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<h2><strong>Semi di rafano tataro (Crambe tataria)</strong></h2>
<h2><span style="color: #f80303;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</strong></span></h2>
<p>Una cultura di due o tre anni cresciuta come un rafano migliorato. Le radici di Katran sono più ricche di composizione chimica e gusto rispetto al solito Rafano, e anche più tecnologicamente avanzate durante la lavorazione (la radice non si ramifica). La varietà è consigliata per l'uso in forma fresca e trasformata, sia radici che foglie. Rosetta di foglie semi-rialzata, ben frondosa.</p>
<p>La pianta ha una foglia di grandi dimensioni, tenera, succosa, senza pubescenza. La radice è cilindrica, diritta, liscia, del peso di 150-350 g. Il frutto è bianco, denso, con un sapore e un aroma esattamente come il rafano.</p>
<p>Varietà dalla Russia</p>
<p>La resa media è di 3,9 kg a 6,9 m2.</p>
<p>Semina i semi prima dell'inverno o della primavera dopo una stratificazione di 3 mesi. Spaziatura consigliata 70x40 cm. Preferisce un terreno ben strutturato e fertile.</p>
<h2><strong><span>Coltivazione</span></strong></h2>
<p><span>Il rafano cresce bene in un terreno asciutto e fertile, in mezz'ombra o in posizione soleggiata. Viene perlopiù coltivato come pianta annuale, con semina nel mese di febbraio, in terreno ben concimato e drenato, già preparato da alcuni mesi. Le piantine vanno distanziate di una trentina di centimetri l'una dall'altra, in file distanti tra loro 50 centimetri. La pianta non ama la siccità; pertanto, quando scarseggiano le piogge, è opportuna l'annaffiatura.</span></p>
<h2><strong><span>Utilizzo fresco in cucina</span></strong></h2>
<p><span>La radice del rafano ha un sapore dolce, leggermente piccante e soprattutto fortemente aromatico e balsamico (si avverte decisamente nelle vie respiratorie e causa lacrimazione). Il rafano è usato, nella cucina tradizionale della Basilicata, per la preparazione della cosiddetta rafanata materana, in cui il rizoma grattugiato fresco è unito a formaggio pecorino, uova sbattute, prezzemolo e pepe nero per la preparazione di una frittata alta anche alcuni centimetri, ricca pietanza tipica del periodo di Carnevale. Il rafano crudo è il condimento principe dello 'Ndrupp'c, o "intoppo", il ragù tipico della città di Potenza: viene grattugiato fresco, direttamente sul piatto di ragù appena preparato, in aggiunta al formaggio, e subito portato in tavola. Utilizzato il tal modo viene ironicamente definito dai Potentini "u tartuf' d'i povr' òmm" (trad. "il tartufo dei poveri"; letteralmente, "il tartufo dei poveri uomini"). Nella provincia di Potenza è utilizzata anche la foglia per aromatizzare minestre a base di verza. Viene anche utilizzato per creare un surrogato del wasabi</span></p>
<p><span>Nella cucina triestina, il rafano grattugiato fresco è usato come condimento essenziale per gli antipasti a base di prosciutto cotto in crosta di pane o di prosciutto cotto tipo "Praga".</span></p>
<h2><strong><span>La salsa</span></strong></h2>
<p><span>Dalla radice grattugiata macinata e ridotta in pasta, con l'aggiunta di aromi come aceto, pangrattato, mela ed eventualmente un po' di zucchero, si ottiene una salsa piccante che viene accompagnata ad affettati, carni bollite, pesce affumicato e altre pietanze. Si usa, in particolar modo, nella cucina ebraica, in quelle tedesca ed Est europea. In Italia è diffusa soprattutto nel Triveneto, in particolar modo in Friuli-Venezia Giulia e in Provincia di Treviso, e la salsa prende il nome di cren (o kren) dal tedesco. È onnipresente come accompagnamento dei piatti a base di carne pure nella cucina sudtirolese, in particolare assieme allo speck. In Alto Adige inoltre è usanza portarne una porzione in chiesa in occasione della messa di Pasqua. Il kren cosi benedetto si dice abbia la virtù di allontanare i serpenti per un anno intero da chi ne abbia consumato in questa festività.</span></p>
<p><span>Un'altra salsa di rafano viene preparata nella misura delle tre parti, cioè una parte di maionese, una di mollica di pane (ammollata nel latte, spremuta e infine ridotta in poltiglia) e una di radice grattata finemente, il tutto corretto di sale con un'aggiunta di aceto, che servirà alla conservazione ed a dare un pH corretto onde evitare il botulino a corto termine. Non si presta ad essere invasata.</span></p>
<h2><em>How to Grow Horseradish from Seed</em></h2>
<p><strong>Timing</strong></p>
<p>For first season harvests, start the seeds indoors in January to February and transplant out in April. The goal is to achieve large, fully established roots that can be divided and/or replanted. If time is not pressing, direct sow any time from March into summer. Optimal soil temperature: 7-23°C (45-75°F).</p>
<p><strong>Starting</strong><br />Sow seeds 5mm-1cm (¼-½”) deep in well cultivated, deep soil. Seeds will sprout in 7-25 days, depending on conditions. Thin or transplant to 20cm (8″) apart in rows 40-50cm (16-20″) apart.</p>
<p><strong>Growing</strong><br />Ideal pH: 6.0-6.8. Well-drained, warm soil in full sun is best. Raised beds help with both drainage and warmth. Use 1 cup of complete organic fertilizer for every 3m (10′) of row. Newly emerged leaves are edible or should be left to mature if growing for the roots. The flower petals are also edible — flowers should be removed before they set seeds, as they will self-sow with enthusiasm.</p>
<p><strong>Harvest</strong><br />For the leaves, harvest as needed, shortly after they emerge, before they become woody. For the roots, harvest November through March. The roots can also be lifted and stored for spring planting to keep the crop going from season to season.</p>
<p><strong>Diseases & Pests</strong><br />In our experience, insects do not cause problems for horseradish.</p>
<p><strong>Companion Planting</strong><br />Horseradish is thought to repel aphids and whiteflies, blister beetles, potato beetles, and some varieties of caterpillar. Its flowers attract beneficial predatory hoverflies.</p>
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