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Semi di Patata Rosso KENNEBEC 1.95 - 2

Semi di Patata Rosso KENNEBEC

Prezzo 1,95 € (SKU: P 247 RK)
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<!DOCTYPE html> <html> <head> <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8" /> </head> <body> <h2><strong>Semi di Patata Rosso KENNEBEC</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h2> <p><span class="tlid-translation translation" lang="it" xml:lang="it"><span title=""></span><span title=""><span title="">Queste pelli rosse sono ottime patate da tavola.</span> <span title="">Consistenza abbastanza solida quando è bollita.</span> <span title="">Sono altamente raccomandati per patatine e patatine fritte.</span> <span title="">Le piante sono compatte ed erette con foglie levigate e aguzze e numerosi grandi fiori bianchi con una leggera sfumatura rosso porpora sui dorsi.</span><br /><br />Le patate possono essere coltivate da semi vivi con la stessa facilità e affidabilità di pomodori, peperoni o melanzane.</span></span></p> <p>La patata (Solanum tuberosum L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae (Dicotiledoni), originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa dagli spagnoli nel XVI secolo intorno al 1570. Non si conoscono varietà spontanee né si sa da quale specie originaria di Solanum si sia originata la patata edule.</p> <p>La parola italiana patata deriva dall'omonimo termine spagnolo, preso direttamente dalla sua forma indiana in lingua nahuatl potatl, attraverso però l'uso altrettanto diffuso di termini come «papa» (che in lingua quechua indica appunto Solanum tuberosum) e «batatas» per Ipomoea batatas, nome originario dell'isola Hispaniola.</p> <p>Attraverso la lingua italiana e l'inglese i termini «patata» e l'analogo «potato» si diffusero nel resto d'Europa, sopravvivendo con alcuni nomi in disuso nei dialetti della lingua tedesca (Patätsche, Pataken). Più fortuna ebbe il nome Tartifola datole in Italia a partire dal XVI sec.: assimilato il tubero di Solanum tuberosum per forma e commestibilità al tartufo, oggi il termine relativo in italiano sopravvive solo in alcuni dialetti, mentre si è affermato in tutta l'area mitteleuropea e germanica nella variante Kartoffel, termine che poi tornò in alcuni dialetti del Friuli nella variante latinizzata di «cartufole» o «cartufolaria». Anche le parole in lingua bulgara картоф, e in lingua russa картофель derivano dall'Italiano tartufoli.</p> <p>In altri linguaggi è comune anche "mela di terra": pomme de terre in francese, aardappel in olandese, תפוח אדמה in ebraico (spesso scritto solamente פוד) e Erdaepfel in tedesco Austriaco. Il termine è probabilmente di origine colta, ed è da accostare all'analogo tedesco «Grundbirne» (pera di terra), da cui derivano i termini «krompir» del croato, «brambory» del ceco, peruna del finlandese, e jordpäron dello svedese. In polacco la patata è chiamata ziemniaki, e in slovacco zemiak, dalla parola che significa "terra". In parecchie lingue indiane settentrionali e nepali è chiamata alu e in indonesiano kentang.</p> <p>Differenti nomi per la patata si svilupparono in varie regioni della Cina, i più frequentemente usati nel cinese standard sono "tubero per cavalli" (马铃薯 - mǎlíngshǔ), "fagiolo di terra" (土豆 - tǔdòu), e "taro straniero" (洋芋 - yángyù).</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>La presenza della patata coltivata nelle zone più elevate della regione delle Ande risale al II millennio a.C., dove la patata veniva essiccata e costituiva una risorsa di scorta.</p> <p>La essiccazione naturale, preceduta da esposizione ai geli notturni e seguita da prolungati lavaggi e sbiancature, è un complesso procedimento che permetteva tra l'altro l'estrazione di sostanze tossiche, presenti in abbondanza nelle varietà che erano coltivate: tale procedimento è possibile solo con le varietà originarie (strettamente brevidiurne e che quindi maturano in tardo autunno), e nell'ambiente fortemente soleggiato e con valori di umidità atmosferica estremamente bassi, condizione peculiare ed unica degli altopiani andini da 3200 a 4800 m di quota.</p> <p>La probabile ibridazione con specie cilene, non legate al ciclo brevidiurno, (che quindi maturano nella prima estate) ed inoltre a ciclo breve (da 40 a 80 giorni dalla semina, contro gli otto mesi della patata degli altopiani) permise di ottenere la patata a tutti nota, che si è diffusa in buona parte del mondo.</p> <p>Contrariamente a quanto accaduto ad altre colture di larga diffusione provenienti dal Nuovo Mondo e in seguito diffuse, con tempi e modi diversi, per tutto il globo, (quali ad esempio il pomodoro o il mais), la patata raggiunse un certo successo solo in America del Nord ed in Europa, per contro non fu accolta in Cina, Giappone, e in tutta l'area islamica.</p> <p>Anche in Europa la diffusione della coltivazione fu lenta, influenzata da una diffidenza nei confronti di ciò che "cresce sottoterra" fino ad arrivare ad affermare che il consumo diffondesse la lebbra e ad asserire, nell'Encyclopédie del 1765, che si tratta di "cibo flatulento". Ci furono poi casi di intossicazione causati dall'esposizione prolungata dei tuberi alla luce (come è noto l'esposizione alla luce dei tuberi fa sviluppare la solanina, tossica), tali fatti enfatizzati nei racconti popolari ebbero un effetto dissuasivo al consumo: la decisione poi di costringere i galeotti o i soldati ad alimentarsi di patate, perché a disposizione a buon prezzo, non fu un buon viatico a considerare le patate un cibo di qualità.</p> <p>Gli spagnoli la conobbero fin dai primi decenni (1539) del XVI secolo in Perù ma la pianta non risvegliò particolari interessi nella penisola iberica, maggiore interesse incontrò in Italia dove le patate vennero chiamate "tartuffoli".</p> <p> </p> <p>Nel 1600 l'agronomo francese Olivier de Serres, nella sua opera Théâtre d'agriculture et Ménage des champs, ne descrive in maniera dettagliata la coltivazione e nell'opera Rariorum plantarum historia di Charles de l'Écluse del 1601 ne viene data una dettagliata descrizione botanica: a quest'ultimo, che fu per lungo tempo botanico di corte dell'imperatore Massimiliano II, si deve l'introduzione della patata (e di altre piante esotiche) in Austria.</p> <p>La tradizione vuole che l'introduzione della patata in Inghilterra (1588) sia merito di Walter Raleigh, la coltivazione si diffuse però soprattutto nella vicina Irlanda.</p> <p>Per contro l'Inghilterra ne diffuse soprattutto le pratiche di coltivazione all'estero: nel suo libro, La ricchezza delle nazioni, Adam Smith deplorava che i suoi compatrioti non apprezzassero un prodotto che aveva, apparentemente, dimostrato il suo valore nutrizionale nella vicina Irlanda.</p> <p>La diffusione del tubero fu quindi poco uniforme: in Francia, ad esempio, coinvolse inizialmente poche aree del Delfinato e dell'Alsazia (1666) e in seguito della Lorena (1680) dove nel 1787 viene descritta come cibo principale degli abitanti della campagna.</p> <p>Più incisiva fu la diffusione in aree come la Svezia, la Svizzera e soprattutto la Germania. L'agronomo francese Antoine Parmentier, rientrato in Francia nel 1771 in seguito ad un periodo di prigionia trascorso in Prussia dopo la Guerra dei sette anni, prese parte ad un concorso indetto dall'Accademia di Besançon sulla ricerca di possibili sostituti del pane[2], e redasse un articolo sul valore nutrizionale della patata. Sempre nel '700 anche l'economista Antonio Zanon condusse una battaglia per l'introduzione della patata nell'agricoltura della pianura friulana, mentre alla fine dello stesso secolo l'avvocato ed agronomo cuneese Giovanni Vincenzo Virginio si adoperò per cercare di diffondere la patata in Piemonte pubblicando nel 1799 in Torino, presso la Stamperia Reale, il Trattato della coltivazione delle patate o sia pomi di terra volgarmente detti tartiffle, dato in luce dall'avvocato Vincenzo Virginio, Socio ordinario della Reale Società agraria di Torino e di altre Accademie, dedicato agli accurati Agricoltori del Piemonte ed arrivando a distribuire gratuitamente patate al popolo a scopo promozionale.</p> <p><strong>Peronospora ed emigrazione degli irlandesi</strong></p> <p>In Irlanda, grazie al clima umido e fresco, particolarmente congeniale alla crescita del tubero, in breve progressione la patata diventò l'alimento principale di gran parte della popolazione (1700-1750). Il diffuso ricorso alla monocoltura, per di più limitata a una o due varietà, espose però la popolazione irlandese al grave rischio degli effetti catastrofici legati al fatto che eventuali malattie potessero colpire le piante. Ciò infatti si verificò con l'arrivo di una terribile malattia della patata, fino ad allora sconosciuta in Irlanda, la Peronospora, che colpì dapprima sporadicamente i raccolti fino poi a colpirli tutti contemporaneamente e con eguale virulenza: data l'uniformità della specie, nelle varietà che erano coltivate, i raccolti andarono completamente persi.</p> <p>Le conseguenze furono spaventose, provocando una serie di carestie culminate nella devastante Grande carestia del 1845, che fu la concausa che scatenò l'emigrazione massiccia degli Irlandesi negli Stati Uniti nella seconda metà dell'800.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>La patata, limitatamente alla fase vegetativa, si adatta a climi molto diversi, e nella tradizione agronomica è considerata una tipica coltura da rinnovo che apre la rotazione. La piantagione si effettua sul terreno arato e concimato, disponendo i tuberi interi o suddivisi nei solchi, in modo da avere 5-6 piante/m²: 40-50 cm di distanza tra le piante e 80-100 cm fra le file. La coltura primaticcia si semina da novembre a febbraio, quella ordinaria in marzo-aprile, quella tardiva in giugno-luglio. Per la raccolta vengono impiegate macchine di varie tipologie (scavatrici semplici o composte, scavatrici-raccoglitrici).</p> <p>Occorre ricordare che la coltivazione della patata, pur soddisfacente per la produzione di tuberi da consumo in una grande varietà di climi e di temperature, è in realtà il prodotto di una moltiplicazione clonale e non di una riproduzione da seme.</p> <p>L'accumulo, anno dopo anno, di virus vegetali all'interno dei tuberi, soprattutto ad effetto di alte temperature, anche se non produce problemi al consumo, produce invece un progressivo decadimento delle qualità vitali dei tuberi stessi, impedendo la coltivazione per più di qualche anno dei tuberi prelevati dal raccolto.</p> <p>In realtà i tuberi detti "da seme" sono "riprodotti" e conservati in condizioni controllate e soprattutto in ambienti che siano simili a quelli dei luoghi di origine della patata, quindi di buon irraggiamento solare in fase vegetativa, ma con temperature che siano mantenute basse, sia per la vegetazione che per la conservazione. Questo non è economico effettuarlo artificialmente, lo è invece effettuarlo dove tali condizioni ambientali sono normali, come in particolari regioni di montagna o in paesi a clima estivo fresco. In effetti la coltivazione da reddito delle patate è condizionata dalla presenza e dal prodotto annuale di tali luoghi riproduttori.</p> <p>In particolare un piccolo contributo alla conservazione della vitalità rivegetativa delle patate, a disposizione del coltivatore dilettante, è la conservazione, ma soprattutto la coltivazione in ambiente ventilato e fresco, estraendo quindi dal suolo i tuberi "maturi", ma procurando in ogni modo per avere, in coltivazione, un suolo che non sia mai troppo riscaldato, o peggio "arrostito". La conservazione dei tuberi "da seme" deve ugualmente curare il mantenimento di un ambiente fresco, in aria asciutta. La tradizione ha sviluppato la conservazione dei tuberi "seppelliti" in strati di foglie in cantine fredde, sfruttando la temperatura di grotta.</p> <p>Start indoors in seedling trays. Fill each cell to 1cm (1/2") from the top with sterilized seed starting mix. Moisten with water and place one seed on the top of the soil per cell. Cover with vermiculite and water in. Note: Potato seeds require light to germinate, so do not bury.  Optimal soil temperature for germination: 15-27°C (65-80°F). Seeds should germinate in 6-10 days.</p> <p><strong>Starting</strong><br />Keep the soil evenly moist during germination, but allow free drainage so that excess water does not collect. Water before mid-day to allow foliage to dry completely by nightfall. Potato seedlings <span>tend to stay prostrate immediately after emergence if they have 13 or more hours of daylight. As a somewhat longer stem is desired to ease transplanting, keep seedlings in about 12-hour light per day. During the last week expose seedlings to full sunlight to strengthen the stem. At optimal temperature, transplants will be ready 4 to 6 weeks after seeding.</span></p> <p><span>If field conditions are very different from indoor conditions, allow one week of hardening off. Water the plugs heavily the day before and day of transplant, and transplant into moist soil.</span></p> <p><strong>Growing</strong><br />Ideal pH: 5.0-6.0. Plant seedlings so that only the crown of its top, 2-5cm (1-2“) is above soil level, burying the whole plug and a good part of the stem of the seedling. Seedlings cannot be completely buried, the growing point needs to stay above ground. Space seedlings 10-25cm (4-10") apart in rows 75cm (30") apart. Wider spacing produces fewer, but larger tubers. Keep the area well watered for several weeks after transplant.</p> <p><strong>Hilling<br /></strong><span>When seedlings reach 10-15cm  (4-6") in height, they should be hilled, probably three weeks after transplanting. This operation takes soil from the centre of the row, and covers the seedlings up to half of their height, creating a small hill. It is best to work from the centre of the furrow towards the plants. Do not cut too deep into the soil near the plant to avoid root damage. Just before hilling, fertilizer can be applied near the base of the seedlings, and this will be covered when hilling.</span></p> <p>A second hilling and side dressing of balanced organic fertilizer should follow 3-4 weeks after the first, again depositing soil up to half the height of the plants. Again, increase the depth of the furrow in its centre and bring this soil on top of the small hill created in the first hilling operation.</p> <p><strong>Harvest</strong></p> <p><span>In the garden, potatoes can be harvested without destroying the plant if only a few potatoes are needed. Carefully scrape soil near the base of the stem until the skin of a potato is found, and pull it from the stolon. Consume it that day for a tasty and nutritious meal. </span>If potatoes need to be stored for some time, remove the foliage 3 weeks before harvest. This "sets" (hardens) the skin, and it will store better as the thicker skin will reduce water loss from the tubers. Keep them dark up to 2 to 3 months at high humidity before eating.</p> <p><strong>Seed Info</strong><br />In optimal conditions, at least 75% of the seeds will germinate. Usual seed life: 3 years. Per 100′ row: 200 seeds, per acre: 8.8M seeds.</p> <p><strong>Diseases &amp; Pests</strong><br />Protect from cabbage moths and other insect pests with floating row cover. Prevent disease with a strict 4-year crop rotation, avoiding planting Brassicas in the same spot more than once every four years.</p> <p><strong>Companion Planting</strong><br />A worthy companion for beets, Brassicas, cucumbers, and onions. Avoid planting near peppers, pole beans, strawberries, and tomatoes.</p> </body> </html>
P 247 RK
Semi di Patata Rosso KENNEBEC 1.95 - 2
Semi Di Peperoncino Numex Piñata 1.75 - 3

Semi Di Peperoncino Numex...

Prezzo 1,75 € (SKU: C 11 JNP)
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<h2><strong>Semi Di Peperoncino Numex Piñata</strong></h2> <h2><span style="color:#ff0000;"><strong>Confezione di 5 semi.</strong></span></h2> <p>Sviluppato dal The New Mexico State University nel 1997, NuMex Pinata è un jalapeno multicolore. I frutti sono di dimensioni standard Jalapeno, piccante con il caratteristico sapore </p> <p>tranne il colore dei frutti, che cambiano dal verde brillante al giallo brillante poi all'arancio e infine al rosso. Può essere raccolto in qualsiasi fase / colore.</p>
C 11 JNP
Semi Di Peperoncino Numex Piñata 1.75 - 3

Varietà dagli Stati Uniti d'America

Semi di Patata Bianca KENNEBEC  - 4

Semi di Patata Bianca KENNEBEC

Prezzo 1,95 € (SKU: P 247 WK)
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5/ 5
<h2><strong><em><span style="text-decoration:underline;">Semi di Patata Bianca KENNEBEC</span></em></strong></h2> <h3><span style="color:#ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 10 semi.</strong></span></h3> <p>La patata (Solanum tuberosum L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae (Dicotiledoni), originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa dagli spagnoli nel XVI secolo intorno al 1570. Non si conoscono varietà spontanee né si sa da quale specie originaria di Solanum si sia originata la patata edule.</p> <p>La parola italiana patata deriva dall'omonimo termine spagnolo, preso direttamente dalla sua forma indiana in lingua nahuatl potatl, attraverso però l'uso altrettanto diffuso di termini come «papa» (che in lingua quechua indica appunto Solanum tuberosum) e «batatas» per Ipomoea batatas, nome originario dell'isola Hispaniola.</p> <p>Attraverso la lingua italiana e l'inglese i termini «patata» e l'analogo «potato» si diffusero nel resto d'Europa, sopravvivendo con alcuni nomi in disuso nei dialetti della lingua tedesca (Patätsche, Pataken). Più fortuna ebbe il nome Tartifola datole in Italia a partire dal XVI sec.: assimilato il tubero di Solanum tuberosum per forma e commestibilità al tartufo, oggi il termine relativo in italiano sopravvive solo in alcuni dialetti, mentre si è affermato in tutta l'area mitteleuropea e germanica nella variante Kartoffel, termine che poi tornò in alcuni dialetti del Friuli nella variante latinizzata di «cartufole» o «cartufolaria». Anche le parole in lingua bulgara картоф, e in lingua russa картофель derivano dall'Italiano tartufoli.</p> <p>In altri linguaggi è comune anche "mela di terra": pomme de terre in francese, aardappel in olandese, תפוח אדמה in ebraico (spesso scritto solamente פוד) e Erdaepfel in tedesco Austriaco. Il termine è probabilmente di origine colta, ed è da accostare all'analogo tedesco «Grundbirne» (pera di terra), da cui derivano i termini «krompir» del croato, «brambory» del ceco, peruna del finlandese, e jordpäron dello svedese. In polacco la patata è chiamata ziemniaki, e in slovacco zemiak, dalla parola che significa "terra". In parecchie lingue indiane settentrionali e nepali è chiamata alu e in indonesiano kentang.</p> <p>Differenti nomi per la patata si svilupparono in varie regioni della Cina, i più frequentemente usati nel cinese standard sono "tubero per cavalli" (马铃薯 - mǎlíngshǔ), "fagiolo di terra" (土豆 - tǔdòu), e "taro straniero" (洋芋 - yángyù).</p> <p><strong>Storia</strong></p> <p>La presenza della patata coltivata nelle zone più elevate della regione delle Ande risale al II millennio a.C., dove la patata veniva essiccata e costituiva una risorsa di scorta.</p> <p>La essiccazione naturale, preceduta da esposizione ai geli notturni e seguita da prolungati lavaggi e sbiancature, è un complesso procedimento che permetteva tra l'altro l'estrazione di sostanze tossiche, presenti in abbondanza nelle varietà che erano coltivate: tale procedimento è possibile solo con le varietà originarie (strettamente brevidiurne e che quindi maturano in tardo autunno), e nell'ambiente fortemente soleggiato e con valori di umidità atmosferica estremamente bassi, condizione peculiare ed unica degli altopiani andini da 3200 a 4800 m di quota.</p> <p>La probabile ibridazione con specie cilene, non legate al ciclo brevidiurno, (che quindi maturano nella prima estate) ed inoltre a ciclo breve (da 40 a 80 giorni dalla semina, contro gli otto mesi della patata degli altopiani) permise di ottenere la patata a tutti nota, che si è diffusa in buona parte del mondo.</p> <p>Contrariamente a quanto accaduto ad altre colture di larga diffusione provenienti dal Nuovo Mondo e in seguito diffuse, con tempi e modi diversi, per tutto il globo, (quali ad esempio il pomodoro o il mais), la patata raggiunse un certo successo solo in America del Nord ed in Europa, per contro non fu accolta in Cina, Giappone, e in tutta l'area islamica.</p> <p>Anche in Europa la diffusione della coltivazione fu lenta, influenzata da una diffidenza nei confronti di ciò che "cresce sottoterra" fino ad arrivare ad affermare che il consumo diffondesse la lebbra e ad asserire, nell'Encyclopédie del 1765, che si tratta di "cibo flatulento". Ci furono poi casi di intossicazione causati dall'esposizione prolungata dei tuberi alla luce (come è noto l'esposizione alla luce dei tuberi fa sviluppare la solanina, tossica), tali fatti enfatizzati nei racconti popolari ebbero un effetto dissuasivo al consumo: la decisione poi di costringere i galeotti o i soldati ad alimentarsi di patate, perché a disposizione a buon prezzo, non fu un buon viatico a considerare le patate un cibo di qualità.</p> <p>Gli spagnoli la conobbero fin dai primi decenni (1539) del XVI secolo in Perù ma la pianta non risvegliò particolari interessi nella penisola iberica, maggiore interesse incontrò in Italia dove le patate vennero chiamate "tartuffoli".</p> <p> </p> <p>Nel 1600 l'agronomo francese Olivier de Serres, nella sua opera Théâtre d'agriculture et Ménage des champs, ne descrive in maniera dettagliata la coltivazione e nell'opera Rariorum plantarum historia di Charles de l'Écluse del 1601 ne viene data una dettagliata descrizione botanica: a quest'ultimo, che fu per lungo tempo botanico di corte dell'imperatore Massimiliano II, si deve l'introduzione della patata (e di altre piante esotiche) in Austria.</p> <p>La tradizione vuole che l'introduzione della patata in Inghilterra (1588) sia merito di Walter Raleigh, la coltivazione si diffuse però soprattutto nella vicina Irlanda.</p> <p>Per contro l'Inghilterra ne diffuse soprattutto le pratiche di coltivazione all'estero: nel suo libro, La ricchezza delle nazioni, Adam Smith deplorava che i suoi compatrioti non apprezzassero un prodotto che aveva, apparentemente, dimostrato il suo valore nutrizionale nella vicina Irlanda.</p> <p>La diffusione del tubero fu quindi poco uniforme: in Francia, ad esempio, coinvolse inizialmente poche aree del Delfinato e dell'Alsazia (1666) e in seguito della Lorena (1680) dove nel 1787 viene descritta come cibo principale degli abitanti della campagna.</p> <p>Più incisiva fu la diffusione in aree come la Svezia, la Svizzera e soprattutto la Germania. L'agronomo francese Antoine Parmentier, rientrato in Francia nel 1771 in seguito ad un periodo di prigionia trascorso in Prussia dopo la Guerra dei sette anni, prese parte ad un concorso indetto dall'Accademia di Besançon sulla ricerca di possibili sostituti del pane[2], e redasse un articolo sul valore nutrizionale della patata. Sempre nel '700 anche l'economista Antonio Zanon condusse una battaglia per l'introduzione della patata nell'agricoltura della pianura friulana, mentre alla fine dello stesso secolo l'avvocato ed agronomo cuneese Giovanni Vincenzo Virginio si adoperò per cercare di diffondere la patata in Piemonte pubblicando nel 1799 in Torino, presso la Stamperia Reale, il Trattato della coltivazione delle patate o sia pomi di terra volgarmente detti tartiffle, dato in luce dall'avvocato Vincenzo Virginio, Socio ordinario della Reale Società agraria di Torino e di altre Accademie, dedicato agli accurati Agricoltori del Piemonte ed arrivando a distribuire gratuitamente patate al popolo a scopo promozionale.</p> <p><strong>Peronospora ed emigrazione degli irlandesi</strong></p> <p>In Irlanda, grazie al clima umido e fresco, particolarmente congeniale alla crescita del tubero, in breve progressione la patata diventò l'alimento principale di gran parte della popolazione (1700-1750). Il diffuso ricorso alla monocoltura, per di più limitata a una o due varietà, espose però la popolazione irlandese al grave rischio degli effetti catastrofici legati al fatto che eventuali malattie potessero colpire le piante. Ciò infatti si verificò con l'arrivo di una terribile malattia della patata, fino ad allora sconosciuta in Irlanda, la Peronospora, che colpì dapprima sporadicamente i raccolti fino poi a colpirli tutti contemporaneamente e con eguale virulenza: data l'uniformità della specie, nelle varietà che erano coltivate, i raccolti andarono completamente persi.</p> <p>Le conseguenze furono spaventose, provocando una serie di carestie culminate nella devastante Grande carestia del 1845, che fu la concausa che scatenò l'emigrazione massiccia degli Irlandesi negli Stati Uniti nella seconda metà dell'800.</p> <p><strong>Coltivazione</strong></p> <p>La patata, limitatamente alla fase vegetativa, si adatta a climi molto diversi, e nella tradizione agronomica è considerata una tipica coltura da rinnovo che apre la rotazione. La piantagione si effettua sul terreno arato e concimato, disponendo i tuberi interi o suddivisi nei solchi, in modo da avere 5-6 piante/m²: 40-50 cm di distanza tra le piante e 80-100 cm fra le file. La coltura primaticcia si semina da novembre a febbraio, quella ordinaria in marzo-aprile, quella tardiva in giugno-luglio. Per la raccolta vengono impiegate macchine di varie tipologie (scavatrici semplici o composte, scavatrici-raccoglitrici).</p> <p>Occorre ricordare che la coltivazione della patata, pur soddisfacente per la produzione di tuberi da consumo in una grande varietà di climi e di temperature, è in realtà il prodotto di una moltiplicazione clonale e non di una riproduzione da seme.</p> <p>L'accumulo, anno dopo anno, di virus vegetali all'interno dei tuberi, soprattutto ad effetto di alte temperature, anche se non produce problemi al consumo, produce invece un progressivo decadimento delle qualità vitali dei tuberi stessi, impedendo la coltivazione per più di qualche anno dei tuberi prelevati dal raccolto.</p> <p>In realtà i tuberi detti "da seme" sono "riprodotti" e conservati in condizioni controllate e soprattutto in ambienti che siano simili a quelli dei luoghi di origine della patata, quindi di buon irraggiamento solare in fase vegetativa, ma con temperature che siano mantenute basse, sia per la vegetazione che per la conservazione. Questo non è economico effettuarlo artificialmente, lo è invece effettuarlo dove tali condizioni ambientali sono normali, come in particolari regioni di montagna o in paesi a clima estivo fresco. In effetti la coltivazione da reddito delle patate è condizionata dalla presenza e dal prodotto annuale di tali luoghi riproduttori.</p> <p>In particolare un piccolo contributo alla conservazione della vitalità rivegetativa delle patate, a disposizione del coltivatore dilettante, è la conservazione, ma soprattutto la coltivazione in ambiente ventilato e fresco, estraendo quindi dal suolo i tuberi "maturi", ma procurando in ogni modo per avere, in coltivazione, un suolo che non sia mai troppo riscaldato, o peggio "arrostito". La conservazione dei tuberi "da seme" deve ugualmente curare il mantenimento di un ambiente fresco, in aria asciutta. La tradizione ha sviluppato la conservazione dei tuberi "seppelliti" in strati di foglie in cantine fredde, sfruttando la temperatura di grotta.</p> <p>Start indoors in seedling trays. Fill each cell to 1cm (1/2") from the top with sterilized seed starting mix. Moisten with water and place one seed on the top of the soil per cell. Cover with vermiculite and water in. Note: Potato seeds require light to germinate, so do not bury.  Optimal soil temperature for germination: 15-27°C (65-80°F). Seeds should germinate in 6-10 days.</p> <p><strong>Starting</strong><br />Keep the soil evenly moist during germination, but allow free drainage so that excess water does not collect. Water before mid-day to allow foliage to dry completely by nightfall. Potato seedlings <span>tend to stay prostrate immediately after emergence if they have 13 or more hours of daylight. As a somewhat longer stem is desired to ease transplanting, keep seedlings in about 12-hour light per day. During the last week expose seedlings to full sunlight to strengthen the stem. At optimal temperature, transplants will be ready 4 to 6 weeks after seeding.</span></p> <p><span>If field conditions are very different from indoor conditions, allow one week of hardening off. Water the plugs heavily the day before and day of transplant, and transplant into moist soil.</span></p> <p><strong>Growing</strong><br />Ideal pH: 5.0-6.0. Plant seedlings so that only the crown of its top, 2-5cm (1-2“) is above soil level, burying the whole plug and a good part of the stem of the seedling. Seedlings cannot be completely buried, the growing point needs to stay above ground. Space seedlings 10-25cm (4-10") apart in rows 75cm (30") apart. Wider spacing produces fewer, but larger tubers. Keep the area well watered for several weeks after transplant.</p> <p><strong>Hilling<br /></strong><span>When seedlings reach 10-15cm  (4-6") in height, they should be hilled, probably three weeks after transplanting. This operation takes soil from the centre of the row, and covers the seedlings up to half of their height, creating a small hill. It is best to work from the centre of the furrow towards the plants. Do not cut too deep into the soil near the plant to avoid root damage. Just before hilling, fertilizer can be applied near the base of the seedlings, and this will be covered when hilling.</span></p> <p>A second hilling and side dressing of balanced organic fertilizer should follow 3-4 weeks after the first, again depositing soil up to half the height of the plants. Again, increase the depth of the furrow in its centre and bring this soil on top of the small hill created in the first hilling operation.</p> <p><strong>Harvest</strong></p> <p><span>In the garden, potatoes can be harvested without destroying the plant if only a few potatoes are needed. Carefully scrape soil near the base of the stem until the skin of a potato is found, and pull it from the stolon. Consume it that day for a tasty and nutritious meal. </span>If potatoes need to be stored for some time, remove the foliage 3 weeks before harvest. This "sets" (hardens) the skin, and it will store better as the thicker skin will reduce water loss from the tubers. Keep them dark up to 2 to 3 months at high humidity before eating.</p> <p><strong>Seed Info</strong><br />In optimal conditions, at least 75% of the seeds will germinate. Usual seed life: 3 years. Per 100′ row: 200 seeds, per acre: 8.8M seeds.</p> <p><strong>Diseases &amp; Pests</strong><br />Protect from cabbage moths and other insect pests with floating row cover. Prevent disease with a strict 4-year crop rotation, avoiding planting Brassicas in the same spot more than once every four years.</p> <p><strong>Companion Planting</strong><br />A worthy companion for beets, Brassicas, cucumbers, and onions. Avoid planting near peppers, pole beans, strawberries, and tomatoes.</p>
P 247 WK
Semi di Patata Bianca KENNEBEC  - 4
Semi di Papaia Rossa Rari (Carica papaya)  - 4

Semi di Papaia Rossa Rari...

Prezzo 2,25 € (SKU: V 22 R)
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<h2><span style="text-decoration:underline;font-size:14pt;"><em><strong>Semi di Papaia Rossa Rari (Carica papaya)</strong></em></span></h2> <h2><span style="font-size:14pt;"><strong><span style="color:#ff0000;">Prezzo per confezione da 5 semi.</span></strong></span></h2> <div>La Papaya (Carica papaya L.) è una pianta originaria dell'America Centrale, molto duffusa in Brasile e nelle Isole Hawaii. Nel Mediterraneo viene coltivata in Israele e, in Italia, solo in Sicilia, dove deve essere coltivata, nel periodo invernale, sotto serra, con notevoli problemi per la produzione.</div> <div>Appartiene alla Famiglia delle Caricaceae, genere Carica, specie Papaya L.</div> <div>Pianta suberacea, generalmente monocaule, con foglie grandi e con lungo picciolo. </div> <div>La papaya presenta una biologia fiorale molto complessa.</div> <div>Vi sono piante dioiche e piante con fiori ermafroditi.</div> <div>Se il polline dei fiori ermafroditi feconda oosfere di piante ermafrodite o femminili, si ottengono piante con fiori ermafroditi o femminili, mentre se il polline di piante maschili feconda oosfere di piante femminili, si hanno piante maschili, femminili ed ermafrodite. Il dimorfismo dei fiori è molto evidente; infatti quelli femminili, solitari o riuniti in piccoli gruppi e ascellari, sono di colore giallo chiaro, mentre quelli maschili, inseriti su lunghi racemi ascellari, hanno una corolla monopetala giallo chiara a forma di tubo. Il frutto è una bacca caratterizzata da forma e dimensioni molto variabili, più o meno aranciato che racchiude piccoli semi neri, ricoperti da una pellicola mucillaginosa.</div> <div>Varietà</div> <div>Le varietà di maggiore interesse sono "Solo", "Kapoho Solo" e "Sunrise", tutte con frutti di peso inferiore ai 0,5 kg.</div> <div>Tecniche colturali</div> <div>E' una pianta estremamente esigente nei confronti del terreno, che deve essere sciolto e permettere una rapida percolazione dell'acqua al fine di evitare marciumi radicali e al colletto; la temperatura non deve mai scendere sotto i 0°C.</div> <div>La Papaya è propagata per seme, allevata secondo forme naturali e con sesti di 3 x 3 metri; non richiede operazioni di potatura. Concimazioni: 120/130 g/pianta di azoto, 80 g di fosforo e 140 g di potassio. Trae beneficio particolare dalla concimazione organica. Le piante, una volta attuato l'impianto, possono essere capitozzate e rinnovate con uno dei tanti germogli.</div> <div>Produzioni</div> <div>La raccolta dei frutti viene effettuata a mano, da novembre a giugno. Le produzioni possono raggiungere anche i 150 q.li/ha.</div> <div> <table border="1" cellspacing="0" cellpadding="0"><tbody><tr><td colspan="2" valign="top" width="100%"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds / Cuttings</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0.5 cm</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>about 25-28 ° C</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>2-4 Weeks</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>regular watering during the growth period + dry between waterings</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr></tbody></table></div>
V 22 R
Semi di Papaia Rossa Rari (Carica papaya)  - 4
Semi di Pitahaya rossa 2.35 - 6

Semi di Pitahaya rossa...

Prezzo 5,35 € (SKU: V 12 W)
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5/ 5
<div style="text-align: center;" class=""> <h2 style="text-align: left;"><strong>Semi di Pitahaya rossa (Hylocereus undatus)</strong></h2> <h2 style="text-align: left;"><span style="color: #ff0a0a;"><strong>Prezzo per confezione da 20 o 100 semi.</strong></span></h2> <div style="text-align: left;">La pitahaya appartiene alla famiglia delle Cactacee ed al genere Hylocereus, comprendente diverse specie, in base al frutto le più importanti sono la pitahaya rossa (Hylocereus undatus), la pitahaya gialla (Hylocereus megalanthus) e la pitahaya del Costa Rica (Hylocereus costaricensis).</div> <div style="text-align: left;">È una pianta epifita, per cui vive su altre piante che fungono da sostegno, con portamento ricadente, strisciante o rampicante, avente uno stelo molto ramificato dalla forma cilindrica o triangolare, con un diametro di 10-12 cm, in grado di svolgere la fotosintesi e rivestito da piccole areole di spine soffici di colore bianco; presenta inoltre ben poche costolature appena accentuate. L'epidermide del fusto è ricoperta di uno strato ceroso avente lo scopo di ridurre la traspirazione, le radici sono superficiali e robuste. La pianta sviluppa dei fiori composti molto grandi, lunghi fino a 30 cm e larghi 15-17 cm, con molti petali di colore verdastro, giallo o biancastro. La fioritura è piuttosto breve e generalmente avviene di notte, con un’impollinazione effettuata dai pipistrelli o dalle falene (farfalle notturne), la pianta produce diversi fiori in sequenza di tempo, ed in clima adatto ci possono essere più periodi di fioritura all'anno, nei climi temperati caldi fiorisce in estate o in autunno. La pianta è generalmente autosterile, il polline impiegato per la fecondazione proviene da altre piante di pitahaya.</div> <div style="text-align: left;">Frutti</div> <div style="text-align: left;">Il frutto, detto anche dragon fruit, pesa 150-600 g, lungo 6-12 cm e largo 4-9 cm, ha un colore variabile, una forma allungata o ovale, con una polpa cremosa, caratterizzata da un aroma delicato e contenente numerosissimi semi neri che sono commestibili. I dragon fruit, a seconda del colore esterno e della polpa, si distinguono in pitahaya rossa, pitahaya del Costa Rica e pitahaya gialla.</div> <div style="text-align: left;">I frutti della prima sono rossi con la polpa bianca, la pitahaya del Costa Rica presenta una polpa rossa, mentre quella gialla esternamente assume questa colorazione che all’interno è bianca.</div> <div style="text-align: left;">La pitahaya rossa è ovale, invece quella gialla presenta una forma più allungata e delle spine sull’epidermide.</div> <div style="text-align: left;">Clima</div> <div style="text-align: left;">La pitahaya preferisce i climi tropicali e subtropicali, però è in grado di adattarsi ai climi temperati caldi, tollera temperature fino a 45 °C e vegeta abbastanza bene a 8-10 °C, valori termici prolungati appena inferiori allo zero provocano gravissimi danni o la morte della pianta. La pitahaya deve essere posizionata in un luogo molto luminoso e poco arieggiato per tutto l'anno, si sconsigliano esposizioni al sole diretto; teme i venti freddi. Queste specie crescono bene su terreni aridi, sciolti, ben drenati e poveri di sostanza organica, nel caso della coltivazione in vaso va aggiunta della torba. La pianta è originaria delle foreste tropicali, ove utilizza gli alberi come sostegni ed è in grado di arrivare fino a 10 m di altezza, è diffusa nell’America centrale e nelle aree settentrionali del sud America, è coltivata anche nel sud-est asiatico, in Cina, in Australia ed in Israele.</div> <div style="text-align: left;">Tecniche di coltivazione</div> <div style="text-align: left;">La pitahaya si moltiplica prevalentemente per talea, un pezzo di stelo messo a dimora emette le radici molto rapidamente. La propagazione per seme raramente è utilizzata, in questo caso i semi devono essere sovramaturi e vanno posti in un terreno ben drenato e ricco di torba, la germinazione avviene a 14-28 giorni dalla semina a temperature di 18-21 °C. La pianta una volta messa a dimora necessita di sostegni a causa della sua natura epifitica. La concimazione può essere fatta una volta al mese impiegando dei concimi contenti tutte le sostanze nutritive necessarie. La pitahaya ha un’elevata resistenza alla siccità, però con l’irrigazione è in grado di dare una fruttificazione costante durante l’anno; gli apporti d’acqua devono essere regolari durante la crescita vegetativa, mentre diminuiscono in prefioritura, in modo da permettere la fuoriuscita dei fiori, e durante la stagione fredda. Bisogna tenere conto che eventuali ristagni idrici e le precipitazioni abbondanti possono causare cascola dei fiori e marciume dei frutti. La raccolta avviene 30-50 giorni dopo la fioritura, nei climi tropicali ci possono essere fino a 5-6 cicli di raccolta all’anno, in Vietnam alcune aziende producono 30 t/ha di frutti ogni anno. La pitahaya è poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più comuni sono il batterio Xanthomonas campestris, che provoca marciume allo stelo, ed il fungo Dothiorella, che si instaura con macchie brune sui frutti; quest’ultimi possono essere danneggiati dagli uccelli</div> <div style="text-align: left;">Utilizzo</div> <div style="text-align: left;">La pitahaya può essere utilizzata sia come pianta da appartamento che per la produzione di frutti, per il consumo fresco il dragon fruit va tagliato a metà, la polpa è molto ricca di semi, dolce e soffice. La pitahaya viene impiegata nell’industria dolciaria e nella preparazione di bevande, oltre ad essere consumata come un gelato. Il dragon fruit è particolarmente ricco di vitamina C e sostanze antiossidanti.</div> <div> <table style="float: left;" cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds / Cuttings</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Light germinator! Just sprinkle on the surface of the substrate + gently press</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span> about 25-28 ° C</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span> 2-4 Weeks</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. All Rights Reserved.</span></p> </td> </tr> </tbody> </table> </div> </div> <script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 12 W (100 S)
Semi di Pitahaya rossa 2.35 - 6
Semi di Pitahaya rossa (carne rossa)

Semi di Pitahaya rossa...

Prezzo 2,50 € (SKU: V 12 R)
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<h2 class=""><strong>Semi di Pitahaya rossa (carne rossa) (Hylocereus undatus)</strong></h2> <h2><strong><span style="color: #ff0000;">Prezzo per confezione da<strong> 10 o 20 </strong>semi.</span></strong></h2> <div>La pitahaya appartiene alla famiglia delle Cactacee ed al genere Hylocereus, comprendente diverse specie, in base al frutto le più importanti sono la pitahaya rossa (Hylocereus undatus), la pitahaya gialla (Hylocereus megalanthus) e la pitahaya del Costa Rica (Hylocereus costaricensis).</div> <div>È una pianta epifita, per cui vive su altre piante che fungono da sostegno, con portamento ricadente, strisciante o rampicante, avente uno stelo molto ramificato dalla forma cilindrica o triangolare, con un diametro di 10-12 cm, in grado di svolgere la fotosintesi e rivestito da piccole areole di spine soffici di colore bianco; presenta inoltre ben poche costolature appena accentuate. L'epidermide del fusto è ricoperta di uno strato ceroso avente lo scopo di ridurre la traspirazione, le radici sono superficiali e robuste. La pianta sviluppa dei fiori composti molto grandi, lunghi fino a 30 cm e larghi 15-17 cm, con molti petali di colore verdastro, giallo o biancastro. La fioritura è piuttosto breve e generalmente avviene di notte, con un’impollinazione effettuata dai pipistrelli o dalle falene (farfalle notturne), la pianta produce diversi fiori in sequenza di tempo, ed in clima adatto ci possono essere più periodi di fioritura all'anno, nei climi temperati caldi fiorisce in estate o in autunno. La pianta è generalmente autosterile, il polline impiegato per la fecondazione proviene da altre piante di pitahaya.</div> <div>Frutti</div> <div>Il frutto, detto anche dragon fruit, pesa 150-600 g, lungo 6-12 cm e largo 4-9 cm, ha un colore variabile, una forma allungata o ovale, con una polpa cremosa, caratterizzata da un aroma delicato e contenente numerosissimi semi neri che sono commestibili. I dragon fruit, a seconda del colore esterno e della polpa, si distinguono in pitahaya rossa, pitahaya del Costa Rica e pitahaya gialla.</div> <div>I frutti della prima sono rossi con la polpa bianca, la pitahaya del Costa Rica presenta una polpa rossa, mentre quella gialla esternamente assume questa colorazione che all’interno è bianca.</div> <div>La pitahaya rossa è ovale, invece quella gialla presenta una forma più allungata e delle spine sull’epidermide.</div> <div>Clima</div> <div>La pitahaya preferisce i climi tropicali e subtropicali, però è in grado di adattarsi ai climi temperati caldi, tollera temperature fino a 45 °C e vegeta abbastanza bene a 8-10 °C, valori termici prolungati appena inferiori allo zero provocano gravissimi danni o la morte della pianta. La pitahaya deve essere posizionata in un luogo molto luminoso e poco arieggiato per tutto l'anno, si sconsigliano esposizioni al sole diretto; teme i venti freddi. Queste specie crescono bene su terreni aridi, sciolti, ben drenati e poveri di sostanza organica, nel caso della coltivazione in vaso va aggiunta della torba. La pianta è originaria delle foreste tropicali, ove utilizza gli alberi come sostegni ed è in grado di arrivare fino a 10 m di altezza, è diffusa nell’America centrale e nelle aree settentrionali del sud America, è coltivata anche nel sud-est asiatico, in Cina, in Australia ed in Israele.</div> <div>Tecniche di coltivazione</div> <div>La pitahaya si moltiplica prevalentemente per talea, un pezzo di stelo messo a dimora emette le radici molto rapidamente. La propagazione per seme raramente è utilizzata, in questo caso i semi devono essere sovramaturi e vanno posti in un terreno ben drenato e ricco di torba, la germinazione avviene a 14-28 giorni dalla semina a temperature di 18-21 °C. La pianta una volta messa a dimora necessita di sostegni a causa della sua natura epifitica. La concimazione può essere fatta una volta al mese impiegando dei concimi contenti tutte le sostanze nutritive necessarie. La pitahaya ha un’elevata resistenza alla siccità, però con l’irrigazione è in grado di dare una fruttificazione costante durante l’anno; gli apporti d’acqua devono essere regolari durante la crescita vegetativa, mentre diminuiscono in prefioritura, in modo da permettere la fuoriuscita dei fiori, e durante la stagione fredda. Bisogna tenere conto che eventuali ristagni idrici e le precipitazioni abbondanti possono causare cascola dei fiori e marciume dei frutti. La raccolta avviene 30-50 giorni dopo la fioritura, nei climi tropicali ci possono essere fino a 5-6 cicli di raccolta all’anno, in Vietnam alcune aziende producono 30 t/ha di frutti ogni anno. La pitahaya è poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più comuni sono il batterio Xanthomonas campestris, che provoca marciume allo stelo, ed il fungo Dothiorella, che si instaura con macchie brune sui frutti; quest’ultimi possono essere danneggiati dagli uccelli.</div> <div>Utilizzo</div> <div>La pitahaya può essere utilizzata sia come pianta da appartamento che per la produzione di frutti, per il consumo fresco il dragon fruit va tagliato a metà, la polpa è molto ricca di semi, dolce e soffice. La pitahaya viene impiegata nell’industria dolciaria e nella preparazione di bevande, oltre ad essere consumata come un gelato. Il dragon fruit è particolarmente ricco di vitamina C e sostanze antiossidanti.</div> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"> <tbody> <tr> <td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds / Cuttings</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Light germinator! Just sprinkle on the surface of the substrate + gently press</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>&nbsp;about 25-28 ° C</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>&nbsp;2-4 Weeks</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Water regularly during the growing season</span></p> </td> </tr> <tr> <td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>&nbsp;</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br><span>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. All Rights Reserved.</span></p> </td> </tr> </tbody> </table> </div><script src="//cdn.public.n1ed.com/G3OMDFLT/widgets.js"></script>
V 12 R
Semi di Pitahaya rossa (carne rossa)
(100) Semi di Pitahaya gialla (Hylocereus undatus)

100 Semi di Pitahaya gialla...

Prezzo 30,00 € (SKU: V 12 Y)
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<h2><strong>100 Semi di Pitahaya gialla (Hylocereus undatus)</strong></h2> <h2><span style="color:#ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 100 semi.</strong></span></h2> <p>La pitahaya appartiene alla famiglia delle Cactacee ed al genere Hylocereus, comprendente diverse specie, in base al frutto le più importanti sono la pitahaya rossa (Hylocereus undatus), la pitahaya gialla (Hylocereus megalanthus) e la pitahaya del Costa Rica (Hylocereus costaricensis).</p> <p>È una pianta epifita, per cui vive su altre piante che fungono da sostegno, con portamento ricadente, strisciante o rampicante, avente uno stelo molto ramificato dalla forma cilindrica o triangolare, con un diametro di 10-12 cm, in grado di svolgere la fotosintesi e rivestito da piccole areole di spine soffici di colore bianco; presenta inoltre ben poche costolature appena accentuate. L'epidermide del fusto è ricoperta di uno strato ceroso avente lo scopo di ridurre la traspirazione, le radici sono superficiali e robuste. La pianta sviluppa dei fiori composti molto grandi, lunghi fino a 30 cm e larghi 15-17 cm, con molti petali di colore verdastro, giallo o biancastro. La fioritura è piuttosto breve e generalmente avviene di notte, con un’impollinazione effettuata dai pipistrelli o dalle falene (farfalle notturne), la pianta produce diversi fiori in sequenza di tempo, ed in clima adatto ci possono essere più periodi di fioritura all'anno, nei climi temperati caldi fiorisce in estate o in autunno. La pianta è generalmente autosterile, il polline impiegato per la fecondazione proviene da altre piante di pitahaya.</p> <p></p> <p><strong>Frutti</strong></p> <p>Il frutto, detto anche dragon fruit, pesa 150-600 g, lungo 6-12 cm e largo 4-9 cm, ha un colore variabile, una forma allungata o ovale, con una polpa cremosa, caratterizzata da un aroma delicato e contenente numerosissimi semi neri che sono commestibili. I dragon fruit, a seconda del colore esterno e della polpa, si distinguono in pitahaya rossa, pitahaya del Costa Rica e pitahaya gialla.</p> <p>I frutti della prima sono rossi con la polpa bianca, la pitahaya del Costa Rica presenta una polpa rossa, mentre quella gialla esternamente assume questa colorazione che all’interno è bianca.</p> <p>La pitahaya rossa è ovale, invece quella gialla presenta una forma più allungata e delle spine sull’epidermide.</p> <p></p> <p><strong>Clima</strong></p> <p>La pitahaya preferisce i climi tropicali e subtropicali, però è in grado di adattarsi ai climi temperati caldi, tollera temperature fino a 45 °C e vegeta abbastanza bene a 8-10 °C, valori termici prolungati appena inferiori allo zero provocano gravissimi danni o la morte della pianta. La pitahaya deve essere posizionata in un luogo molto luminoso e poco arieggiato per tutto l'anno, si sconsigliano esposizioni al sole diretto; teme i venti freddi. Queste specie crescono bene su terreni aridi, sciolti, ben drenati e poveri di sostanza organica, nel caso della coltivazione in vaso va aggiunta della torba. La pianta è originaria delle foreste tropicali, ove utilizza gli alberi come sostegni ed è in grado di arrivare fino a 10 m di altezza, è diffusa nell’America centrale e nelle aree settentrionali del sud America, è coltivata anche nel sud-est asiatico, in Cina, in Australia ed in Israele.</p> <p></p> <p><strong>Tecniche di coltivazione</strong></p> <p>La pitahaya si moltiplica prevalentemente per talea, un pezzo di stelo messo a dimora emette le radici molto rapidamente. La propagazione per seme raramente è utilizzata, in questo caso i semi devono essere sovramaturi e vanno posti in un terreno ben drenato e ricco di torba, la germinazione avviene a 14-28 giorni dalla semina a temperature di 18-21 °C. La pianta una volta messa a dimora necessita di sostegni a causa della sua natura epifitica. La concimazione può essere fatta una volta al mese impiegando dei concimi contenti tutte le sostanze nutritive necessarie. La pitahaya ha un’elevata resistenza alla siccità, però con l’irrigazione è in grado di dare una fruttificazione costante durante l’anno; gli apporti d’acqua devono essere regolari durante la crescita vegetativa, mentre diminuiscono in prefioritura, in modo da permettere la fuoriuscita dei fiori, e durante la stagione fredda. Bisogna tenere conto che eventuali ristagni idrici e le precipitazioni abbondanti possono causare cascola dei fiori e marciume dei frutti. La raccolta avviene 30-50 giorni dopo la fioritura, nei climi tropicali ci possono essere fino a 5-6 cicli di raccolta all’anno, in Vietnam alcune aziende producono 30 t/ha di frutti ogni anno. La pitahaya è poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più comuni sono il batterio Xanthomonas campestris, che provoca marciume allo stelo, ed il fungo Dothiorella, che si instaura con macchie brune sui frutti; quest’ultimi possono essere danneggiati dagli uccelli.</p> <p></p> <p><strong>Utilizzo</strong></p> <p>La pitahaya può essere utilizzata sia come pianta da appartamento che per la produzione di frutti, per il consumo fresco il dragon fruit va tagliato a metà, la polpa è molto ricca di semi, dolce e soffice. La pitahaya viene impiegata nell’industria dolciaria e nella preparazione di bevande, oltre ad essere consumata come un gelato. Il dragon fruit è particolarmente ricco di vitamina C e sostanze antiossidanti.</p>
V 12 Y (100 S)
(100) Semi di Pitahaya gialla (Hylocereus undatus)

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Prezzo 3,00 € (SKU: V 22 M)
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<h2><strong>Semi di Papaya o Papaia Nana Indiano Miniatura</strong></h2> <h2><strong><span style="color:#ff0000;">Prezzo per confezione da 10 , 100 semi.</span></strong></h2> <div><strong>Papaya Nano è una papaia in rapida crescita si raggiunge solo 170 cm a 200 cm ma orsi frutti grandi come 1 kg in 6-8 mesi dal seme.</strong></div> <div></div> <div>La Papaya (Carica papaya L.) è una pianta originaria dell'America Centrale, molto duffusa in Brasile e nelle Isole Hawaii. Nel Mediterraneo viene coltivata in Israele e, in Italia, solo in Sicilia, dove deve essere coltivata, nel periodo invernale, sotto serra, con notevoli problemi per la produzione.</div> <div>Appartiene alla Famiglia delle Caricaceae, genere Carica, specie Papaya L.</div> <div>Pianta suberacea, generalmente monocaule, con foglie grandi e con lungo picciolo. </div> <div>La papaya presenta una biologia fiorale molto complessa.</div> <div>Vi sono piante dioiche e piante con fiori ermafroditi.</div> <div>Se il polline dei fiori ermafroditi feconda oosfere di piante ermafrodite o femminili, si ottengono piante con fiori ermafroditi o femminili, mentre se il polline di piante maschili feconda oosfere di piante femminili, si hanno piante maschili, femminili ed ermafrodite. Il dimorfismo dei fiori è molto evidente; infatti quelli femminili, solitari o riuniti in piccoli gruppi e ascellari, sono di colore giallo chiaro, mentre quelli maschili, inseriti su lunghi racemi ascellari, hanno una corolla monopetala giallo chiara a forma di tubo. Il frutto è una bacca caratterizzata da forma e dimensioni molto variabili, più o meno aranciato che racchiude piccoli semi neri, ricoperti da una pellicola mucillaginosa.</div> <div>Varietà</div> <div>Le varietà di maggiore interesse sono "Solo", "Kapoho Solo" e "Sunrise", tutte con frutti di peso inferiore ai 0,5 kg.</div> <div>Tecniche colturali</div> <div>E' una pianta estremamente esigente nei confronti del terreno, che deve essere sciolto e permettere una rapida percolazione dell'acqua al fine di evitare marciumi radicali e al colletto; la temperatura non deve mai scendere sotto i 0°C.</div> <div>La Papaya è propagata per seme, allevata secondo forme naturali e con sesti di 3 x 3 metri; non richiede operazioni di potatura. Concimazioni: 120/130 g/pianta di azoto, 80 g di fosforo e 140 g di potassio. Trae beneficio particolare dalla concimazione organica. Le piante, una volta attuato l'impianto, possono essere capitozzate e rinnovate con uno dei tanti germogli.</div> <div>Produzioni</div> <div>La raccolta dei frutti viene effettuata a mano, da novembre a giugno. Le produzioni possono raggiungere anche i 150 q.li/ha.</div> <div> <table cellspacing="0" cellpadding="0" border="1"><tbody><tr><td colspan="2" width="100%" valign="top"> <p><span><strong>Sowing Instructions</strong></span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Propagation:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Seeds / Cuttings</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Pretreat:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Stratification:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>all year round</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Depth:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>0.5 cm</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Sowing Mix:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>Coir or sowing mix + sand or perlite</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination temperature:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>about 25-28 ° C</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Location:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>bright + keep constantly moist not wet</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Germination Time:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>2-4 Weeks</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong>Watering:</strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><span>regular watering during the growth period + dry between waterings</span></p> </td> </tr><tr><td valign="top" nowrap="nowrap"> <p><span><strong> </strong></span></p> </td> <td valign="top"> <p><br /><span><em>Copyright © 2012 Seeds Gallery - Saatgut Galerie - Galerija semena. All Rights Reserved.</em></span></p> </td> </tr></tbody></table></div>
V 22 M
Semi di Papaya o Papaia Nana Indiano Miniatura
Super rari semi di Carica...

Super rari semi di Carica...

Prezzo 5,95 € (SKU: V 22 GM)
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<h2 class=""><strong>Super rari semi di Carica papaya Gabon melone</strong></h2> <h2><span style="color: #ff0000;"><strong>Prezzo per confezione da 5 semi.</strong></span></h2> <p>Una rara cultivar di papaia coltivata nell'Africa centrale. Le piante producono grandi quantità di frutti globosi, frutti quasi globosi che hanno un sapore e una consistenza eccellenti.<br><br>Poiché questo tipo di papaia non cresce alto (mini), è ottimo per la coltivazione in vasi di fiori. Fruttifica già a un anno dalla semina.&nbsp;</p>
V 22 GM (5 S)
Super rari semi di Carica papaya Gabon melone