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Pianta gigante (con frutti giganti)

Pianta resistente al freddo e al gelo
Semi di cipolla gigante...

Semi di cipolla gigante...

Prezzo 1,95 € (SKU: MHS 155)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di cipolla - Barletta Silverskin</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 20 semi.</strong></span></h2> <p>Una varietà altamente produttiva che può essere coltivata dai semi. Il tempo della sua vegetazione è lungo. I suoi bulbi diventano molto grandi, quindi hanno bisogno di un'area più grande per crescere. Il gusto è</p>
MHS 155 (20 S)
Semi di cipolla gigante Goliath

Varietà dall'Italia
Semi di cavolo di palma...

Semi di cavolo di palma...

Prezzo 1,75 € (SKU: VE 76)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di cavolo di palma Nero di Toscana</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>20 Semi in confezione.</strong></span></h2> <p>Ha foglie di palma molto attraenti, saporite, verde scuro, rugose. È facile da coltivare, sia che si tratti di foglie giovani o in piena maturità. È un'ottima fonte di vitamina C e vitamina A e può essere consumata cruda o cotta. Ha una grande resistenza alle basse temperature e grazie alla sua consistenza, è perfetto per insalate miste.</p> <p>Semina: V-VI. neve ad una distanza di 50 x 50 cm.<br />Profondità di semina: 2 cm.<br />Temperatura ottimale di germinazione: 12 ° C.</p>
VE 76 (20 S)
Semi di cavolo di palma Nero di Toscana
Semi di riso integrale -...

Semi di riso integrale -...

Prezzo 1,95 € (SKU: VE 102 IR (3,6g))
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di riso integrale - Colori misti</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 100 (3,6 g) semi.</strong></span></h2> <p>Questa confezione contiene diverse varietà di riso integrale di colore diverso (vedi foto).</p> <p>Il riso integrale è un chicco intero e una buona fonte di magnesio, fosforo, selenio, tiamina, niacina, vitamina B6 e manganese ed è ricco di fibre. Il riso bianco, a differenza del riso integrale, ha rimosso la crusca e il germe e quindi ha un diverso contenuto nutrizionale.</p> <p>È stato scoperto che i cereali germinati, in generale, presentano vantaggi nutrizionali. Il riso integrale germinato, sviluppato durante l'Anno internazionale del riso, è un riso integrale che è stato immerso per 4-20 ore in acqua calda a 40 ° C prima della cottura. Questo stimola la germinazione, che attiva vari enzimi nel riso, dando origine a un profilo aminoacidico più completo. Il riso integrale cotto tende ad essere gommoso; il riso integrale cotto è più morbido e preferito soprattutto dai bambini.</p> <p>Il riso integrale richiede generalmente tempi di cottura più lunghi rispetto al riso bianco, a meno che non sia rotto. Gli studi di Gujral e Kumar nel 2003 hanno stimato un tempo di cottura tra 35 e 51 minuti.</p> </body> </html>
VE 102 IR (3,6g)
Semi di riso integrale - Colori misti

Varietà dalla Serbia
Semi di peperone dolce grande Skala  - 2

Semi di peperone dolce...

Prezzo 1,95 € (SKU: P 46)
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<h2><strong>Semi di peperone dolce grande Skala</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 60 semi (0,4 g).</strong></span></h2> <p>Una varietà precoce di peperone dolce dalla Serbia con frutti lunghi e grandi nel tipo di cancello, nella maturità tecnologica i frutti sono di colore giallo chiaro e nel rosso botanico intenso. La lunghezza del frutto va da 20 a 24 cm, la larghezza da 4 a 6 cm lo spessore del pericarpo va da 4 a 5 mm e il peso medio del frutto va da 120 a 140 grammi.</p> <p>Un'ottima scelta per uso fresco, barbecue, insalate. Questo peperone viene anche essiccato intero e quindi utilizzato per peperoni secchi ripieni.</p> <p>Questa varietà è eccellente per la produzione per tutto l'anno nelle serre e si è dimostrata eccellente anche per la coltivazione in pieno campo.</p> <p>In condizioni di crescita favorevoli, può produrre rese superiori a 50 / h.</p>
P 46 (60 S)
Semi di peperone dolce grande Skala  - 2

Varietà dalla Serbia
Semi di melone Cerovaca vecchia varietà serba  - 2

Semi di melone Cerovaca...

Prezzo 1,95 € (SKU: V 140)
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<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> <h2><strong>Semi di melone Cerovaca vecchia varietà serba</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 15 semi.</strong></span></h2> <p>Cerovaca è una varietà di melone serba molto antica, che una volta era coltivata in modo massiccio in Serbia, oggi questa varietà è di proprietà solo di individui che sapevano apprezzare la vecchia varietà. È una varietà molto dolce e autoctona, sicuramente uno dei meloni più dolci.</p> <p>È ottimo per preparare molte specialità dolci. La forma del frutto di questo melone è allungata ma spesso può essere rotonda, a seconda di come il frutto inizia a formarsi. Il frutto di questa varietà può raggiungere un peso di 10 chilogrammi.</p>
V 140 (15 S)
Semi di melone Cerovaca vecchia varietà serba  - 2

Pianta resistente al freddo e al gelo

Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium) 1.95 - 1

Semi di Caprifoglio Comune...

Prezzo 1,95 € (SKU: MHS 36)
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il caprifoglio comune o madreselva (Lonicera caprifolium L., 1753) è un arbusto legnoso di medie dimensioni dai profumati fiori colorati di bianco e rosso appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae.</p> <p>Il genere Lonicera comprende circa 200 specie provenienti dall'Asia, dall'America settentrionale e dall'Europa, di queste una decina appartengono alla flora spontanea italiana. Il caprifoglio comune è considerata una specie originaria dell'Italia.</p> <p>Nelle classificazioni più vecchie la famiglia di questo genere è anche chiamata Loniceraceae. È da aggiungere inoltre che prima di Linneo questo genere era chiamato Caprifolium ma anche Peryclimenon, nomenclature talora usate anche in tempi moderni</p> <p>Il genere Lonicera è riccamente polimorfo per cui viene suddiviso in più sezioni (per maggior dettagli vedere la scheda specifica del genere); la Lonicera caprifolium appartiene alla sezione delle specie rampicanti a foglie caduche con una o più paia di foglie superiori connate nella formazioni di un caratteristico disco a collare. Le altre sezioni comprendono piante cespugliose e/o sempreverdi.</p> <p>Secondo alcuni studiosi questa pianta, in Italia, si sarebbe inselvatichita da alcuni esemplari importati in tempi remoti; tuttavia il suo completo inserimento nella vegetazione naturale dell'Italia potrebbe indicare che si tratti di una pianta indigena come normalmente viene considerata.</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Il termine del genere (Lonicera) fu coniato da Linneo nel 1753 adattando al latino il cognome "Lonitzer", volendo ricordare il botanico Adam Lonitzer (1528-1586) - in italiano questo cognome si pronuncia Adamo Lonicer - medico condotto a Francoforte.</p> <p>Il nome specifico (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta.</p> <p>“Caprifoglio” è il nome comune di alcune specie del genere "Lonicera", ma è anche la versione volgare italiana del nome del genere, per cui spesso si vengono a creare equivoci che comunque si possono dissipare facilmente affiancando sempre anche la nomenclatura binomiale scientifica.</p> <p><strong>Altri nomi comuni sono:</strong></p> <p>Madreselva comune – Abbracciabosco – Vincibosco – Succiamiele – Legabosco - Uva di San Giovanni – Manicciola - Manine</p> <p>Il nome comune di “Abbracciabosco” deriva dal suo portamento rampicante che spesso avvolge, danneggiando la pianta ospite. I greci ad esempio chiamavano queste piante "peryclimenon" (che tradotto liberamente significa “accerchiamento”).</p> <p>In inglese il fiore si chiama: "Italian honeyusuckle", ma anche "Italian woodbine".</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>La pianta è di tipo lianosa (a forma o struttura di liana). La forma biologica di questa specie è definita come fanerofita lianosa (P lian): sono piante generalmente legnose ma incapaci di reggersi per conto proprio e quindi con portamento rampicante.</p> <p><strong>Fusto</strong></p> <p>I fusti sono rampicanti e volubili (si avvolgono ad altri alberi o arbusti), possono arrivare fino a 5 metri di estensione e nella fase iniziale dello sviluppo sono molto ramosi. La ramosità quasi cespitosa è data dalla presenza di gemme multiple, soprannumerali ed in serie sovrapposte nelle zone ascellari del fusto.</p> <p>L'aspetto del fusto è quello di una corteccia che invecchiando assume una colorazione bruno – verdastra. I fusti giovani presentano una certa pubescenza.</p> <p>Un'altra particolarità del fusto è che questo è caratterizzato dalla formazione di un unico strato di fibre “liberiane” (fibre a membrana ispessita che entrano nella costituzione del “libro”, all'interno della corteccia), per ciascun ciclo vegetativo annuale, facilitando così la determinazione della sua età.</p> <p><strong>Foglie</strong></p> <p>Le foglie sono semplici a margine intero senza stipole, sono caduche (non sono persistenti oltre la stagione invernale) e lungo il fusto si dispongono in modo opposto. La lamina è consistente senza essere coriacea; la pagina superiore è verde chiaro quasi brillante, mentre quella inferiore è più scura con riflessi glauchi. In qualche caso si può avere il fenomeno dell'eterofillia (presenza di foglie di forma diversa) specialmente con le foglie dei germogli terminali. La forma prevalente è ovato – ellittica;</p> <p>Foglie dei rami sterili (senza fiori): sono picciolate.</p> <p>Foglie dei rami fertili (con fiori): quelle inferiori sono sub-sessili o ristrette in un breve picciolo; quelle intermedie sono sessili e semi saldate tra loro; quelle terminali sono appaiate e saldate alla base tra di loro e formano quindi una unica foglia amplessicaule attraversata nel centro dal fusto.</p> <p><strong>Fiori</strong></p> <p>La forma del fiore è del tipo “labiata” e variamente colorata soprattutto di rosso e bianco. I fiori sono attinomorfi, ermafroditi, tetraciclici (calice– corolla – androceo – gineceo) e pentameri. I fiori sono inoltre profumati da sostanze di natura benzoloide (essenze nelle quali prevalgono i composti ad anello benzoico).</p> <p>Calice: il calice gamosepalo è interno alla corolla e consiste in un breve tubo aderente all'ovario terminante con 5 piccoli denti.</p> <p>Corolla: la corolla gamopetala e zigomorfa, ha un intenso profumo (vedi sopra); il tubo a forma campanulata è lungo fino a 3 – Template:4 ed è colorato di bianco crema (o bianco – giallastro) con sfumature rosso – porporine (alla fine della fioritura le sfumature rossastre spariscono). Alla fauce si divide in due labbra: quella superiore è ulteriormente divisa in 4 lobi – alla fine della fioritura questi lobi si ripiegano su sé stessi (lobi riflessi); quella inferiore è continua e ripiegata all'indietro anch'essa. Lunghezza delle labbra 15 – 18 mm.</p> <p>Androceo: gli stami sono 5, i cui filamenti, inseriti nel tubo corollino, sono molto lunghi e superano di 5 – 10 mm la fauce della corolla stessa; i filamenti staminali terminano con antere gialle.</p> <p>Gineceo: lo stilo è lungo, glabro e sporge dalla corolla come gli stami. L'ovario è infero formato da 3 carpelli.</p> <p>Fioritura: da maggio a luglio.</p> <p>Impollinazione: di tipo entomogama tramite farfalle (diurne e notturne). Questi fiori attraggono soprattutto le sfingidi e grossi imenotteri come i Bombi che con la loro lunga proboscide riescono a raccogliere il nettare contenuto, fino a metà altezza, nel lungo tubo corollino.</p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Il frutto è una bacca (velenosa!) carnosa (bacciforme e succosa) e ovale di colore rosso vivo ma a volte anche arancio (dipende dalle varietà) contenente alcuni semi discoidi. Dimensione della bacca 8 mm.</p> <p><strong>Ciclo vegetativo</strong></p> <p>Le piante di questa specie sono molto longeve, ma presentano dei cicli vegetativi intermedi caratterizzati dal fatto che dopo pochi anni di vita si essiccano quasi completamente. A questo punto dalla ceppaia vengono emessi nuovi polloni, che naturalmente dopo un certo numero di anni si atrofizzano e muoiono, ripetendo da capo il ciclo appena descritto.</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Geoelemento: il luogo di origine di questa pianta è l'Europa sud-occidentale e le zone subsiberiane; il tipo corologico è infatti SE – Europ. (Pontica) : regione Carpatico – Danubiana, ma anche un areale con centro attorno al Mar Nero.</p> <p>Diffusione: questa specie è diffusa in Europa (specialmente in Spagna), Asia Minore e Caucaso. In Italia è una pianta comune solo nella penisola (sono escluse le isole).</p> <p>Habitat: si trova nei luoghi selvatici delle regioni littoranee e submontane, nei boschi caducifogli non troppo soleggiati. Il suolo preferito è quello calcareo. Può facilmente formare delle siepi naturali in associazione al castagno o al cerro; a volte però a causa del suo portamento volubile si creano delle fitte ragnatele che alla fine soffocano le altre piante.</p> <p>Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1200 m s.l.m..</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p><strong>Farmacia</strong></p> <p>Questa pianta è conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà medicinali. Ad esempio un decotto delle sue foglie sembra che stimoli la funzione urinaria.</p> <p>Sostanze presenti: tra le altre sostanze contiene acido salicilico, glucosidi, tannini e oli essenziali.</p> <p>Proprietà curative: antisettiche, antireumatiche, espettoranti, antinfiammatorie; per uso esterno le sue proprietà sono efficaci nelle stomatiti e nelle dermatosi.</p> <p>Parti usate: le foglie e i fiori.</p> <p>È sconsigliato l'uso delle bacche in quanto contengono sostanze tossiche.</p> <p><strong>Cucina</strong></p> <p>Dalle foglie si usa preparare un infuso tipo te.</p> <p><strong>Giardinaggio</strong></p> <p>È nell'orticoltura ornamentale che si concentra il maggior interesse per queste piante. Esistono diverse varietà coltivate a questo scopo. Generalmente queste varietà sono a foglie persistenti e fiori a colori diversi e sono usate per rivestire muri o formare pergolati.</p> <p>È pianta visitata dalle api per il polline ed il nettare.</p> </body> </html>
MHS 36 (10 S)
Semi di Caprifoglio Comune o Madreselva (Lonicera caprifolium) 1.95 - 1

Varietà dalla Spagna
Semi di pomodoro autentici Muchamiel 1.65 - 1

Semi di pomodoro autentici...

Prezzo 1,85 € (SKU: VT 122)
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5/ 5
<h2 class=""><strong>Semi di pomodoro autentici Muchamiel</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Pomodoro rosso di forma globosa e leggermente piatto, carnoso e di colore rosso intenso. Frutti di medie dimensioni (200 - 250 grammi), buccia dura, resistente alle screpolature.</p> <p>Varietà di ciclo medio e produttività eccellente. Crescita indeterminata e vigorosa. Frutti di colore rosso, collo verde, forma globosa.</p> <p>Il pomodoro Muchamiel o Mutxamel è una varietà di pomodoro originaria di questa città di Alicante, ha sempre avuto un prestigio riconosciuto nel mercato per il suo odore e sapore di vero pomodoro essendo una varietà molto tradizionale conosciuta e coltivata in tutta la Spagna. La pianta si caratterizza per essere molto resistente alle condizioni sfavorevoli.</p> <p>Il Tomato de Muchamiel ("Tomato Mutxamelero") è una delle varietà più riconosciute nella provincia di Alicante da cui proviene, in particolare dalla città di Mutxamel. Inoltre, i consumatori segnalano la perdita di sapore negli ibridi attualmente commercializzati, chiedendo il recupero della varietà tradizionale.</p> <p>Il pomodoro Muchamiel si distingue per le sue grandi dimensioni, il suo collo verde, la sua pelle sottile, è molto carnoso e ha una polpa dolce. Il pomodoro forte e rustico.</p> <p>È una varietà di pomodori che puoi facilmente coltivare in un giardino urbano a casa in vaso.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
VT 122
Semi di pomodoro autentici Muchamiel 1.65 - 1
Semi Jinguenga, Cielo frutta (Aframomum alboviolaceum) 3.45 - 1

Semi Jinguenga, Cielo...

Prezzo 3,45 € (SKU: V 66)
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5/ 5
<h2><strong>Semi Jinguenga, Cielo frutta (Aframomum alboviolaceum)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;" class=""><strong>Prezzo per Pacchetto di 3 semi.</strong></span></h2> <p>Specie della famiglia dello zenzero, con deliziosi frutti e semi usati come spezia. Aframomum alboviolaceum o ginguenga come è comunemente noto nel suo luogo di origine, è una pianta erbacea perenne con rizomi striscianti in profondità nel terreno. I frutti sono rossi con la polpa succosa bianca e dolce (il gusto è unico, impossibile da descrivere) e molto gustoso.</p> <p>L'habitat di origine è l'Africa tropicale, con portata dalla Sierra Leone al Sudan, dallo Zambia meridionale all'Angola, al Malawi e al Mozambico.</p> <p>La pianta ha il suo uso tradizionale come cibo, in medicina e nelle spezie.</p> <p>I semi sono usati come spezia, negli alimenti e nella produzione di varie bevande alcoliche. Le foglie sono usate anche negli alimenti e come spezie.</p> <p>"Zenzero" con frutti rossi commestibili, succosi e molto gustosi.</p> <p>I semi devono essere messi in acqua per 24 ore prima di piantare.</p>
V 66 (3 S)
Semi Jinguenga, Cielo frutta (Aframomum alboviolaceum) 3.45 - 1
Semi di Banana Blu Birmana (Musa itinerans) 3.05 - 1

Semi di Banana Blu Birmana...

Prezzo 4,50 € (SKU: V 125)
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5/ 5
<h2><strong>Semi di Banana Blu Birmana (Musa itinerans)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 3 semi.</strong></span></h2> <p>Questa banana rara e di dimensioni moderate si trova in Birmania, Tailandia del Nord, Laos e Vietnam. In precedenza era associato sia alla musa acuminata che alla balbisian musa, ma ora si ritiene che sia musa più strettamente correlata e simile alla varietà guangdongensis recentemente descritta, ma non è la stessa che cresce considerevolmente più grande e sviluppa nuove gemme, 2 a 3 metri di distanza dalla pianta principale (pianta madre).</p> <p>I frutti maturi sono da bluastri a viola, piccoli e sono molto apprezzati localmente nella cucina tailandese.</p> <p>Al momento non è noto nella coltivazione, ma è improbabile che ponga particolari sfide alla coltivazione nei climi tropicali e / o temperati.</p> <p>È una varietà più resistente al freddo, che si presenta nel suo habitat originale ad altitudini che possono variare da 200 a 1800 metri lungo ripide strade. Può resistere al gelo stagionale, emergendo rapidamente nuove foglie all'inizio della primavera.</p> <p>Nota: questa specie è stata trattata da alcuni come la musa guangdongensis appena scoperta, ma non è la stessa specie.</p> <p>Nella coltivazione, richiede condizioni adatte alle felci piuttosto che ai banani ordinari e regolari, a causa del suo habitat nativo.</p>
V 125 (3 S)
Semi di Banana Blu Birmana (Musa itinerans) 3.05 - 1
Semi di Ninfea Comune (Nymphaea alba) 1.95 - 1

Semi di Ninfea Comune...

Prezzo 1,95 € (SKU: MHS 27)
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5/ 5
<h2 class=""><strong>Semi di Ninfea Comune (Nymphaea alba)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>La ninfea comune (Nymphaea alba L., 1753) è una pianta acquatica della famiglia delle Nymphaeaceae, diffusa nelle acque dolci di tutta Europa.</p> <p>La famiglia delle Nymphaeaceae non è numerosa, insieme alla famiglia delle Cabombaceae comprende 6 generi con 68 specie; mentre il genere Nymphaea comprende circa 50 specie a distribuzione cosmopolita, preferendo comunque climi temperato-caldi delle regioni extra-tropicali dell'emisfero boreale. Nella flora spontanea italiana è presente una sola specie: quella di questa scheda.</p> <p>La classificazione tassonomica della specie di questa scheda è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa sia il genere (Nymphaea) che la famiglia (Nymphaeaceae) appartenevano all'ordine Nymphaeales (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (Classificazione APG II) discende direttamente dal clade delle angiosperme in quanto la genesi di questa specie viene ritenuta parallela a quella del resto delle angiosperme.</p> <p>All'interno del genere abbiamo una struttura gerarchica (in Sezioni e Sottogeneri) abbastanza complessa. La specie Nymphaea alba appartiene alla sezione Syncarpiae caratterizzata dall'avere i carpelli completamente fusi insieme (l'altra sezione Apocarpiae è caratterizzata viceversa da un ovario formato da carpelli liberi); all'interno della sezione appartiene al sottogenere Castalia (termine introdotto dal botanico Salisbury nel 1805)</p> <p><strong>Etimologia</strong></p> <p>Il nome generico (Nymphaea) deriva dal vocabolo arabo nenufar (derivato a sua volta dal persiano "loto blu"). Ad introdurlo nella nomenclatura botanica è stato il medico, botanico e teologo tedesco Otto Brunfels (Magonza, 1488 – Berna, 25 novembre 1534) nel 1534.</p> <p>Il nome specifico (alba) si riferisce alla colorazione del fiore.</p> <p>Il binomio scientifico attualmente accettato (Nymphaea alba) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.</p> <p>In lingua tedesca questa pianta si chiama Weiße Seerose; in francese si chiama nymphéa blanc oppure nénufar blanc; in inglese si chiama white water-lily.</p> <p><strong>Morfologia</strong></p> <p>È una pianta acquatica che vive di preferenza nelle acque ferme o a lento decorso, è radicante e perenne, ed è particolarmente resistente e si propaga con facilità tanto che in certi casi viene considerata invasiva. In realtà è più palustre che acquatica in quanto è una specie che può sopportare facilmente abbassamenti temporanei del livello dell'acqua. L'altezza media di queste piante va da 20 a 200 cm (considerando ovviamente anche la porzione sommersa). La forma biologica della specie è idrofita radicante (I rad); ossia sono piante acquatiche perenni le cui gemme si trovano sommerse o natanti e hanno un apparato radicale che le ancora al fondale. Molte caratteristiche avvicinano questa pianta alle Monocotiledoni.</p> <p><strong>Radici</strong></p> <p>La profondità della pianta in acqua (e quindi le radici) può arrivare ad oltre un metro; le radici sono fissate sul fondo fangoso. Generalmente scaturiscono dal fusto subacqueo in posizione opposta ad ogni inserzione fogliare.</p> <p><strong>Fusto</strong></p> <p>Parte ipogea: (in questo casi si tratta della parte sommersa) il fusto è carnoso, rizomatoso quasi tuberoso e poco ramificato e non di tipo stolonifero. Questo fusto è diverso dai fusti aerei delle piante terrestri in quanto non deve sostenere nessun peso; di conseguenza le parti legnose sono minime a favore dei tessuti aeriferi. Infatti questi fusti (come anche i piccioli e i peduncoli) sono percorsi da ampi canali aeriferi (per assicurare il galleggiamento) alle cui pareti sono immersi numerosi minuti cristalli di ossalato di calcio. In genere i fusti risultano flaccidi ma tenaci. La superficie è segnata dalle cicatrici dei piccioli delle annate precedenti. Diametro del rizoma 5 – 7 cm.</p> <p>Parte epigea: praticamente è assente.</p> <p><strong>Foglie</strong></p> <p>Le foglie sono ampie e di consistenza coriacea e lamina piana e peltata con picciolo inserito a 1/3 della lamina in una insenatura stretta e profonda. Sono galleggianti, la forma è più o meno rotonda (o cordata) ad orecchie basali acute. La lunghezza del picciolo è in funzione della profondità dell'acqua. Generalmente sono distese e ricoprono vaste aree, ma a volte possono trovarsi anche in posizione semi-eretta e quindi parzialmente emergenti. Le due pagine (quella sopra e quella sotto) hanno ovviamente strutture anatomiche diverse interfacciando due elementi completamente differenti (aria e acqua). La lamina superiore è protetta da uno strato ceroso (questo per non essere bagnata, così l'acqua scivola via senza bloccare le aperture aerifere) e cosparsa da diversi stomi per lo scambio appunto aerifero. La lamina inferiore invece contiene antocianina (per questo è purpurea). L'antocianina è una glucoside privo di azoto che ha la funzione di convertire i raggi luminosi del sole in calore[5][6]. In questo modo anche la parte inferiore della foglia collabora ad incrementare i processi metabolici di tutta la foglia. Le foglie hanno delle nervature che si irradiano dal nervo centrale e in corrispondenza del margine della foglia si sdoppiano più volte a 90°. Ogni pianta con le sue foglie può occupare un'area di circa 150 cm di diametro. Diametro delle foglie: 10 – 30 cm.</p> <p>Lo sviluppo di queste è foglie è molto particolare: infatti crescono dritte dal fondale verso la superficie con le due semi-lamine arrotolate su sé stesse dall'esterno verso la nervatura centrale della foglia; al momento opportuno si srotolano dispiegandosi completamente sulla superficie dell'acqua. Le foglie nascono dal rizoma sottostante in ordini spiralato-alterni e si possono dividere in tre tipi (dimorfismo fogliare)[2]:</p> <p>(1) foglie sommerse sottili e fragili con bervi piccioli;</p> <p>(2) foglie galleggianti (spesse e coriacee) con la maggioranze degli organi disposti sulla pagina superiore (stomi e cellule a palizzata assimilatrici);</p> <p>(3) foglie dalla struttura normali, sempre in superficie, spesse e coriacee, e con stomi anche sulla pagina inferiore.</p> <p><strong>Infiorescenza</strong></p> <p>L'infiorescenza è formata da grandi fiori natanti generalmente solitari. La lunghezza del peduncolo, a sezione rotonda, è in funzione della profondità dell'acqua. I fiori durano a lungo e si aprono durante il giorno solo a cielo sereno: l'apertura inizia verso le ore 11 e raggiunge il massimo splendore tra le ore 14 e 15 del primo pomeriggio quando l'aria è più calda.</p> <p><strong>Fiore</strong></p> <p>I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, polipetali (con un numero imprecisato di petali), spirociclici (i petali sono a disposizione spiralata/ciclica[7]), in genere tutti gli altri elementi del fiore (calice e componenti riproduttivi) sono a disposizione spiralata. Il perianzio è ipogino. Il colore del fiore è bianco puro (raramente roseo). I fiori sono profumati. Diametro dei fiori 10 – 12 cm.</p> <p>Formula fiorale:</p> <p>* K 4, C molti A molti, G 8-molti (semi-infero)</p> <p>Calice: il calice è formato da 4 sepali accrescenti e avvolgenti il ricettacolo. I sepali sono verdi all'esterno e bianchi all'interno e non sono innervati in modo evidente. Questi sepali (come anche i petali) sono sempre sub-ipogini (inserzione in una posizione intermedia rispetto all'ovario[9]). Dopo l'antesi vanno in putrefazione. Lunghezza dei sepali 3 – 5 cm.</p> <p>Corolla: la corolla si compone di diversi petali (da 15 a 30). La posizione dei petali sul ricettacolo non è a fossetta alla base, ma sono inseriti a diverse altezze a spirale sull'ovario (in realtà l'inserzione è sempre esterna al ricettacolo). I petali diminuiscono progressivamente di grandezza verso il centro-interno del fiore e si tingono sempre più di giallo. Gli ultimi petali si presentano talmente contratti che possono essere configurati come dei filamenti staminali completamente gialli; in questo modo il fiore delle “ninfee” riesce a mette bene in evidenza tutta le struttura di passaggio e relative morfologie dai sepali verdi-bianchi fino all'androceo-gineceo (parte più interna e centrale del fiore). Contemporaneamente la porzione distale del petalo produce inoltre del tessuto sporigeno fertile (strato anterifero generatore del polline[10]) in modo gradualmente sempre più consistente verso il centro. Lunghezza dei petali 3 – 5,5 cm.</p> <p>Androceo: gli stami, gialli sono numerosi e in posizione quasi epiginea. Quelli esterni sono petaloidi (vedere la descrizione della corolla), mentre quelli interni hanno dei brevi filamenti, appena più stretti delle antere; questi ultimi inoltre sono i primi a maturare. Vi è quindi quasi una transizione graduale e senza soluzione di continuità tra i petali e gli stami. La forma delle antere è lineare-allungata. Sono connate al filamento (organo di sostegno all'antera stessa) ed hanno due logge a deiscenza longitudinale.</p> <p>Gineceo: l'ovario è semi-infero, globoso e multiloculare formato da diversi carpelli (8 o più) saldati insieme e con placentazione laminare[11]. Inoltre è abbastanza connato col ricettacolo. Gli stili sono numerosi (da 10 a 20) e sono disposti circolarmente a coppa con una protuberanza centrale; hanno una forma appiattita e lineare.</p> <p>Fioritura: da giugno a agosto (fino a settembre a quote e latitudini più basse).</p> <p>Impollinazione: impollinazione entomoga (tramite mosche).</p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Il frutto è una bacca globosa, coriacea e spugnosa a deiscenza irregolare. Sulla sua superficie sono presenti delle caratteristiche cicatrici dovute alla caduta dei petali e degli stami che non sono persistenti, mentre all'apice è coronato da ciò che rimane degli stili. La particolarità di questo frutto è che la sua maturazione avviene sott'acqua, immerso nel fondo fangoso. Infatti a fine fioritura il frutto cade nell'acqua e il tessuto assiale di protezione si stacca in più parti dai carpelli liberi, in questo modo i numerosi semi, ellissoidi, lisci e provvisti di albume, contenuti nel frutto hanno la via libera per la disseminazione[11]. Dimensione del frutto 2,5 – 3 cm. Dimensione dei semi 2 – 3 mm.</p> <p><strong>Distribuzione e habitat</strong></p> <p>Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico.</p> <p>Diffusione: in Italia questa pianta è comune ovunque (in qualche regione al sud è rara come anche nelle province di Cuneo e Vercelli). In Trentino-Alto Adige questa ninfea la si trova soprattutto al lago di Cei. Si trova ugualmente in Europa ed Asia.</p> <p>Habitat: l'habitat tipico sono le acque stagnanti oligotrofiche (povere o prive di componenti nutrizionali). Il substrato preferito è calcareo o calcareo/siliceo con pH neutro.</p> <p>Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte montano.</p> <p><strong>Usi</strong></p> <p><strong>Farmacia</strong></p> <p>Sostanze presenti: tannini, resine, glucosidi e alcaloidi vari (nupharine e nymphaeine).</p> <p>Proprietà curative: secondo la medicina popolare queste piante vengono usate in quanto dotate delle seguenti proprietà medicinali: cardiotoniche (regola la frequenza cardiaca), antinfiammatorie (attenua uno stato infiammatorio), emollienti (risolve uno stato infiammatorio), sedative (calma stati nervosi o dolorosi in eccesso) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi).</p> <p>Parti usate: i fiori e il rizoma subacqueo.</p> <p><strong>Giardinaggio</strong></p> <p>Queste piante decorano perfettamente i giardini acquatici tanto che è impensabile vederne uno senza la preziosa presenza delle “ninfee”. Questo naturalmente ha spinto tantissimi specialisti a creare una moltitudine di ibridi o cultivar per il mercato dei fiori da giardino. È una pianta valida anche nella produzione come fiore reciso.</p> <p><strong>Cucina</strong></p> <p>In Finlandia e in certe zone della Russia questa pianta trova degli utilizzi eduli (i fusti subacquei) anche se contenendo diversi tannini risultano piuttosto amari[12].</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
MHS 27 (10 S)
Semi di Ninfea Comune (Nymphaea alba) 1.95 - 1
Semi di carota, lunghi contundenti, senza xylem (cuore) 2.35 - 1

Semi di carota, lunghi...

Prezzo 1,85 € (SKU: MHS 159)
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<h2 class=""><strong>Semi di carota, lunghi contundenti, senza xylem (cuore)</strong></h2><h2><span style="color: #ff0000;" data-mce-style="color: #ff0000;"><strong>Il prezzo è per un pacchetto di 800-1200 semi (1g).</strong></span></h2><p>Varietà tardiva. Radice rosso arancio, lunga 22-24 cm. Senza Xylem ("cuore legnoso") che in realtà è, e lo rende ottimo per preparare tutti i tipi di piatti perché non è legnoso. Grande gusto, varietà molto dolce adatta alla semina sia all'aperto che in serra ...</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js" type="mce-no/type" data-mce-src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
MHS 159 (1g)
Semi di carota, lunghi contundenti, senza xylem (cuore) 2.35 - 1

Pianta resistente al freddo e al gelo
Semi di Leccio (Quercus ilex) 4.85 - 4

Semi di Leccio (Quercus ilex)

Prezzo 6,95 € (SKU: T 83)
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Leccio (Quercus ilex)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per Pacchetto di 10 semi.</strong></span></h2> <p>Il leccio (Quercus ilex L., 1753), detto anche elce, è un albero spontaneo appartenente alla famiglia Fagaceae e al genere Quercus, diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo.</p> <p>Il leccio è un albero, sempreverde e latifoglie, con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-24 m. Può assumere aspetto di cespuglio qualora cresca in ambienti rupestri. È molto longevo, potendo diventare plurisecolare, ma ha una crescita molto lenta.</p> <p>La corteccia è liscia e grigia da giovane; col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata.</p> <p>I giovani rami dell'anno sono pubescenti e grigi, ma dopo poco tempo diventano glabri e grigio- verdastri.</p> <p>Le gemme sono piccole, tomentose, arrotondate con poche perule.</p> <p>Le foglie sono semplici, a lamina coriacea a margine intero o dentato, molto variabile nella forma che va da lanceolata ad ellittica (rotondeggiante nella sottospecie rotundifolia); la base è cuneata o arrotondata. La pagina superiore è verde scuro e lucida, la inferiore grigiastra e marcatamente tomentosa. Sono lunghe 3–8 cm, e larghe 1-3,5 cm. La nervatura centrale è dritta e sono presenti 7 - 11 paia di nervature laterali.</p> <p>La pubescenza sulla pagina inferiore è simile a quella della Quercus suber con tricomi che nascondono gli stomi. Questi ultimi sono rotondeggianti. Le foglie restano sulla pianta 2-3 anni.</p> <p>Il picciolo è breve, peloso, provvisto di stipole marroncine, lineari e presto caduche.</p> <p>Sono presenti due tipi di foglie (eterofillia): quelle apicali e quelle degli esemplari giovani sono ovaleggianti, con denti mucronati o spinescenti, con pubescenza della pagina inferiore ridotta, e qualche tricoma anche sulla pagina superiore.</p> <p>Le foglie delle plantule sono pelosissime, quasi bianche alla germogliazione, poi diventano glabrescenti, ma il giovane fusticino continua ad essere fittamente pubescente.</p> <p><strong>Fiori</strong></p> <p>I fiori sono unisessuali, la pianta è monoica.</p> <p>I fiori maschili sono riuniti in amenti penduli, cilindrici e pubescenti, hanno perianzio con 6 lobi e 6-8 stami.</p> <p>I fiori femminili sono in spighe peduncolate composte da 6-7 fiori, ogni fiore ha perianzio esalobato e 3-4 stigmi.</p> <p>Gli amenti maschili sono lunghi 5–7 cm e sono portati alla base dei rami dell'anno. La fioritura avviene nella tarda primavera, da aprile a giugno.</p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>I frutti sono delle ghiande, dette lecce, portate singole o in gruppi di 2-5, su un peduncolo lungo circa 10–15 mm (eccezionalmente anche 40 mm). Le dimensioni variano da 1,5 a 3 cm di lunghezza, per 1-1,5 cm di diametro. Sono di colore castano scuro a maturazione, con striature più evidenti.</p> <p>All'apice di ogni ghianda è presente un robusto mucrone. Le ghiande sono coperte per un terzo o metà della loro lunghezza da una cupola provvista di squame ben distinte, con punte libere ma non divergenti. Maturano nello stesso anno della fioritura, in autunno.</p> <p><strong>Radici</strong></p> <p>L'apparato radicale è robusto, fittonante, si sviluppa già dai primi anni di vita e può penetrare per diversi metri nel terreno. Questo comporta una notevole resistenza alla siccità (la pianta va a trovare l'acqua in profondità), ma anche problemi di trapianto, che questa specie sopporta male.</p> <p>Le radici laterali possono essere anch'esse molto robuste e spesso emettono polloni.</p> <p><strong>Legno</strong></p> <p>Il legno è a porosità diffusa, il durame è di colore rossiccio e l'alburno è di colore chiaro. Si tratta di un legno duro, compatto e pesante, soggetto ad imbarcarsi, difficile da lavorare e da stagionare. È utilizzato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Il legno del leccio è tra i più tannici che si conosca. I tannini sono sostanze chimiche amare disinfettanti, di colore scuro. Quando nel legno fresco appena tagliato di leccio si conficca un chiodo in ferro, dopo qualche ora è possibile notare una piccola chiazza blu che circonda il chiodo. Quest’anello è un viraggio del legno dovuto alla reazione dei tannini con il ferro ed è un fenomeno tipico di questa ed altre piante tanniche.</p> <p><strong>Sottospecie</strong></p> <p>Esistono due sottospecie:</p> <p>Quercus ilex subsp. ilex. Nativa nell'area che va dall’est della penisola iberica alla Costa Azzurra fino alla Grecia. Foglie assai vicine; ghiande lunghe 2 cm, dal sapore dolciastro.</p> <p>Quercus ilex subsp. rotundifolia (syn. Q. rotundifolia, Q. ballota). Nativa nell'area che va dal sud della penisola iberica al nordovest dell'Africa. Foglie rade; ghiande lunghe 2.5 cm, dal sapore amarognolo.</p> <p>Distribuzione e habitat</p> <p>Il leccio cresce lungo tutto il bacino del Mediterraneo, mancando solo in Egitto (in Libia è stato probabilmente introdotto dall'uomo). La specie è comunque maggiormente diffusa nel settore occidentale, soprattutto in Algeria e Marocco, in tutta la penisola Iberica (dove costituisce uno dei componenti principali della dehesa), nella Francia mediterranea e in Italia, dove forma boschi puri anche di notevoli dimensioni.</p> <p>Nel settore orientale, a partire dai Balcani, invece, si trova in boschi misti ad altre essenze forestali, spesso ben distanti tra loro, e solo in stazioni con un'adeguata umidità. Si trova, sempre consociato, anche lungo le coste turche del Mar Nero.</p> <p>In Italia è diffuso soprattutto nelle isole e lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche. Sul versante adriatico le popolazioni sono più sporadiche e disgiunte (tranne che in Puglia, Abruzzo e Marche). Piccole popolazioni sono presenti anche sulle Prealpi lungo le coste dei laghi, sui Colli Euganei, in Friuli Venezia Giulia, in Romagna fino al Bolognese-Imolese e nel Bosco della Mesola nel ferrarese.</p> <p>Il leccio è uno dei rappresentanti più tipici e importanti dei querceti sempreverdi mediterranei, ed è il rappresentante caratteristico del Quercetum ilicis, la vegetazione cioè della fascia mediterranea temperata.</p> <p>Per quanto riguarda il terreno questa specie non ha particolari esigenze. Preferisce però terreni non troppo umidi, con un buon drenaggio. Ha una crescita maggiore in terreni vulcanici e nelle zone costiere, mentre in terreni rocciosi calcarei ha una crescita minore. In zone più umide dell'entroterra ha una crescita stentata ed è sopraffatto spesso da specie più adatte.</p> <p><strong>Selvicoltura</strong></p> <p>L'impiego quasi esclusivo dei boschi di leccio è il governo a ceduo per legna da ardere. Non presenta problemi di rinnovazione per seme, anche vista la tolleranza all'ombra degli esemplari giovani.</p> <p>Il miele ottenuto dalla melata presenta proprietà astringenti ed è ricco di ferro, e le api bottinano anche sui fiori per il polline.</p> <p><strong>Alberi monumentali d'Italia</strong></p> <p>Fra gli alberi monumentali di Italia si annoverano anche molti lecci, tutti fra i 15 e i 20 metri di altezza e con tronchi di circonferenza fra i 4 e i 5 metri[3]. Tra i maggiori e più antichi si annovera il cosiddetto Ilici di Carrinu (leccio di Carlino) nel territorio di Zafferana Etnea alto 25 metri, con una fronda che raggiunge i 30 metri di diametro, la cui età è stimata intorno ai 700 anni.</p> <p><strong>Influenza nella toponomastica</strong></p> <p>La città di Lecce, secondo un'etimologia popolare prenderebbe il suo nome proprio dal leccio: nel suo stemma compare un albero assieme ad una lupa (che ricorda il nome latino della città: Lupiae). In realtà Lecce è l'esito locale di Lupiae, attraverso passaggi fonetici quali Luppia (nella Tavola Peutingeriana), Lypiae, Lyciae, Liccia, Liccem (in latino medievale), *Licce.[5]</p> <p>Al contrario, è proprio l'elce che dà il nome ai paesi di Elcito[6] ed Elice in Abruzzo.</p> <p>Il Monte Ilice, ossequiato da Storia di una capinera, deve il nome ad un fitto bosco di lecci ("ilici") presente ancora all'interno della conca del cratere. Il paese di Leccio, frazione di Reggello in provincia di Firenze, prende il nome dal cospicuo bosco di Quercus ilex che vi si trova.</p> <p><strong>Mito e simbologia</strong></p> <p>Il leccio fu nelle civiltà greche e italiche antiche un albero dotato di rilevante valore sacro. Valore che fu positivo nel periodo arcaico di entrambe le civiltà, per poi assumerne lentamente uno sempre più negativo nello scorrere della storia di Roma fino a contornarsi di un'aula quasi funesta (così come in Grecia fu successivamente consacrato alla dea Ecate). Il suo significato simbolico è stato rivalutato solo nel medioevo.[Nelle civiltà greche aveva un valore positivo o funesto?]</p> <p>Il greco Pausania descrive un bosco sacro a Era dove lecci e olivi crescevano dalle stesse radici. Ovidio narra invece che nell'Età dell'oro le anime immortali sotto forma di api si posavano sugli amenti del leccio da cui scendeva il miele. Secondo un mito dell'antica Roma nel lecceto alla base dell'Aventino viveva Egeria, la ninfa ispiratrice di re Numa Pompilio. Plinio riporta che con i rami di leccio si facessero le prime corone civiche, sostituito poi dalla quercia o dal rovere. Sempre secondo Plinio sul Vaticano si levava il leccio più antico della città, già oggetto di venerazione religiosa da tempi più antichi tanto che su quest'albero era un'iscrizione su bronzo in caratteri etruschi. Scrive inoltre Plinio che: "Anche i Tiburtini hanno un'origine molto anteriore a quella di Roma: nel loro territorio esistono tre lecci ancora più antichi di Tiburno, fondatore della città, che secondo la tradizione fu consacrato vicino ad essi." Sembra infatti che il leccio fosse albero oracolare per i fulgorales a causa della sua predisposizione ad essere colpito dai fulmini, con il tempo però assume una accezione non positiva come albero accomunato a oracoli negativi. Seneca lo considerava un albero triste, tutto scuro com'è. Anche nel cristianesimo esistono di simbolismo per questa pianta. Nelle isole ioniche una leggenda (raccolta dal poeta Aristotelis Valaoritis nel XIX Secolo) vuole che il leccio fu l’unico albero che acconsentì a prestare il proprio legno per la costruzione della croce; per questo i boscaioli delle isole di Acarnania e di Santa Maura temevano di contaminare l’ascia toccando “l’albero maledetto". Tuttavia nei “Detti” del beato Egidio – il terzo compagno di San Francesco – il buon nome del leccio viene difeso quando si riferisce che il Cristo lo predilige perché fu l'unico albero a capire che il suo sacrificio era necessario, così come quello del Salvatore stesso, per contribuire alla Redenzione. E proprio sotto il leccio il Signore appariva spesso a Egidio.</p> </body> </html>
T 83
Semi di Leccio (Quercus ilex) 4.85 - 4

Pianta gigante (con frutti giganti)
Semi di Spugna Luffa Lunga Gigante (Luffa aegyptiaca) 2.15 - 1

Semi di Spugna Luffa Lunga...

Prezzo 2,45 € (SKU: VE 41)
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<h2><strong>Semi di Spugna Luffa Lunga Gigante (Luffa aegyptiaca)</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per Pacchetto di 5 semi.</span></strong></h2> <div><strong>Questa è la luffa più grande e più lunga che esista.</strong> <p>Esiste un tipo di Zucca, la Luffa (o Loofa), che è oggetto da lungo tempo delle cure colturali della maggioranza dei popoli che vivono nei paesi caldi come l'Indocina, l'Indonesia, le Antille francesi e l'Asia tropicale in genere, e che viene oggi coltivata come pianta ornamentale, alimentare, officinale e da fibra. Sebbene la sua origine sia appunto l'Asia tropicale, oggi la Luffa è presente, sia allo stato spontaneo che coltivata, nelle regioni tropicali di quasi tutto il mondo. L'immensa estensione del territorio nel quale questa pianta forma oggetto di coltivazione specializzata, e di commerci internazionali, sta a dimostrare non solo la sua pratica utilità, ma anche, indirettamente, l'antica conoscenza da parte dell'uomo. Oggi anche in Italia si sta sperimentando con successo la coltivazione della Luffa, nelle regioni a clima caldo come la Sardegna e la Sicilia.</p> </div> <div>&nbsp;</div> <div>La Luffa appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee e annovera meno di una decina di specie, di cui una di particolare interesse, la Luffa cylindrica (o Luffa aegyptica), che è utilizzata soprattutto a scopo alimentare e per altri usi commerciali che vedremo. Il nome Luffa ci ricorda la parola Louff in uso tra gli arabi per indicare questa pianta, e che ne denuncia le origini.</div> <div>&nbsp;</div> <div>La Luffa cylindrica è una grande pianta erbacea annuale, rampicante per mezzo di cirri, i cui fusti raggiungono anche i 5 metri di lunghezza, che produce frutti appartenenti al tipo dei peponidi, allungati e cilindrici (da cui il nome) suddivisi internamente in tre logge longitudinali che racchiudono i semi. La Luffa va seminata verso la fine di marzo e la sua coltura richiede molta acqua, con irrigazioni frequenti e abbondanti.</div> <div>Con la maturazione, la polpa del frutto si modifica e, da morbida e commestibile allo stadio giovanile, diventa all'interno fibrosa e spugnosa, e le sue fibre divengono coriacee ed elastiche. Il frutto è pendente e, arrivato a maturazione dei semi contenuti all'interno delle tre logge, si apre alla sommità tramite una sorta di opercolo che li lascia progressivamente sfuggire all'esterno, operando così la diffusione della specie.</div> <div>&nbsp;</div> <div>I frutti sono commestibili solo allo stadio giovanile, quando sono ancora immaturi e ricordano le nostre zucchine, anche se inferiori come gusto e qualità organolettiche, e vengono consumati dopo cottura nelle minestre o dopo frittura; in quest'ultimo modo vengono consumati anche i fiori maschili, che ovviamente non producono frutto, proprio come noi europei facciamo con i fiori di zucca, solo che questi vengono colti prima che sboccino.</div> <div>A scopo alimentare sono utilizzate anche le foglie, oltre ai boccioli fiorali e ai fiori maschili, e i giovani frutticini. Il frutto, nel corso del suo accrescimento, diviene non commestibile anche per l'accumulo di sostanze amare e purganti, oltre che per la lignificazione delle fibre.</div> <div>A scopi officinali il lattice, ottenuto incidendo o tagliando il fusto, è utilizzato per la preparazione di saponi e cosmetici, mentre a scopi medicinali vengono utilizzati sia le foglie, sia i frutti.</div> <div>&nbsp;</div> <div>Se i frutti vengono lasciati sulla pianta senza coglierli, si avviano verso la loro naturale maturazione, diventando duri e fibrosi e la loro polpa diventa immangiabile: è a questo stadio che subentra l'uso della Luffa in campo cosmetico; infatti, è ora possibile utilizzare lo stroma interno, ormai ridotto ad una rete di fibre elastiche, allontanando, attraverso macerazione nell'acqua, gli ultimi eventuali residui della parte polposa, la buccia e i semi.</div> <div>Per la pelatura della Luffa si procede al distacco della parte più esterna del frutto, l'epicarpo, una volta che esso sia completamente essiccato, rendendo così più facile l'operazione, poiché in questo stadio esso aderisce con meno tenacità al reticolo sottostante. Diverse nervature ricoprono il frutto longitudinalmente partendo dal picciolo, alla base del quale vi è un nodo abbastanza resistente: quando il frutto è ben maturo viene bagnato e lo strappo del nodo e delle sue nervature porta alla rapida pelatura del frutto stesso, similmente a quanto avviene per le banane. Oggi esistono macchinari che effettuano meccanicamente questa operazione.</div> <div>Il frutto, privato dell'epicarpo, dei residui di polpa ormai essiccati e dei semi, si presenta come un reticolo spugnoso di fibre, soffici ma resistenti, molto leggere, di forma cilindrica e di grosse dimensioni, anche 50-60 cm. di lunghezza e con un diametro fino a 20 cm, ma con un peso di soli 30-50 grammi, quando è secco e privo anche dei semi, che sono neri e numerosi, circa 500. A questo punto avviene la cernita del prodotto, che viene poi confezionato in vari modi per i diversi usi.</div> <div>&nbsp;</div> <div>Grazie alle caratteristiche fisiche e meccaniche delle fibre del frutto maturo, la Luffa è stata sempre tradizionalmente utilizzata per la produzione di "spugne vegetali", naturali, ipoallergeniche e biodegradabili, ottima alternativa alle spugne sintetiche, utili per l'igiene personale, soprattutto per la loro azione levigante della pelle. Infatti il massaggio effettuato con la Luffa bagnata e insaponata, durante la doccia o il bagno, produce un vero e proprio "peeling", che allontana le cellule morte superficiali, con un effetto esfoliante che facilita il ricambio cellulare, rendendo la pelle molto più morbida e liscia, in modo più delicato rispetto al tradizionale guanto di crine; oltretutto la Luffa si sciacqua facilmente e poiché non trattiene sapone e asciuga rapidamente, non ammuffisce come fanno a volte certe spazzole e spugne di altri materiali, quindi dura moltissimo tempo ed è più igienica.</div> <div>&nbsp;</div> <div>La sua azione può essere sfruttata anche per evitare la formazione di quegli antiestetici accumuli cheratinici conseguenti all'uso della ceretta depilatoria, conseguenza della ricrescita sottopelle dei peli dentro i pori (peli incarniti). In questo caso è conveniente applicare sulla pelle un olio emolliente, ad esempio olio di Mandorle, o una crema grassa come il Burro di Karité, e lasciar ammorbidire per alcune ore, quindi effettuare un massaggio circolare sulla zona da trattare con la Luffa sempre bagnata e insaponata: la pelle perderà quell'orribile aspetto di "pelle d'oca" e tornerà di nuovo liscia e gradevole. Oppure si può effettuare un massaggio delicato, con movimenti circolari sulla pelle asciutta, con la Luffa ugualmente asciutta, per riattivare la circolazione sanguigna, oppure per fare uno "scrub" più profondo, soprattutto sui gomiti e sui talloni.</div> <div>&nbsp;</div> <div>Anche le zone soggette a cellulite si avvantaggeranno del massaggio quotidiano effettuato con la Luffa, poiché essa facilita l'assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando contemporaneamente la circolazione del sangue, contrastando così in modo attivo una delle cause della cellulite stessa, cioè la cattiva circolazione.</div> <div>&nbsp;</div> <div>La Luffa viene utilizzata tal quale, semplicemente tagliando a pezzi il reticolo fibroso del frutto e ricavando da esso 4-5 spugne, a seconda della sua grandezza, anche applicando loro un manico in modo da ottenere una "spazzola" di Luffa per lavare la schiena; ma con questo frutto si confezionano anche delle manopole da bagno e delle strisce lavaschiena, con una parte di tessuto e una di Luffa, così da avere una parte un po' più ruvida e una più morbida per le zone più delicate del corpo. Nasce da questa particolare destinazione dei frutti di Luffa il nome francese di "Courge-torchon" (panno di zucca) che serve, volgarmente, ad individuare tali zucche.</div> <div>&nbsp;</div> <div>La Luffa di qualità più morbida e con la trama del reticolo più largo, quindi meno utilizzabile come spugna, può essere comunque utilizzata anche per imbottiture e per riempimento di vari oggetti domestici (sedie, poltrone ecc.), oppure per confezionare dischetti detergenti per il viso, o anche come suola per ciabattine di cotone, o come solette sottopiede traspiranti per le scarpe, come materiale isolante termoacustico, per imballaggi, o anche come substrato per colture idroponiche, e come abrasivo multiuso, per esempio in cucina per le stoviglie, ed altro ancora.</div> <div>Il campo di utilizzazione della Luffa che, ripeto, è naturale e biodegradabile e oltretutto rinnovabile (basta coltivarla!), quindi eco-compatibile, potrebbe essere molto vasto e potrebbe sostituire molti materiali tradizionali, di solito più inquinanti, con grande vantaggio per l'ambiente.</div><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
VE 41 (5 S)
Semi di Spugna Luffa Lunga Gigante (Luffa aegyptiaca) 2.15 - 1
Semi di Palma Bottiglia (Hyophorbe lagenicaulis) 4.95 - 3

Semi di Palma Bottiglia...

Prezzo 4,95 € (SKU: PS 13)
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<h2 class=""><strong>Semi di Palma Bottiglia (Hyophorbe lagenicaulis)</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione di 3 semi.</strong></span></h2> <p>La palma delle damigiane, Hyophorbe lagenicaulis, è una pianta tropicale arbustiva della famiglia delle Arecaceae. Originaria delle Mauritius, la palma è minacciata, ma ampiamente coltivata dagli appassionati di palme e piantata in molti giardini botanici. A volte è anche chiamato palmo della bottiglia, anche se questo nome volgare è quello di una specie vicina, Hyophorbe verschaffeltii.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
PS 13 (3 S)
Semi di Palma Bottiglia (Hyophorbe lagenicaulis) 4.95 - 3

Varietà dal Perù
Aji Panca Peperoncino Nero...

Aji Panca Peperoncino Nero...

Prezzo 1,65 € (SKU: Z 2 APP)
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<h2><strong>Aji Panca Peperoncino Nero Peruviano In Polvere</strong></h2> <h2><span style="color: #f80000;"><strong>Il prezzo è per 5 grammi di polvere.</strong></span></h2> <p>Ci sono tanti modi in cui puoi usare il peperoncino Ají panca. Cuocetelo in zuppe, tritatelo e buttatelo in insalata o usatelo come contorno per diversi piatti di carne. L'elenco delle ricette di peperoncino Ají panca è pressoché infinito, principalmente perché questo è un ortaggio molto popolare in molti paesi e gli chef stanno sempre inventando metodi innovativi per preparare il peperoncino Ají panca. Molti menu vegetariani collocano il peperoncino Ají panca tra le prime dieci piante, ma questo nutriente è utilizzato anche in molti piatti a base di carne.</p><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
Z 2 APP (5g)
Aji Panca Peperoncino Nero Peruviano In Polvere