco Virginia Gold - Oro</strong></span></h2> <h2><span><strong><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;">Prezzo per Pacchetto di 50 semi.</span></strong></span></h2> <div> <p>Storico tabacco Virginia luce come un motivo per il tabacco di sigaretta e Pfeifenschnittgut. Virginia oro è già cresciuto e coltivato dal 1930. Questa specie è così forte nel gusto e originale rispetto alla nicotina bassa e tendono ad essere molto leggera corrente Virginiazüchtungen.</p> </div> <div>Opinioni di tabacco Virginia:</div> <div>tabacco della Virginia è il fondamento di miscele americani, come quello usato in un certo numero di miscele di sigarette e pipe. Mentre circa il 60% Virginia, Burley 30% e il 10% sono misti-Orient e Würztabake. Virginia e Burley processo soßiert del Würztabake essere fermentato, il tabacco orientale è secca e depositato.</div>
D 4 (50 S)
Semi di Tabacco Virginia Gold - Oro 1.75 - 1
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Pianta gigante (con frutti giganti)

Varietà dal Perù
Semi di mais Gigante Cuzco...

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Prezzo base 2,25 € -15% Prezzo 1,91 € (SKU: P 279)
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Mais Gigante Cuzco</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>P<strong>rezzo per Pacchetto di 5 o 10 semi.<br /></strong></strong></span></h2> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Nativo del Perù e dell'Ecuador Il mais gigante peruviano - noto anche come Choclo è una varietà orribilmente grande di mais.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">I gambi raggiungono fino a 500 - 550 cm di altezza.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Nelle varietà standard di mais il peso medio va dai 25 ai 35 grammi per 100 semi di mais. Nel mais gigante peruviano il peso per 100 chicchi va da 90 a 95 grammi per 100 semi di nocciolo - che è quasi 3 volte la dimensione e la resa.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">È un mais a maturazione tardiva e si stima che necessiti di 120-150 giorni per maturare.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Si direbbe che essere indigeni delle Ande montane si adatterebbero a condizioni ventose, ma non è questo il caso. Si sono evoluti nella valle peruviana di Urrabamba e nelle vicinanze che è riparata e ha un clima relativamente mite.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Mais gigante peruviano aka Choclo</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Le piante producono numerose pannocchie di mais relativamente corte con chicchi giganti.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Il sapore è paragonabile al mais dolce standard. Non è eccessivamente dolce - lieve a dolce dolce con una consistenza cremosa sarebbe la migliore descrizione. I peruviani di solito li bollono. In Ecuador e in Bolivia li asciugano prima e poi scoppiano o "li pop" in olio - un po 'come popcorn. Noi gringos possiamo goderceli come qualsiasi altro mais.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Mais Dovrebbe essere piantato in blocchi anziché in file e non dovrebbe essere piantato vicino ad altre varietà di mais.</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">L'impollinazione incrociata tende a produrre cereali amidacei di scarsa qualità. Sugar Pearl, come per alcuni fornitori, non ha bisogno di essere isolato come fanno altre varietà - questo è perfetto per Sugar Pearl, ma non necessariamente per l'altra varietà.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Il mais gigante peruviano può essere seminato direttamente nel terreno, oppure può anche essere avviato all'interno e successivamente trapiantato. Se si inizia al chiuso, assicurarsi di disporre di un contenitore più grande del normale in quanto potrebbe facilmente superare il contenitore prima del trapianto. Qualunque sia la tua scelta, piantala in blocchi di almeno quattro file, per un'impollinazione adeguata e orecchie ben piene</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Profondità di semina: 5 cm</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Germinazione: da 6 a 8 giorni</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Invecchiamento: a 120 - 150 giorni.</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Colore: bianco - giallo pallido</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Spaziatura dei semi: 30-35 cm l'uno dall'altro.</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Distanza tra le file: 100 cm</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Dimensioni dell'impianto: 400 - 550 cm</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Dimensione pannocchia di mais: lungo 17-20 cm</span><br /><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Full Sun</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Il mais ha radici poco profonde e utilizza molto azoto e oligoelementi. Per aiutare il raccolto a iniziare al meglio, prepara il terreno prima con un fertilizzante ricco di azoto. Anche letame o compost ben decomposti sono utili.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt; font-family: georgia, palatino, serif; color: #000000;">Pianta nel lato nord del giardino, mentre i gambi di mais negano la luce solare per il resto delle tue colture da giardino, potresti anche volerne coltivare alcuni dove fornirà ombra alle piante che non possono tollerare la piena luce del sole.</span></p> <h2 class="h1 product-detail-name"><a href="https://www.seeds-gallery.shop/it/home/semi-di-mais-gigante-peruviano-sacsa-kuski.html" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Semi Di Mais Gigante Peruviano Sacsa Kuski, puoi acquistare QUI</a></h2> </body> </html>
P 279 5S NS
Semi di mais Gigante Cuzco - Cusco
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Pianta gigante (con frutti giganti)

Varietà dalla Grecia
Semi di peperoni dolci...

Semi di peperoni dolci...

Prezzo base 1,75 € -15% Prezzo 1,49 € (SKU: PP 26)
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<h2 class=""><strong>Semi di peperoni dolci "Florinis" Grecia tradizionale</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 o 50 semi.</strong></span></h2> <p>Grecia Peperoni dolci tradizionali (noti in Grecia come "Florinis"), un ottimo gusto dolce! Varietà florin, lunghezza 23 - 28 cm e peso 200 g per frutta. In Grecia, questo pepe è preparato in vari modi, dal riempimento all'insalata e alla conservazione. È libero di dire che il tavolo senza questo pepe preferito in greco è impensabile. Le piante sono fertili e altamente resistenti alle malattie.</p> <p>Il peperone dolce Florina (in greco: πιπεριά Φλωρίνης) è un peperone coltivato nella regione greca settentrionale della Macedonia occidentale e in particolare nella più ampia area di Florina; per il quale è chiamato. Ha un colore rosso intenso e ha la forma di un corno di mucca. Inizialmente, il peperone ha un colore verde, maturando in rosso, dopo il 15 agosto. Il peperoncino Florina è noto in Grecia per il suo ricco sapore dolce, utilizzato in vari piatti greci ed è esportato in varie forme in scatola all'estero, solitamente spogliato a mano, mantenendo i profumi naturali del peperone dolce e condito con olio extra vergine di oliva, sale, e aceto.</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>Il seme fu portato dal Brasile nella Macedonia occidentale in Grecia nel 17 ° secolo e coltivato dai greci macedoni locali a Florina, Prespes, Veroia, Aridaia e Kozani ma solo a Florina, la sua coltivazione ebbe successo, dove si adattò al greco macedone il clima e il suolo e, infine, le altre regioni hanno smesso di coltivare il pepe, lasciando Florina come unico produttore. Il pepe appartiene al genere capsico della famiglia delle solanacee della belladonna. I peperoni di Florina hanno ottenuto il riconoscimento di Denominazione di origine protetta nel 1994 dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). [4] Ogni anno, durante gli ultimi giorni di agosto, in un piccolo villaggio locale di Aetos, Florina si svolge una festa di peperoni, tra cui celebrazioni con gruppi musicali e ricette cotte, a base di peperoni che vengono offerti a tutti gli ospiti.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>L'alta produttività e l'adattamento della pianta possono essere raggiunti in terreni drenanti efficienti, luoghi pieni di sole e venti deboli per la protezione della sua ramificazione e sensibilità delle radici. Le temperature più convenienti per la sua crescita sono comprese tra 20 ° e 26 ° C durante il mezzogiorno e tra 14 ° e 16 ° C durante la notte. Il loro raccolto dura fino a 18 settimane, maturando fino a metà agosto. Un peperone rosso di buona qualità di Florina dovrebbe essere di colore brillante, denso, deciso e dolce. Il suo consumo dovrebbe essere evitato con la comparsa di opacità, crepe o deterioramento, che sono fattori della riduzione della qualità della verdura.</p> <p><strong>Cucina e ricette</strong></p> <p>I peperoni rossi di Florina sono generalmente arrostiti e ripieni di diverse combinazioni di cibi, come riso, carne, gamberi e formaggio feta. Questi peperoni vengono utilizzati in salse, insalate, pasta, ricette di carne o purè, creando un paté con ricette tradizionali. Possono anche essere essiccati, in scatola, congelati e marinati, solitamente guarnendo insalate greche. Possono essere arrostiti, tagliati a fette e serviti come antipasto, aggiungendo olio d'oliva, aglio e sale marino. Una nota ricetta tradizionale in Grecia con peperoni ripieni è Gemista.</p> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
PP 26 (10 S)
Semi di peperoni dolci Florinis Grecia tradizionale
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Semi di baobab africano...

Semi di baobab africano...

Prezzo base 1,95 € -15% Prezzo 1,66 € (SKU: T 6)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di baobab africano (Adansonia digitata)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5, 10, 20 semi.</strong></span></h2> <p>Il<span> </span><b>baobab africano</b><span> </span>(<i><b>Adansonia digitata</b></i><span> </span><small>L.</small>) è una<span> </span>pianta<span> </span>della<span> </span>famiglia<span> </span>delle<span> </span>Bombacaceae<span> </span>(Malvaceae<span> </span>secondo la<span> </span>classificazione APG).</p> <p>È diffuso in gran parte dell'Africa, ed è leggendario per l'eccezionale longevità e per le notevoli dimensioni che il tronco, ricco di ramificazioni, può raggiungere.</p> <h3><span class="mw-headline" id="Fusto">Fusto</span></h3> <p>Questi alberi hanno un<span> </span>tronco<span> </span>rigonfio, che può raggiungere i 25 m di altezza, con un diametro di 3-10 m; la<span> </span>corteccia<span> </span>è liscia, di colore dal rosso-brunastro al grigiastro, spessa sino a 10 cm.</p> <h3><span class="mw-headline" id="Foglie">Foglie</span></h3> <p>Le<span> </span>foglie<span> </span>sono alterne, digitate, con 3-9 digitazioni lunghe 5-15  e larghe 3-7 cm, di colore verde scuro, a margine intero.</p> <h3><span class="mw-headline" id="Fiori">Fiori</span></h3> <p>I<span> </span>fiori, bisessuali,<span> </span>actinomorfi, hanno un diametro sino a 20 cm; presentano un<span> </span>calice<span> </span>profondamente lobato e<span> </span>petali<span> </span>di consistenza cerosa, biancastri; gli<span> </span>stami, molto numerosi, formano un fiocco centrale; l'ovario<span> </span>è supero, con 5-10 concamerazioni. Fioriscono all'imbrunire e dopo appena 24 ore appassiscono divenendo di colore bruno.</p> <h3><span class="mw-headline" id="Frutti">Frutti</span></h3> <p>Il frutto è di forma grossolanamente ovoidale, lungo 12 cm o anche più; è costituito da un<span> </span>epicarpo<span> </span>legnoso, ricoperto da una lanugine di colore giallo-verdognolo, e da un<span> </span>endocarpo<span> </span>polposo, suddiviso da filamenti fibrosi in 5-10 spicchi, in cui sono contenuti i<span> </span>semi.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Biologia">Biologia</span></h2> <p>L'impollinazione<span> </span>di<span> </span><i>Adansonia digitata</i><span> </span>è opera di diverse specie di<span> </span>pipistrelli.<span> </span>Tra le specie il cui coinvolgimento è stato convincentemente dimostrato vi sono<span> </span><i>Eidolon helvum</i>,<span> </span><i>Epomophorus gambianus</i><span> </span>e<span> </span><i>Rousettus aegyptiacus</i>.<sup id="cite_ref-4" class="reference"></sup><sup id="cite_ref-6" class="reference"></sup></p> <p>Un ruolo minore sembrano giocare alcuni primati notturni quali<span> </span><i>Galago senegalensis</i><span> </span>e<span> </span><i>Otolemur crassicaudatus</i><sup id="cite_ref-7" class="reference"></sup><span> </span>ed alcune farfalle notturne quali<span> </span><i>Heliothis armigera</i>,<span> </span><i>Diparopsis castanea</i><span> </span>ed<span> </span><i>Earias biplaga.</i><sup id="cite_ref-WAF_2-4" class="reference"></sup></p> <h2><span class="mw-headline" id="Distribuzione_e_habitat">Distribuzione e habitat</span></h2> <p>La specie è ampiamente diffusa nell'Africa subsahariana.</p> <h2><span class="mw-headline" id="Usi">Usi</span></h2> <p>I frutti, le foglie e i fiori sono una importante risorsa nutrizionale per il loro contenuto in<span> </span>vitamina C. I semi sono ricchi di proteine e vengono utilizzati per l'estrazione di un olio ad uso alimentare.</p> <p>Le fibre della corteccia sono utilizzate per realizzare funi, ceste, indumenti, cappelli.</p> <p>Varie parti della pianta sono utilizzate nella medicina popolare: la corteccia e le radici ridotte in polvere vengono utilizzate come rimedio contro la<span> </span>malaria; la polpa dei frutti mischiata con il<span> </span>miele<span> </span>viene utilizzata contro la tosse; le foglie vengono impiegate per trattare diarrea e febbri. Per tali sue virtù la pianta è oggetto di venerazione presso molte popolazioni africane.</p> <h2><strong>Come germogliare i semi di baobab</strong></h2> <p>I semi di baobab sono dormienti nel terreno a volte per anni fino a quando non germinano. Quindi usiamo alcune tecniche per aumentare il tasso di germinazione. Immergi i semi in acqua quasi bollente (80-90 ° C) per 6 minuti, quindi il tasso di germinazione aumenta fino all'80%. Sand la piccola superficie con carta vetrata dei semi fino a quando il primo strato inizia a schiarire, quindi immergere i semi per 48 ore, cambiando l'acqua dopo le prime 24 ore. Semina: puoi seminare in vasi, sacchetti di semenzali, semina o aiuole. È importante ricordare che è necessario seminare tra 8 e 10 cm, le piantine di Baobá hanno radici molto impegnative e crescono vigorosamente ha bisogno di spazio, quindi scegli immediatamente cosa vuoi fare con l'esemplare; se hai intenzione di fare un bonsai, ad esempio, pianta in vasi poco profondi e nel terzo mese esegui la prima potatura delle radici. Se vuoi un bellissimo albero, scegli un luogo con molto spazio e non sulle rocce per evitare che cada in futuro.</p> <p>Coltivazione: il baobab non richiede molto in termini di suolo. In questo caso, più è drenato, meglio è. L'eccesso di materia organica nel suolo può causare l'accumulo di acqua che può causare la decomposizione delle radici e la propagazione dei funghi. Tollera terreni sassosi o sabbiosi.</p>
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<h2><span style="font-size: 14pt;"><strong>Plastica Provetta trasparente con coperchio 1.5ml</strong></span></h2> <h3><span style="color: #ff0000; font-size: 14pt;"><strong>Il prezzo è per 1 provetta.</strong></span></h3> <p>Ideale per immagazzinare semi o altre cose.</p> <p>Il coperchio è perfettamente chiuso e quindi, in modo da poter contenere anche liquidi.</p> <p>Tubo di centrifuga monouso con tappo</p> <p>Realizzato in materiale pp, resistenza al calore fino a 150 gradi, nessuna bolla senza impurità.</p> <p>Bottone a punta, coperchio flessibile, facile da aprire.</p> <p>Capacità: 1.5ml</p> <p>Materiale: PP</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
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